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#amisuradibici: e se quest’anno andassimo in vacanza in bicicletta?

Articolo. Cresce di anno in anno il numero di persone che si dedicano al cicloturismo, una forma di viaggio avventuroso, sostenibile, economico e salutare in cui il mezzo di trasporto principale è la bicicletta. Ecco qualche consiglio pratico per intraprendere una vacanza sulle due ruote

Lettura 5 min.

Viaggiare in bicicletta è davvero per (quasi) tutti, non importano età, condizioni fisiche, allenamento, esperienza, capacità di meccanica e nemmeno budget. Ma da dove cominciare? Beh, non servono grandi pre parativi, è necessario trovare una bici, scegliere una destinazione o, meglio, una direzione, preparare i bagagli e iniziare a pedalare. Ecco qualche consiglio pratico per chi desidera inforcare le due ruote alla scoperta di nuovi orizzonti.

A meno che non stiate programmando di viaggiare su strade sconnesse e ripide, ogni tipo di bicicletta va bene. Non serve spendere migliaia di euro per avere due ruote futuristiche, soprattutto se partite per la prima volta. Io ho effettuato quasi tutti i miei viaggi con una vecchia bici da corsa a cui ho montato un portapacchi. In generale è consigliabile una bici comoda, con un po’ di rapporti per le salite, copertoni non troppo sottili e un portapacchi robusto e ben ancorato al telaio, ma c’è gente che viaggia davvero con ogni sorta di mezzo. Mi è capitato per esempio di leggere «PedalAnde», il racconto autobiografico di Beatrice Filippini, che a 27 anni ha attraversato in solitaria il sud America in sella ad una bici pieghevole, o di Roberto Fanni, che ha percorso la via Francigena con una «graziella» comprata a 10 euro.

L’equipaggiamento dipende sostanzialmente dal tipo di vacanza che volete fare, se alloggiate in hotel o bed and breakfast sarà sufficiente portare qualche capo di abbigliamento e il necessario per il viaggio (mappe, telefono, kit di riparazione della bici); se invece preferite qualcosa di più “selvaggio” allora dovrete portare anche il necessario per dormire e per cucinare. In questo caso procuratevi un paio di borse capienti (20-25 litri l’una): ne esistono di varie tipologie, da quelle più tecniche e costose per i lunghi viaggi a quelle più semplici ed economiche da usare tutti i giorni. È utile anche una piccola borsa o un piccolo marsupio da legare al manubrio per gli oggetti più preziosi e di frequente utilizzo (macchina fotografica, mappa, k-way..). Per l’acquisto della bici e del bagaglio esistono vari forum online oppure è possibile rivolgervi al proprio ciclista di fiducia. A Bergamo il negozio di riferimento per i ciclo viaggiatori è «BikeFellas» di cui abbiamo già parlato qui. In ogni caso non caricate la bici oltremodo, siete voi che pedalate!

La meta

Dove andare dipende per lo più dal tempo a disposizione, in ogni caso più della destinazione conta l’itinerario poiché viaggiare in bici significa essenzialmente immergersi in un territorio e assaporare i luoghi e gli incontri giorno per giorno. Se avete poco tempo una buona opzione consiste nell’inforcare le due ruote proprio da casa per scoprire gli angoli meno noti del proprio territorio. In alternativa si può prendere un treno e raggiungere qualche località in prossimità di un itinerario cicloturistico da dove iniziare a pedalare. Io personalmente sconsiglio di prendere l’aereo, soprattutto se avete a disposizione poco tempo; a parte le complicazioni di impacchettare la bicicletta, volare in qualche località esotica per poi pedalare solo qualche giorno è un po’ limitante, senza contare che viene compromessa la sostenibilità della vacanza, un tratto distintivo del cicloturismo.

Per quanto riguarda la meta, è bello arrivare in una città d’arte, al mare, a casa di amici o in una località a cui siete legati o che vi ispira per qualche ragione in particolare. Se siete in cerca di spunti, potete visitare i siti dedicati – tipo Bicitalia o BikeItalia – che presentano diverse proposte di cicloturismo corredate dai dettagli tecnici oppure le numerose pagine internet per i viaggiatori a pedali.

