Dello scrittore, Victor Hugo una volta ha detto che «vive mille vite in una». Chissà se avrebbe pensato lo stesso dell’illustratore. «La parola stessa “illustrazione” è evocativa. Dentro la parola “illustrazione” c’è un mondo, anzi, in realtà forse è più corretto dire che ci sono mondi. Complessi, bellissimi».
Laura Cortinovis trattiene a stento l’emozione mentre mi introduce ai suoi due grandi amori: l’illustrazione e l’acquerello, tra cui corre «un legame potentissimo». Cresciuta con un nonno pittore e una mamma che «dipinge da che ne ha memoria», Laura ha sempre vissuto tra colori e pennelli, ma vi si è dedicata a tempo pieno solo dopo anni di insegnamento in una scuola primaria. «Ho incontrato l’acquerello per la prima volta dentro le pagine di un albo illustrato, questo prodotto letterario meraviglioso che non è solo per bambini, ma è anche per adulti. Era un albo illustrato da Sonia Maria Luce Possentini, artista Premio Andersen, talentuosissima e oggi una delle mie più care amiche».
Attraverso le immagini di Sonia, Laura ha scoperto un «modo visivo per fare poesia. Io amo anche scrivere, e questo connubio perfetto tra illustrazione ad acquerello e poesia è stato quello che mi ha fatto pensare che forse poteva essere la strada giusta per me».
Classe 1976, nativa di Lecco ma residente a Bergamo, città che ama, Laura Cortinovis oggi svolge il mestiere di illustratrice e di autrice. Lavora come freelance per case editrici e brand italiani e stranieri, insegna acquerello e illustrazione in presenza e online, è socia fondatrice dell’Associazione Culturale Spazio Cam e dal 2021 ideatrice e direttrice artistica del festival «Storie ad acquerello» . Un’idea che le è venuta «in coda in tangenziale» - ricorda ridendo - diventata una due giorni dedicata a tutti coloro che desiderano conoscere l’arte dell’illustrazione attraverso le infinite variazioni dell’acquerello.
Imparare a dipingere… imparare a sbagliare
La quarta edizione di «Storie ad acquerello» andrà in scena sabato 28 e domenica 29 settembre negli spazi del Castello di Clanezzo. Una location nuova per la manifestazione, che negli anni scorsi aveva abitato diversi luoghi della città di Bergamo. «Nelle tre edizioni precedenti il festival ci ha detto, come se fosse un essere vivente, “posso crescere”. Ce l’hanno raccontato i numeri, l’affluenza delle persone arrivate da ogni dove, la voce degli artisti che hanno partecipato. L’unico modo che ho trovato per crescere è stato uscire da Bergamo: avevamo bisogno di una sede unica, non più diffusa, una sede che fosse a completa disposizione del festival. E poi siamo andati alla ricerca di un luogo che fosse di per sé narrazione. Abbiamo trovato una grandissima disponibilità, per cui sono grata. Quando incontri persone così aperte, tutto si può costruire».
«Storie ad acquerello» prenderà vita tra i pini secolari e gli affreschi delle sale del castello. Venticinque artisti - da Isabella Labate, che con le sue raffinate tavole monocromatiche ha vinto il «Premio Andersen 2024» come Miglior Illustratrice, a Marianna Balducci, da Antonio Bonanno a Glenda Sburelin - si cimenteranno per tutto il weekend in altrettanti workshop.
Matite colorate, soft pastel, tratteggio a china. Illustratori e illustratrici lavorano con tecniche miste. Il minimo comune denominatore dell’iniziativa, però, è l’acquerello. «Mi piace che le persone vedano come una stessa tecnica si adatti a persone differenti - ammette la direttrice artistica del festival - Naturalmente serve tempo, non è immediato. Anche il più bravo, il più talentuoso, per trovare la sua voce, come in tutti gli ambiti, ha bisogno di fare esperienza, prove, errori, calcolando che poi questa voce si evolve sempre, non è mai la stessa».
Si cambia, dipingendo ad acquerello, forse perché a cambiare è anche l’acquerello stesso. Laura lo spiega subito, durante le prime lezioni dei suoi corsi. L’acquerello può essere terapeutico, perché puoi provare a concentrarti, a controllare, a non sbagliare, ma alla fine l’acqua fa sempre un po’ ciò che vuole. «Volenti o nolenti, si impara a lasciare andare le cose, l’errore non si corregge, si accetta, si mette da parte e si riprova. Si prende consapevolezza che non si può avere tutto sotto controllo, e questo è il bello: c’è sempre una nota di imprevedibilità, perché l’acqua muove il colore, e lo muove a lungo. Non è immediato, servono i tempi di asciugatura. Quindi tu resti, impari il tempo dell’attesa».
