È un «polo felice» quello in cui si imbatte chi percorre Via San Tomaso alla volta di Città Alta. L’Accademia Carrara da una parte, la GAMeC dall’altra. E poi, meno conosciuto, lo SpazioCam, un luogo nato ormai otto anni fa come studio di fotografia, oggi associazione culturale e sede di corsi di fotografia e di illustrazione.
È Laura Cortinovis ad aprimi la porta. Laura ha i capelli raccolti, i piedi nudi. Di mestiere fa l’illustratrice, anche se nelle ultime settimane più che al disegno si è dedicata all’ideazione, alla progettazione, e alla cura di un festival, che vedrà nello SpazioCam proprio il suo punto di partenza. L’appuntamento è per sabato 24 e domenica 25 settembre, il titolo del festival è «Storie ad acquerello».
Pane e pennelli
Prima di svelarvi il programma della manifestazione, vi presento la sua Direttrice Artistica. Nata e cresciuta nel 1976 a Lecco, ma con «un cognome orgogliosamente bergamasco», Laura ha lasciato il mondo della scuola solo di recente, per dedicarsi a tempo pieno all’illustrazione. «Sono stata un’insegnante di scuola primaria. Dopo ventiquattro anni, questo è il mio primo settembre senza scuola – racconta – In realtà, ho sempre disegnato perché a casa mia mamma dipingeva ad acquerello, è tutt’ora acquerellista e si occupa di botanica. Mio nonno pure, dipingeva ad olio. Molti crescono circondati da libri, io sono cresciuta con una quotidianità fatta di pennelli. Non ho mai pensato di poter trasformare la passione in un lavoro».
Perché l’illustrazione diventi un mestiere, a Laura sono servite le parole. Quelle scritte e quelle lette alla figlia Giulia, prima inflessibile critica. «Dieci anni fa ho scritto una storia, l’ho illustrata, l’ho inviata a una casa editrice… poi da una cosa ne nasce un’altra, e quella di illustratrice è stata una professione che si è costruita quasi da sola. È il desiderio di fare che mi muove, mi ha portato ad essere qua, a spargere colori ovunque».
Chiedo a Laura perché, tra tutte le tecniche pittoriche che avrebbe potuto scegliere, si sia innamorata proprio dell’acquerello. Non ha dubbi. «Ho sperimentato un po’ di tutto negli anni, ma l’acquerello è la tecnica che sento più affine a me: la trasparenza, la leggerezza, il fatto che non sia mai controllabile al 100% è quello che mi ha attratto di più. L’acqua fa sempre quello che vuole… Quindi ti lascia sempre sorpresa. A volte ti destabilizza, perché non ottieni sempre quello che volevi, però ti dà opportunità meravigliose».
Mentre parla, l’artista mi mostra uno dei suoi ultimi lavori: un’agenda illustrata del 2023, progetto realizzato insieme alla grafica Lorenza Ravasio. Il tema è la stagione, che si racconta attraverso i colori: una palette di tonalità azzurre per l’inverno, il rosa per la primavera, l’arancio caldo per l’estate. Quella dei colori, che «trasformano il mondo in un luogo incredibile, degno di essere osservato ed esplorato» è un’altra delle fisse della mia interlocutrice. «Ho scritto un libro, uscito l’anno scorso, che racconta in modo illustrato, non accademico, la teoria del colore, con una serie di esercizi: ho provato a raccontare come usare la teoria del colore all’interno del proprio modo di fare arte».
Le chiedo se fa mai schizzi a matita, prima di inondare il foglio di rosso o di blu. Poco, mi risponde. «L’acquerello è anche poter dire: “La matita non la uso”. Se sbagli butti. Una cosa bella dell’acquerello è che se fai un errore non sovrapponi il colore per cancellarlo. Siccome c’è la trasparenza, continui a vedere sotto l’errore e se non lo vedi più quando ci sei passato sopra vuol dire che hai usato l’acquerello nel modo sbagliato perché hai perso la trasparenza. Diciamo che è anche terapeutico: l’errore è lì, lo tieni, accetti che ci sia e rifai».
Il festival
La manifestazione ideata da Laura in collaborazione con I’m SpazioCam e Momarte – store online dedicato al mondo dell’arte – sarà dedicata a tutti coloro che desiderano conoscere e approfondire l’arte dell’illustrazione attraverso l’acquerello. «Ci sono festival legati all’illustrazione e all’acquerello, questo invece è un connubio, che abbiamo sperimentato per la prima volta l’anno scorso. L’obiettivo è quello di portare ad un’utenza adulta un prodotto editoriale, l’albo illustrato, che spesso viene ritenuto per bambini. Sarà un festival per adulti, pensato soprattutto per loro».