L’itinerario

È inutile pianificare nel dettaglio giorno per giorno: il meteo, gli imprevisti e gli incontri sicuramente modificheranno il viaggio e questo è uno degli aspetti più interessanti del cicloturismo. Pianificate l’itinerario prediligendo ciclabili o strade secondarie per poter godere dei paesaggi e della tranquillità dei luoghi meno frequentati. Tenente in considerazione i chilometri e il dislivello, in media 50-70 km e 300-500 metri positivi al giorno sono fattibili, ma se viaggiate con bambini o affrontate salite particolarmente impegnative è bene accorciare le tappe. Un itinerario flessibile, con eventuali scorciatoie o tappe aggiuntive, permette di effettuare aggiustamenti in funzione delle condizioni fisiche, del meteo e di eventuali imprevisti.

Se siete alle prime armi e non avete mai fatto un viaggio in bici potete percorrere un tratto di «EuroVelo», la rete ciclabile che si estende per più di 95mila chilometri in tutta Europa. In Italia passano tre itinerari: la via Mediterranea, che si snoda da Cadice ad Atene attraversando il nord Italia lungo il fiume Po, la via Francigena, che collega Canterbury a Brindisi passando per Roma, e la via del Sole, che corre da Malta a Capo Nord attraversando tutto lo Stivale. Se invece siete più rodati potete pianificare voi stessi l’itinerario, cercando il percorso migliore che collega i luoghi di vostro interesse, per questo possono essere d’aiuto alcune app come «Koomot» e «Openrunner».

Dopo una giornata sui pedali bisogna assicurarsi di avere un tetto sotto il quale riposare. D’estate io preferisco il cielo stellato, o se proprio la tenda; mi è capitato però di chiedere ospitalità lungo la strada che è un bel modo per incontrare le persone e vivere l’imprevedibilità del viaggio. In alternativa ci sono campeggi, ostelli e alberghi dedicati alle due ruote.

I numeri del cicloturismo

Secondo ISNART, l’Istituto Nazionale delle Ricerche Turistiche, l’anno scorso in Italia ci sono stati 9 milioni di cicloturisti, più del doppio rispetto al periodo pre- Covid (erano 4.4 milioni nel 2019), che hanno generato un impatto economico di oltre 1 miliardo di euro. La maggior parte dei viaggiatori sulle due ruote ha un’età compresa tra i 28 e i 41 anni (38%), anche se c’è una quota significativa con un’età superiore (32% tra i 42 e i 57 e un 17% tra i 58 e i 72 anni) e un 10% sotto i 28 anni. I cicloturisti sono equamente ripartiti tra maschi (55%) e femmine (45%) e viaggiano per lo più con il partner (30%) o in famiglia (27%), anche se non mancano ciclisti solitari (22%) o con amici (21%). Le regioni più ambite per le due ruote sono il Veneto (19%), il Trentino-Alto Adige (16.5%) e la Toscana (11.4%), che da sole rappresentano metà delle destinazioni, anche se tutta la nostra Penisola è apprezzata dagli amanti delle due ruote per la varietà paesaggistica, l’arte e la cultura, il buon cibo e il clima.

Il settore cicloturistico, in piena espansione in tutta Europa (Italia compresa), è però frenato dalla qualità degli itinerari ciclistici italiani che sono ancora frammentati e su sede promiscua. Inoltre mancano servizi di intermodalità, soprattutto nelle aree interne, che consentono di combinare la bici al trasporto pubblico. Migliorare questi aspetti è sicuramente il primo passo per rendere il nostro Paese a misura di ciclo viaggiatore e accrescere un settore turistico molto strategico. Gli aspetti che rendono quest’attività particolarmente competitiva sono la flessibilità, poiché il cicloturismo può essere praticato in qualsiasi contesto ambientale dalla montagna alla pianura, la trasversalità intergenerazionale favorita anche dall’avvento delle bici elettriche, la socialità, dovuta al fatto che le due ruote sono accessibili a classi sociali diverse e che si creano interazioni e occasioni di socializzazione tra locali e turisti, e la sostenibilità, data dal basso impatto ambientale della bici rispetto a chi si muove in auto o in aereo.

Infine, il cicloturismo contribuisce a decongestionare e destagionalizzare i flussi portando benefici economici alle aree meno frequentate in antitesi al turismo mordi e fuggi, incentivato dai voli low cost, che causa accentramento, inquinamento e urbanizzazione selvaggia. Ma soprattutto il cicloturismo è un’esperienza che restituisce valore al tempo, scandito dal ritmo dei pedali, favorisce un contatto diretto con l’ambiente che ci circonda rimodellando il nostro rapporto con lo spazio e contribuisce a creare un’interazione più profonda con le persone, i compagni di viaggio e quelle che incontriamo. Cosa aspettate dunque? In sella!

Tutte le foto sono di Luca Bonacina

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