E comunque vada, l’acquerello ti coglie di sorpresa. «Dipingi qualcosa, anche un semplice sfondo con due colori, senza fare niente di complicato, lo lasci lì, vai in cucina, bevi il caffè, fai una telefonata, torni dopo mezz’ora e quello che c’è sulla carta non assomiglia per niente a quello che avevi lasciato, perché il colore nel frattempo si è mosso, perché la carta ha assorbito l’acqua, ha continuato a muoversi, e perché tutto è in continua evoluzione finché non asciuga».
Ogni artista ha la sua voce
Il festival ospiterà, oltre agli illustratori, anche alcuni autori e autrici per l’infanzia. Non mancheranno un’area DEMO gratuita, in cui cinque artisti si alterneranno per mostrare al pubblico varie tecniche pittoriche, una libreria e un’area dedicata agli stand delle aziende del settore delle belle arti.
In programma anche quattro mostre. Laura Cortinovis dedica una parola commossa a ognuna, cominciando con l’esposizione di taccuini di Sonia Maria Luce Possentini, proprio l’artista da cui in qualche modo è nato tutto. «Sonia è un’illustratrice, ma io preferisco dirle che è una poetessa. Lei riesce a esprimere, attraverso le forme che mette sulla carta, una poesia incredibile. Riesce, per quello che ho visto io in questi anni, per come la conosco, a catturare sempre e a muovere emozioni nelle persone». I taccuini in mostra racconteranno il percorso creativo dell’artista, la sua voce, che «quando illustra “canta”».
Di voci, in realtà, «Storie ad acquerello» ne raccoglie molte. Proprio per questo, come ogni anno, la manifestazione ospiterà una collettiva di tutti gli artisti presenti. La terza mostra, invece, allestita in collaborazione con la casa editrice Rizzoli, sarà dedicata a un albo illustrato di recente pubblicazione: «Pupilla ricorda». L’autore del libro è Manlio Castagna, l’acquarellista, invece, si chiama Gianluca Garofalo e sarà presente al festival. «Le tavole esposte sono meravigliose - anticipa Laura - Come Sonia Maria Luce Possentini, anche Gianluca usa l’acquerello, ma in modo molto differente. Sono due esempi che ci dicono come la stessa tecnica, messa in mani diverse, racconta cose diverse. È l’essenza dell’intero festival».
Si aggiunge infine «Diamo un tetto alla speranza», un’esposizione fotografica curata da CESVI, partner della manifestazione fin dalla sua prima edizione.
Il bello di fare rete
Il festival è una rete, non manca di sottolineare Laura Cortinovis, prima di invitare appassionati, curiosi, «generatori di idee» come si definisce lei, a Ubiale Clanezzo. «Nonostante in questi ultimi anni l’editoria per l’infanzia abbia avuto una voce più forte rispetto anche solo a 10-15 anni fa, c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Il nostro è un mondo ancora di nicchia. Per questo, sostenersi a vicenda è l’arma vincente».
Cuore pulsante della manifestazione è l’ Associazione Culturale Spazio Cam , che ha sede a Bergamo, in via San Tomaso 84, a pochi passi dalla GAMeC e dall’Accademia Carrara. Con Laura, collaborano Andrea Crupi, socio fondatore di Spazio Cam, l’artista Lorenza Ravasio, Martina Pezzati e Claudia Leiter. Partner ufficiale dell’iniziativa è il team di Momarte, e-store di belle arti tra i più noti in Italia. Infine, prezioso è il sostegno degli sponsor. «Il festival ha dei costi elevati. Avere accanto a noi aziende tra le più conosciute in campo artistico a livello internazionale ci fa pensare che fare rete è la strada giusta».
Informazioni
L’ingresso alla manifestazione, alle mostre e all’area demo è libero e gratuito. I workshop sono solo per adulti e ragazzi dai 16 anni, con prenotazione obbligatoria . Il programma completo, oltre alle informazioni sugli orari e le convenzioni attive, è sul sito.