Era il 1999 e alla radio impazzava la hit “50 Special”, brano d’esordio e (forse) testamento dei prematuramente scomparsi Lùnapop. Erano anche gli anni dell’impazzata furiosa dei monopattini, che agli occhi di una bimbetta in erba quale ero rappresentavano l’alternativa perfetta all’iconica Vespa (che per ovvie ragioni anagrafiche non potevo permettermi). Cruccio dei crucci, i miei genitori non me ne hanno mai comprato uno.
Un rimpianto ampiamente superato dopo una prova su strada al Seridò qualche tempo più tardi, dove ebbi modo di testarne uno sfrecciando (si fa per dire) su una pista allestita all’interno dei capannoni. Dopo un paio di giri mi fu chiara una cosa: per quanto fosse un mezzo simpatico, preferivo la bicicletta.
Da allora non ho più ripensato all’agile monopattino a spinta. Questo fino a qualche mese fa, quando il nostro è tornato di gran moda in una nuova versione fiammante, all’insegna della micromobilità elettrica. Un’espressione che indica tutti quei veicoli elettrici impiegati per coprire tragitti di breve o medio raggio, in contesti per lo più urbani.
Vuoto normativo
Così, anche a Bergamo ha avuto avvio una meravigliosa favola, accolta con fervore da chi da tempo cercava una soluzione pratica e soprattutto green per muoversi in città. I monopattini elettrici garantiscono infatti spostamenti agili, sono poco ingombranti (quindi ideali per chi ha a disposizione uno spazio limitato in casa), leggeri e rappresentano un’alternativa decisamente ecologica all’uso di auto e moto.
Ma come in tutte le storie più belle, anche qui ha ben presto fatto la sua comparsa uno dei nemici per eccellenza delle novità: il famigerato “vuoto normativo”. Una minaccia ora scampata, grazie a un emendamento presentato alla Legge di Bilancio 2020 approvata di recente che ha riconosciuto il monopattino elettrico al pari del buon vecchio velocipede e quindi rispondente in tutto al Codice della strada.
Via libera al monopattino elettrico dunque, anche nella nostra provincia. Facendo riferimento all’Assessore della Mobilità di Bergamo, Stefano Zenoni, ecco quello che dovete sapere sulla micromobilità in città.
Monopattini, monowheel, segway e hoverboard: mezzi diversi, norme diverse
Cominciamo dal principio: i mezzi della micromobilità elettrica non sono tutti uguali. Il monopattino è un mezzo a due o più ruote, costituito da una pedana, un manubrio e un freno collocato generalmente sulla ruota posteriore. Può essere tradizionale (e in questo caso funziona a spinta) o elettrico. Si distinguono poi modelli per bambini, a spinta, più leggeri e modelli elettrici, caratterizzati da potenze ridotte. Per gli adulti, i monopattini sono invece più pesanti, resistenti e caratterizzati da una potenza maggiore.
Sappiate inoltre che esistono anche i Roller Buggy (i passeggini-monopattino) e i trolley monopattino: noi però qui ci riferiamo soprattutto al monopattino elettrico, che attualmente può circolare anche a Bergamo secondo le stesse norme delle biciclette, con i dovuti limiti di potenza e velocità che elencheremo nelle prossime sezioni.
Ancora banditi dalle nostre strade tutti gli altri mezzi della micromobilità elettrica, relegati fino a data da destinarsi ai comuni che hanno avviato una fase di sperimentazione ad essi dedicata. In questa categoria rientrano i monowheel (veicoli monoruota autobilancianti), i segway (dispositivi elettrici formati da una pedana a due ruote orientabili attraverso un manubrio) e gli hoverboard (non quello di Marty McFly bensì dei veicoli a ruote parallele autobilancianti).
Equipaggiamento richiesto
Dal Comune ci informano: come per le bici, anche nel caso dei monopattini elettrici non sono obbligatori particolari accessori di protezione. Quindi, ginocchiere, gomitiere e casco sono a vostra discrezione, ma non strettamente necessari.
In compenso, sono obbligatori i sistemi di segnalazione acustica (il classico campanello), di illuminazione frontale e posteriore per le ore serali e il giubbotto catarifrangente per la circolazione su strade al di fuori dai centri urbani o nelle gallerie.
Non sono obbligatorie invece la patente e l’assicurazione, sebbene quest’ultima sia caldeggiata per la propria e altrui sicurezza.
Circolazione, limiti e sicurezza
Lo abbiamo già sottolineato: da quest’anno i monopattini elettrici sono equiparati alla classica bicicletta. Questo si estende anche alle norme e alle aree dove è possibile circolare. Dunque, via libera ai monopattini sulle piste ciclabili e in quelle aree dove è consentito il transito della bicicletta. Vietata invece la circolazione su marciapiede, a meno che non si tratti di un marciapiede ciclopedonale, oltre che sulle extraurbane principali e autostrade.
E i limiti? A livello di potenza, i monopattini elettrici devono avere una potenza inferiore ai 500 watt, mentre la velocità non deve superare i 20 kilometri orari. Da evitare, come dovrebbe essere dettato dal buonsenso, comportamenti alla guida potenzialmente rischiosi.
Stesse regole della bici per i parcheggi, anche se ormai, avendo a disposizione mezzi pieghevoli e leggeri, non dovrebbe essere difficile riuscire a stipare il proprio “bolide” vicino alla scrivania dell’ufficio.
Questioni irrisolte
Data la recente introduzione dei monopattini nel mondo della “legalità”, ovviamente circolano ancora diversi dubbi sulla questione. A livello tecnico e normativo, i due principali riguardano l’eventuale obbligo di patentino per i minorenni armati di monopattino elettrico e se sia necessario, da parte dei comuni, provvedere all’installazione di una apposita segnaletica stradale.
Altri riguardano invece una percezione soggettiva delle persone comuni: diversi si interrogano sulla presunta o meno pericolosità del mezzo per i pedoni, date le velocità non indifferenti che possono raggiungere.
Una serie di questioni ancora aperte, ma che si spera saranno risolte nel prossimo futuro. Nel frattempo, ci limiteremo ad apprezzare quanto sia bello andare in giro con un monopattino sotto i piedi.