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Dalla periferia al cuore: come i parchi rigenerano le città

Articolo. I parchi di periferia stanno trasformando le città in luoghi più inclusivi e sostenibili. Da spazi degradati, come il parco Ermanno Olmi di Bergamo, diventano centri di socialità e biodiversità, con progetti partecipativi e servizi innovativi. Modelli simili si trovano a Parigi, Copenaghen e Sydney.

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Un canestro, una risata intorno a un tavolo da picnic, un bambino che gioca su una giostra. È così che oggi immaginiamo i parchi di periferia: non più spazi dimenticati o etichettati come “boschi della droga”, ma motori di rinascita sociale e culturale, luoghi dove la comunità si ritrova e riscopre il piacere dello stare insieme.

Spesso considerata un limite, questa fascia urbana della periferia delle città, lontana dalle luci del centro, nasconde un potenziale enorme: quello di essere il luogo dove la comunità riscopre sé stessa, dove gli spazi verdi diventano ponti tra persone, storie e generazioni. I parchi di periferia stanno assumendo un nuovo ruolo, laboratori di socialità, cultura e sostenibilità.

Questo è il futuro che Bergamo sta costruendo per i suoi parchi. Così la città sta provando a riscrivere il destino delle sue periferie.

Come un fiore nell’asfalto: il parco Ermanno Olmi

Il parco della Malpensata , oggi rinominato parco Ermanno Olmi, è il simbolo della rinascita urbana e sociale di uno dei quartieri storicamente più complessi di Bergamo. Negli anni ’80 e ’90, l’area era sinonimo di abbandono e degrado, caratterizzata da parcheggi trascurati, spazi vuoti e problemi di sicurezza. Nonostante il crescente isolamento del quartiere, la Malpensata manteneva però una forte identità popolare, fatta di legami di vicinato e di resilienza.

La svolta decisiva arriva nei primi anni 2000, con alcuni tentativi di riqualificazione che portarono alla creazione di una prima versione del parco. Tuttavia, fu solo nel 2023, con l’annuncio della ristrutturazione completa, che il parco venne ufficialmente intitolato a Ermanno Olmi, figura cara alla città e maestro del cinema italiano, la cui poetica è sempre stata legata ai valori della natura, della semplicità e della comunità.

Il piano di riqualificazione, finanziato con 600.000 euro, prevede un’espansione del parco del 36%, portandolo a un’area di 17.392 metri quadrati. I lavori, che inizieranno all’inizio del 2025, non si limitano a una mera riorganizzazione dello spazio verde, ma mirano a creare un luogo che rifletta i desideri e le necessità dei residenti.

Area giochi inclusiva e innovativa: ispirata al tema delle api, sarà progettata per accogliere bambini di tutte le abilità, promuovendo l’inclusione.

Piazza per la comunità: una nuova area pavimentata offrirà uno spazio dedicato a feste, incontri e eventi.

Servizi per il tempo libero: tra cui tavoli da ping-pong, pergolati per il relax e un campo da basket riqualificato.

Incremento della biodiversità: con la piantumazione di centinaia di nuove essenze arboree e arbustive, il parco diventerà anche un habitat accogliente per insetti e piccoli animali.

Ciò che distingue il progetto è il coinvolgimento attivo della comunità locale, orchestrato da Legambiente Lombardia. Attraverso incontri e workshop, i residenti hanno contribuito alla progettazione del parco, portando idee e suggerimenti. Questo approccio partecipativo non solo garantisce che il parco soddisfi le esigenze del quartiere, ma rafforza anche il senso di appartenenza e responsabilità verso il nuovo spazio verde.

Connessioni e natura: il parco Baden Powell

Spostandoci nel quartiere Celadina, troviamo il parco Baden Powell , un esempio perfetto di come un’area verde possa unire funzionalità e sostenibilità. Questo spazio verde, intitolato al fondatore del movimento scout, ha subito una metamorfosi straordinaria, passando da semplice area ricreativa a nodo cruciale di connessione urbana. Creato negli anni ‘90, il parco ha acquisito un assetto più definito nel 2008 e, tra il 2022 e il 2023, è stato oggetto di una riqualificazione significativa grazie ai fondi del PNRR, per un totale di 1,2 milioni di euro.

I sentieri pedonali e ciclabili che lo attraversano lo rendono una tappa naturale per studenti, famiglie e pendolari, mentre le sue aree picnic invitano le persone a fermarsi e godersi il tempo all’aperto, trasformandolo in un luogo di incontro e convivialità. Sono stati introdotti nuovi giochi inclusivi, pavimentazioni antitrauma ed è stato promosso un incremento della biodiversità con la piantumazione di numerose specie autoctone.

