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La Festa dei nonni ci rimette con i piedi nella terra

Intervista. Oggi, mercoledì 2 ottobre, è la «Festa dei nonni». Per l’occasione intervistiamo Moritz Mantero, nonno orgoglioso e fondatore di «Orticolario», l’evento che da domani fino al 6 ottobre a Villa Erba (Cernobbio) celebrerà la potenza della natura

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Lavori intergenerazionali nell’orto

In occasione della «Festa dei nonni», abbiamo l’onore di intervistare Moritz Mantero, nonno orgoglioso, ma anche fondatore di «Orticolario» (da domani, giovedì 3 ottobre alle 15 e fino al 6 ottobre), un evento che ogni anno a Villa Erba sulle suggestive sponde del lago di Como celebra la bellezza e la potenza della natura, promuovendo in queste tre giornate una profonda riflessione sul nostro rapporto con la terra.

ARM: Cosa significa per lei essere nonno? In che modo la sua esperienza di nonno si riflette nella sua passione per la natura che ha preso una forma straordinariamente concreta e costruttiva attraverso «Orticolario»?

MM: Essere nonno per me significa avere l’opportunità di trasmettere (oltre all’affetto, naturalmente) valori, saggezza e amore per la natura alle nuove generazioni. La mia passione per la terra e l’ambiente, espressa attraverso «Orticolario», si intreccia con il desiderio di lasciare un’eredità duratura ai miei nipoti, non solo in termini materiali, ma anche attraverso un profondo senso di rispetto per la natura. È un insegnamento che non si impara sui libri, ma vivendo e respirando il legame con la terra.

ARM: Qual è il legame che vede tra il suolo, la terra e la famiglia?

MM: Il legame tra suolo, terra e famiglia è profondamente simbolico e riflette l’idea che entrambi rappresentano la base su cui costruire e crescere. Il suolo, con la sua capacità di nutrire e sostenere la vita, richiama il ruolo della famiglia, che fornisce le radici e la stabilità necessarie per lo sviluppo individuale. Così come il terreno fertile permette alle piante di crescere e prosperare, una famiglia unita e attenta permette a ciascun membro di fiorire. Questo legame si basa sulla cura e l’attenzione: così come ci impegniamo a preservare e migliorare la salute del suolo, dobbiamo anche coltivare relazioni familiari forti, basate su amore, rispetto e supporto.

ARM: Quest’anno «Orticolario» è dedicato al tema della terra con uno sguardo particolare ai temi del suolo e della fitodepurazione. Può spiegarci perché ha scelto questi temi e perché sono così rilevanti oggi?

MM: Abbiamo scelto di dedicare «Orticolario» al tema della terra, con un focus particolare sul suolo e la fitodepurazione, perché questi elementi sono essenziali per la nostra sopravvivenza e per la salute del pianeta, ma spesso vengono trascurati o dati per scontati.

ARM: Il suolo non è solo il substrato da cui cresce il nostro cibo, cos’è?

MM: È un ecosistema complesso che regola la vita sulla Terra ed è minacciato dall’erosione, dall’inquinamento e dalle pratiche agricole insostenibili, ed è quindi vitale riportare l’attenzione su di esso, promuovendo una gestione responsabile.

La fitodepurazione, d’altro canto, rappresenta una straordinaria soluzione naturale per il trattamento delle acque e dei terreni inquinati. Utilizza le piante per filtrare e purificare l’acqua e il terreno in modo sostenibile, dimostrando che la natura stessa possiede le soluzioni per molti dei problemi ambientali che affrontiamo.

ARM: Il suolo è spesso considerato qualcosa di “invisibile” o dato per scontato. Come possiamo cambiare questa percezione e valorizzare l’importanza di un suolo sano e vitale?

MM: Per cambiare la percezione del suolo, che spesso viene considerato invisibile o dato per scontato, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza dell’importanza che esso riveste per la nostra vita e per il futuro del pianeta. Innanzitutto, dobbiamo educare le persone, a partire dai bambini e dai giovani, attraverso esperienze pratiche che li connettano alla terra. Coinvolgerli in attività come il giardinaggio, la coltivazione di orti o semplicemente l’osservazione della vita nel suolo può far comprendere loro quanto sia fondamentale un suolo sano per la produzione alimentare, la biodiversità e l’equilibrio degli orti.

A un livello più ampio, è necessario diffondere conoscenze scientifiche accessibili che spieghino il ruolo cruciale del suolo come regolatore del clima, produttore di cibo e habitat per la biodiversità. Progetti creativi, conferenze e laboratori come quelle che realizziamo a «Orticolario» possono essere una piattaforma per sensibilizzare l’opinione pubblica e creare una connessione emotiva per i nostri figli e nipoti.

AMR: Il rapporto tra nonni e nipoti spesso trascende le parole: c’è un legame che passa attraverso i gesti, le esperienze condivise. Crede che il contatto con la terra e il giardinaggio possano offrire un linguaggio silenzioso per costruire una connessione intergenerazionale?

