San Valentino si avvicina, purtroppo nella società del tutto e subito, qual è la nostra, il vero significato di questa ricorrenza sta pian piano svanendo come il profumo delle rose. Ecco alcuni suggerimenti per non perdere l’essenza della Festa dell’amore. Partendo da un proverbio turco: “Chi non ha pane, ma compera fiori, è un poeta”.
Questo proverbio nella sua essenzialità dice tanto sulla relazione intrinseca che intercorre tra i fiori e gli esseri umani. Sin dall’antichità i fiori sono stati usati come messaggeri d’amore e il fatto che questa usanza sia arrivata ai giorni nostri testimonia la profondità del gesto. Che cosa rende i fiori così eterni per quanto effimeri? L’abitudine di regalare fiori è legata sia a ragioni estetiche e pratiche, che spirituali. Nel periodo precedente alla coltivazione intensiva di cereali, infatti, i fiori erano parte integrante dell’alimentazione umana.
Divinità e arte
I miti greci ci tramandano che la raccolta dei fiori era una prerogativa del mondo femminile. Non è un caso che le donne vengano spesso descritte in maniera eterea perché incorniciate da un campo di fiori: Elena viene rapita da Ermes mentre raccoglie boccioli di rosa e anche Persefone viene presa da Plutone mentre coglie in un prato viole e narcisi. Inoltre nell’antichità i fiori erano il dono perfetto per chiedere aiuto alle divinità femminili come descritto dal coro dell’“Edipo a Colono”.
Nel corso dei secoli l’associazione tra le figure femminili e i fiori è un tema ricorrente anche nella pittura, soprattutto in quella medioevale e barocca, ricca di simboli. Ma si trova una vasta produzione anche nell’epoca moderna con i Preraffaelliti e gli Impressionisti.
L’associazione tra fiori e donne ha varie sfumature: dall’amore, alla passione, alla bellezza, alla transitorietà, al sonno, alla morte. Caratteristiche interpretate diversamente a seconda del periodo storico-artistico e attraverso l’utilizzo di diverse simbologie.
Tutto questo preambolo, cari innamorati, serve per mettere in chiaro che regalare un fiore il giorno di San Valentino non è una semplice usanza, ma un rituale significativo. Una rosa non è un gesto cortese, ma un modo per condensare la commuovente bellezza poetica delle emozioni e della fragilità umana fra le dita di una mano. Per riuscire a de-banalizzare la festa di San Valentino è fondamentale conoscerne la storia. I fiori, naturalmente, hanno un ruolo importante all’interno di questo racconto.
Il mandorlo di San Valentino
C’era una volta un sacerdote di nome (San) Valentino che celebrava matrimoni tra giovani innamorati durante l’impero di Claudio. Eppure il sovrano pagano era contrario alle celebrazioni e aveva deciso di proibire i matrimoni. Egli infatti era convinto che i giovani uomini senza famiglia fossero soldati migliori: secondo lui non avere legami sentimentali aiutava i giovani ad essere più temerari e motivati in guerra.
Per questo motivo non appena Claudio si accorse dei riti celebrati da Valentino decise di condannarlo a morte il giorno 14 febbraio. Prima di morire Valentino fece un miracolo: riuscì a curare la cecità della figlia di uno dei soldati di guardia in prigione. La ragazza per ringraziare il sacerdote di questo gesto straordinario decise di piantare un mandorlo accanto al luogo della sepoltura di Valentino.
Da quel giorno, Valentino verrà fatto santo e patrono degli innamorati. Dunque proprio grazie alla sua battaglia per l’amore che oggi celebriamo questa data speciale. La morale della favola sta nel fatto che non si tratta solo di celebrare l’amore, ma anche il coraggio e la riconoscenza che stanno alla base di ogni sana relazione.
Girasoli per Apollo
Esistono milioni di occasioni durante le quali si regalano fiori, eppure fare questo gesto durante questo giorno speciale è diventato un rituale vero e proprio. La scelta della rosa come fiore cardine è legata al suo simbolismo e al solito intreccio di tradizioni, miti e leggende. Le rose rosse simboleggiano la passione.
Secondo una leggenda, Afrodite, la dea dell’amore, era una grande appassionata di rose rosse. Se un giovane pretendente aveva intenzione di conquistarla, infatti, doveva regalarle un bouquet formato da rose. Ecco perché oggi le rose rosse hanno assunto questo significato: la tradizione cristiana si è fusa con la mitologia e, come la complessità della storia dell’umanità, si riflette anche in quelle che crediamo festività banali e strumentalizzate dal consumismo.
Infine, un aspetto che credo sia fondamentale menzionare è il fatto che il gesto del regalare fiori non deve seguire per forza lo schema canonico. Anzi consiglio a tutti di andare oltre la rosa e di cercare altro, informandosi sul significato dei fiori, per trovare la tipologia che più si addice al vostro amore. I girasoli per chi ama la semplicità e l’allegria, i ranuncoli per chi è timido e delicato, i tulipani per i minimalisti. Del resto i fiori sono soprattutto emozioni.
Se vogliamo ulteriormente rompere gli schemi, credo sia giunto il momento di stravolgere i ruoli di questo gioco. Per questo a San Valentino regaliamo fiori a tutti abbattendo gli stereotipi di genere. Per quanto Afrodite sappiamo che amava le rose, forse anche Apollo avrebbe gradito dei girasoli. Volendo puntualizzare, questo scambio di ruoli più che una vera e propria rivoluzione è un ritorno alle origini, a quando le donne dell’epoca precedente alla coltivazione dei cereali coglievano i fiori per sfamare la tribù.
Le emozioni non ci danneggiano
Come per ogni manuale che si rispetti fatene buon uso. Ricordate che nessun gesto è banale quando si parla d’amore e che l’emozioni che ci sforziamo di reprimere, a differenza di ciò che pensava l’imperatore Claudio, non ci danneggiano, ma ci rendono più forti perché abbiamo qualcosa per cui combattere. Stampatevi nella mente il proverbio turco e se volete scrivetela pure qualche poesia perché fa bene all’anima.
Godetevi la bellezza dei fiori che non sono effimeri, poiché si imprimono nell’anima e rimangono incollati tra le pagine del libro delle vostre vite. Buon San Valentino!