Nelle giornate storte, è incredibile cosa possa fare una passeggiata nel parco. Quando stiamo in contatto con la natura, anche se inconsciamente, miglioriamo il nostro benessere. Numerosi studi dimostrano che il tempo trascorso all’aperto negli spazi verdi può ridurre la nostra stanchezza mentale, aumentare il nostro rilassamento e persino migliorare le nostre capacità cognitive. Tuttavia è anche risaputo che per “questioni di forza maggiore”, trascorriamo invece gran parte del nostro tempo in ambienti chiusi. È qui che le piante d’appartamento possono venire in soccorso. Sebbene non sostituiscano i “grandi spazi aperti”, possono fornire benefici simili.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è: cosa c’è nelle piante e nella natura che ci rende più felici e più sani? Una teoria è che la connessione con la natura e gli esseri viventi sia nel nostro DNA. Filosofi e scienziati hanno studiato per secoli la connessione innata dell’uomo con la flora e la fauna. Il biologo Edward O. Wilson, nel suo libro «Biophilia» (1984), sostiene che tutti gli esseri umani possiedono una tendenza innata a cercare una connessione con altre forme di vita – siano esse altri umani, natura o animali – e che questa connessione è profondamente radicata nella nostra biologia.
Fuga dalla città
Noi millennials siamo cresciuti in un mondo che sta cambiando radicalmente. Gli sbalzi climatici, la tecnologia, i social media fanno tutti parte dei cambiamenti che colpiscono in particolare le nuove generazioni. Le piante da appartamento ci hanno fornito un rifugio dallo stress e dato qualcosa di cui prenderci cura.
L’invasione di piante di Banano e Monstera, Alocasia e Strelitzia nei nostri salotti e sugli schermi dei nostri cellulari tramite Instagram è tale che qualcuno parla addirittura di Plants-gram. Tra i tanti account che ogni giorno mostrano piante lussureggianti domestiche spiccano gli Urban Jungle Bloggers , veri appassionati di piante d’appartamento.
Questo attaccamento potrebbe essere legato al fatto che noi giovani non abbiamo l’alloggio e la sicurezza economica dei nostri genitori e dei nostri nonni. Cresciamo più lentamente, più instabili. Questo però non significa che non vogliamo connetterci con il mondo. Anzi, avere qualcosa da coltivare ci dà in un certo senso la stabilità affettiva tanto agognata. Possiamo quindi dire che le fotografie di queste “giungle private” nascoste tra i palazzi di periferia sono diventate il manifesto di un nuovo stile di vita dinamico, ma non superficiale.
Certo, per quanto fino ad ora abbiamo sottolineato quanto sia innovativo lo stile di vita green dei millennials, è doveroso ricordare che le piante da interno non sono nate con Internet e per certi versi sono sempre state una forma domestica di specchio sociale. Numerose civiltà nel corso della storia hanno sperimentato come portare la natura all’interno. Questi esperimenti sono andati a buon fine solo quando l’architettura è diventata ospitale per la vita vegetale. Ciò accadde nell’Inghilterra vittoriana, quando gli edifici si spostarono per ospitare finestre più grandi e soffitti più alti e, per la prima volta, i borghesi furono in grado di riscaldare le loro case. Da allora, le piante sono diventate gli ingredienti base di una stanza ben progettata.
Giocare a fare i designer
Una volta presa la consapevolezza dei benefici e trovata l’inspirazione su qualche pagina online, è invitabile incappare in questa “mania verde” e col tempo i vostri appartamenti grigi diventeranno verdi brillante.
Il segreto sta nel giocare a fare i designer, quindi ottimizzare spazi e forme per ottenere il risultato più armonioso possibile e nello stesso tempo considerare le peculiarità e le necessità delle piante che scegliete.
Armonia e cura sono le parole d’ordine.
Oltre a questi discorsi astratti, nel concreto per creare la vostra “giungla urbana” conviene affidarvi a professionisti, se siete alle prime armi, ricordare che le piante non vanno annegate e, soprattutto, che come noi hanno bisogno di sole per non andare in “depressione chimica”.
Col tempo imparerete a conoscere e ad apprezzare le varietà e le piante vi parleranno e vi commuoveranno quando si propagheranno fino al soffitto abbracciandovi e facendovi sentire amati. Certo, l’amore è un sentimento reciproco. È quindi importante fare sì che anche le piante si sentano a proprio agio nelle nostre case. Nella progettualità, oltre che all’estetica, dobbiamo pensare anche alle loro esigenze.
Per prima cosa riempiamo gli spazi vuoti e luminosi con piante imponenti, che si sviluppano velocemente, come i Ficus di tutte le varietà, le Monstere e i Filodendri. Poi dobbiamo focalizzarci sulle mensole in modo tale da creare armonia tra terra e cielo e quindi possiamo appendere o appoggiare Pothos, Hoya, Felci, Peperomie. E infine abbellire le zone buie con piante indistruttibili come le Sanseverie, i Cactus e le Zamioculcas. Detto ciò sicuramente vi cimenterete nella cura di piante più complesse come le Orchidee e i Bonsai. Entrambi vanno irradiati di luce sui davanzali. Come con dei coinquilini, o forse dei figli o degli animali domestici, occorre fornire quotidianamente acqua e nutrimento alle nostre piante, sempre tenendo in considerazione i loro gusti. Dunque è opportuno fare uno schema settimanale per l’annaffiatura e la concimazione.
Insomma, diventare Urban Jungle bloggers è sia un lavoro che una passione, che richiede non solo gusto estetico, ma anche dedizione, informazione e altruismo.
Per chi volesse saperne di più, il volume «Piante da interni. Conoscerle e coltivarle» di Marco Alberti è disponibile in tutte le edicole insieme a L’Eco di Bergamo al prezzo di 7,90 euro + prezzo del quotidiano.