MM: Sì, credo fermamente che il contatto con la terra e il giardinaggio possano offrire un linguaggio silenzioso e profondo per costruire una connessione intergenerazionale. C’è qualcosa di speciale nel condividere il gesto semplice e antico di piantare un seme o prendersi cura di una pianta. È un’attività che non richiede molte parole, ma che racchiude in sé significati profondi: il rispetto per il tempo, la pazienza, la cura e l’attenzione. Questi gesti diventano insegnamenti naturali, che possono essere trasmessi dai nonni ai nipoti in un modo intimo e duraturo. Il giardinaggio offre anche l’opportunità di lavorare insieme, di osservare la crescita e il cambiamento, di fare esperienza del ciclo della vita. Questo crea un terreno fertile, non solo in senso fisico, ma anche emotivo, dove le generazioni si incontrano in uno spazio comune fatto di condivisione e scoperta. Attraverso la cura di una pianta o di un giardino, si possono trasmettere valori come la responsabilità, l’importanza della pazienza e la bellezza della cura del mondo che ci circonda.

AMR: C’è un parallelo tra l’atto di piantare semi nella terra e l’idea di seminare idee, sogni o progetti nella vita?

MM: Sì, vedo un parallelo molto forte tra l’atto di piantare semi nella terra e il seminare idee, sogni o progetti nella vita. Ogni seme, che sia fisico o simbolico, rappresenta un inizio, un potenziale da coltivare con cura, pazienza e dedizione. Attraverso «Orticolario», il mio sogno, sento di aver piantato semi di consapevolezza, di bellezza e di amore per la natura. Ho cercato di creare un luogo in cui le persone possano riflettere sul loro rapporto con l’ambiente e trovare ispirazione per vivere in modo più sostenibile e consapevole. Ogni edizione è un’opportunità per piantare nuovi semi, che germogliano nelle menti e nei cuori dei visitatori, portandoli a vedere la natura non solo come uno sfondo, ma come una fonte di bellezza, di vita e di insegnamenti che possono arricchire la l loro quotidianità. Come nonno, i semi simbolici che sento di aver piantato sono quelli legati ai valori della cura, del rispetto e della connessione con la terra.

In definitiva, sia attraverso «Orticolario» che nel mio ruolo di nonno, mi impegno a seminare non solo idee, ma anche valori e visioni che possono crescere e portare frutti nel tempo, non solo per la mia famiglia, ma per la comunità e per le generazioni future

ARM: La bellezza della natura è al centro di «Orticolario», ma lei ha anche un forte legame con l’arte e la botanica attraverso la sua azienda tessile. Cosa rappresenta per lei la bellezza naturale, e come riesce a tradurla nelle sue creazioni?

MM: Ritengo che la bellezza naturale rappresenti un’espressione di armonia perfetta, di equilibrio tra forme, colori e ritmi che si ripetono e si trasformano nel tempo. È una bellezza che non è statica, ma che cambia con le stagioni, con la luce e con il passare del tempo. In «Orticolario», la celebrazione di questa bellezza va oltre l’estetica: è un invito a riscoprire il legame profondo che abbiamo con la natura e a riconoscerne l’importanza nella nostra vita.

Nel nostro lavoro tessile, cerchiamo di catturare questa essenza della natura e di tradurla in creazioni che non solo riflettono la sua bellezza, ma che portano con sé una parte della sua energia vitale. Le stampe botaniche sui tessuti sono un modo per rendere eterna la natura, per catturare un momento di perfezione naturale e trasformarlo in un oggetto che può essere ammirato e vissuto ogni giorno. In un certo senso, attraverso il tessuto, la natura entra nelle nostre case e nelle nostre vite quotidiane, ricordandoci costantemente la sua fonte di ispirazione.

ARM: La botanica è fonte di ispirazione per molti artisti, ma è anche una scienza che studia la vita delle piante.

MM: Credo che l’equilibrio tra arte e scienza sia fondamentale per comprendere pienamente il nostro rapporto con la natura. La scienza, e in particolare la botanica, ci offre una comprensione dettagliata dei processi vitali che regolano la vita delle piante e degli ecosistemi. Essa ci permette di studiare il mondo naturale con rigore, di scoprire i meccanismi che lo rendono così complesso e di sviluppare soluzioni per preservarlo. Tuttavia, la scienza da sola può essere percepita come distante o troppo tecnica, e qui entra in gioco l’arte, che riesce a comprendere queste conoscenze scientifiche in emozioni, immagini e esperienze che parlano direttamente al cuore delle persone, creando una connessione emotiva e spirituale con la natura.

In questo modo, l’arte ci avvicina alla natura in modo intuitivo, facendo sì che la comprensione razionale offerta dalla scienza diventi qualcosa di sentito e vissuto. Quando arte e scienza si uniscono, si creano un ponte tra mente e cuore, aiutandoci a vedere la natura non solo come un oggetto di studio, ma come una parte vitale di noi stessi, da proteggere.

In conclusione, il mio messaggio è: prendetevi cura del suolo su cui camminate, delle persone che incontrate e dei valori che coltivate, perché ciò che seminate oggi fiorirà domani, creando un futuro migliore per voi e per le generazioni che seguiranno.

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