La biodiversità è al centro del progetto, con aiuole fiorite che somigliano a piccoli giardini botanici e microhabitat pensati per attrarre insetti impollinatori. Già nei primi anni dalla sua inaugurazione, il parco ospitava attività di sensibilizzazione ambientale e giornate di volontariato, anticipando la tendenza odierna a rendere i parchi veri e propri laboratori di sostenibilità. Negli ultimi anni, infatti, il Parco Baden Powell è diventato un modello per la sostenibilità urbana, integrando soluzioni innovative come prati fioriti a bassa manutenzione e sistemi per la raccolta delle acque piovane.

Con gli ultimi interventi di bonifica di quest’anno il parco si conferma un esempio di rigenerazione urbana, dimostrando che gli spazi verdi non sono solo decorativi, ma possono migliorare significativamente la qualità della vita, rafforzare il legame tra le persone e il loro territorio e fungere da ponte tra le comunità circostanti.

Il parco Ardens: energia e movimento

Il parco Ardens, situato nel quartiere San Tomaso, deve il suo nome all’antico toponimo della zona, che un tempo indicava terreni fertili attraversati da canali d’irrigazione.

Nato nei primi anni 2000 come parte di un più ampio progetto di riqualificazione delle aree sportive del quartiere, il parco è cresciuto negli anni per rispondere alle esigenze della comunità locale, trasformandosi in un punto di riferimento per il tempo libero e lo sport.

Con il passare del tempo, il focus del parco Ardens si è spostato sull’inclusività e sulla promozione del benessere, offrendo spazi adatti a persone di tutte le età e a una varietà di attività fisiche. Campi da basket e calcetto attirano giovani e famiglie, mentre percorsi fitness e aree per yoga e pilates invitano a prendersi cura del proprio corpo e della propria mente.

Gli interventi del 2023, realizzati grazie a un investimento di 450.000 euro, hanno ulteriormente potenziato le infrastrutture del parco, ampliando l’offerta di servizi e consolidandone il ruolo come centro di aggregazione moderno e vivace, dove movimento, socialità e natura convivono in armonia.

Parco Caterina Cittadini

Non lontano, nel quartiere di Loreto, il Parco Caterina Cittadini ha subito un’evoluzione simile. Questo parco storico è stato trasformato per rispondere alle esigenze di una popolazione dinamica e diversificata. Al centro del suo design si trova una moderna area dedicata al calisthenics, ideale per gli appassionati di fitness e per chi desidera avvicinarsi all’allenamento all’aperto. Il parco ospita regolarmente eventi culturali e laboratori, contribuendo alla coesione sociale e alla creatività del quartiere.

Uno sguardo al mondo: le periferie che ispirano

Bergamo non è sola in questa rivoluzione verde. In tutto il mondo, città stanno investendo nei parchi di periferia, trasformandoli in spazi iconici e innovativi.

A Parigi , il parc de la Villette ha trasformato un’area industriale in un parco culturale, con spazi per eventi, installazioni artistiche e grandi aree verdi. A Copenaghen, il Superkilen celebra la multiculturalità della città con design ispirati a culture di tutto il mondo. E ancora Millennium Parklands a Sydney è nato grazie al recupero un’ex discarica e area industriale nella periferia di Homebush Bay. Ospita laghi artificiali, aree gioco e spazi per eventi, integrando natura e urbanistica.

Questi esempi dimostrano che i parchi non sono solo luoghi di svago, ma strumenti di rigenerazione sociale, culturale e ambientale, capaci di trasformare il tessuto urbano e la percezione stessa delle periferie.

La salvezza delle città inizia dalla periferia

I parchi di periferia sono molto più di spazi verdi: sono il futuro delle città, luoghi dove si costruisce una società più inclusiva, sostenibile e connessa. A Bergamo, con progetti come quelli del parco Ermanno Olmi, del Baden Powell e dell’Ardens, si dimostra che la periferia non è un limite, ma un’opportunità.

Se un tempo erano considerati spazi da evitare, oggi i parchi sono i protagonisti di una rinascita che coinvolge non solo il verde, ma anche le persone. È il momento di guardarli con occhi nuovi, di abbracciare il loro potenziale. Perché la salvezza delle città non arriverà dai centri storici, ma dalle periferie, dai loro parchi, dai loro eroi verdi.

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