Dopo una giornata interamente dedicata agli incontri con le scuole (venerdì 23 settembre), sabato 24 e domenica 25 settembre Bergamo si animerà di workshop, conferenze, mostre. Ospiti, ventisette artisti internazionali, illustratori, artisti e anche tre autori. Una di loro è Cristina Bellemo, «Premio Andersen 2021» della letteratura per l’infanzia, che terrà un convegno su come l’albo illustrato possa essere utilizzato nelle scuole, come strumento didattico.
Sede principale della rassegna sarà il chiostro del Seminarino, luogo in cui si ritroveranno tutte le aziende presenti. Non mancherà uno spazio libreria, a cura di Libreria Fantasia di Bergamo, dove sarà possibile trovare i libri degli artisti che partecipano al festival. Le aule dell’università diventeranno aule per i workshop o per le conferenze. «Altra sede saranno il Teatro Sant’Andrea e il Palazzo Moroni con i giardini del FAI: abbiamo scelto un’illustratrice che si occupa di botanica, Gioia Marchegiani, in modo che tutto fosse contestualizzato – racconta Laura – e poi, la Sala Civica del Circolino di Città Alta, sede di due piccole mostre a cura di Giovanni Manna e Sonia Maria Luce Possentini, di un’installazione artistica e di alcuni workshop».
Laura cerca di descrivere l’installazione artistica che troveremo in Sala Civica. Si aiuta con le mani, come a ricostruirla davanti a sé: si tratta di un foglio di dieci metri dipinto ad acquerello, trasformato dall’artista Barbara Ventura in un origami giganti, un’enorme spirale che scende dal soffitto. «L’installazione si chiama “Variazioni dall’acqua” perché l’acqua è l’elemento che accomuna i quattro artisti che l’hanno realizzata. Io l’ho usata per dipingere ad acquerello, Barbara Ventura ha modellato una spirale che simula il movimento dell’acqua, Michela Taeggi, fotografa e socia di SpazioCam, ha fatto un progetto di narrazione fotografica dentro l’acqua, al Lago di Iseo. Il musicista Michele Agazzi, invece, ha composto una musica per l’installazione, che secondo il suo modo di sentire rappresenta il movimento dell’acqua».
I’m SpazioCam
Punto di partenza della manifestazione, oltre che unico punto del festival presente in Città Bassa, sarà lo SpazioCam. Un «luogo che si trasforma», come racconta Laura con un sorriso. «Oggi, questo spazio si chiama I’m SpazioCam. È un progetto di vita, che abbiamo preso in mano sei mesi fa io, Micaela Taeggi e Andrea Crupi - tre amici, oltre che tre soci. Lo abbiamo reso un luogo che fa formazione a livello amatoriale, sempre su due ambiti, ovvero la fotografia e l’illustrazione, che a mio parere hanno molto in comune, perché quando fai un’illustrazione finalizzata alla produzione di una storia il tuo occhio è come quello del fotografo che cattura la scena. Poi, all’interno di queste due aree ci sono più percorsi». L’obiettivo, negli anni a venire, è quello di mantenere lo spazio aperto, renderlo sede di mostre fruibili liberamente da tutti i bergamaschi. E poi, c’è un grande sogno per il 2023: quello di trasformare SpazioCam in un’accademia.
Il sogno che Laura condivide con me con un sussurro viene interrotto da qualche colpo di martello. Accanto a noi, ci sono due ragazzi che appendono fotografie, spostano tavoli. I lavori fervono, perché la sala dove ci troviamo nei giorni di «Storie ad acquerello» sarà sede di una mostra collettiva. «Esporremo un’opera di tutti i ventisette ospiti del festival, anche degli autori, che hanno scritto un testo. Tutti avranno una parte di loro stessi esposta. Le mostre resteranno visitabili per le due settimane successive».
Il programma del festival è disponibile qui, oltre ad una mappa interattiva da poter consultare per conoscere tutti i punti di interesse. L’ingresso alla manifestazione, alle mostre (aperte dalle 9 alle 19.30) e agli stand è libero. Per le presentazioni dei libri occorre prenotarsi. I workshop, le dimostrazioni e le conferenze sono a pagamento.