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#amisuradibici: quanto è ciclabile la nostra città?

Articolo. La corsa verso una mobilità sostenibile è sempre più sentita, ma cosa rende davvero una città “ciclabile”? Sicuramente la presenza di infrastrutture apposite, servizi di bike sharing e posteggi per le due ruote. Eppure, questi aspetti non sono indicativi se le persone non pedalano. Ecco un elenco degli indicatori principali utilizzati per valutare la ciclabilità e per ognuno di essi la posizione occupata dalla nostra città

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(Foto Luca Ponti_shutterstock.com)

Una città si definisce ciclabile se capace di accogliere e supportare la circolazione sulle due ruote in tutto il suo territorio. Questo richiede non soltanto l’esistenza di una rete infrastrutturale, ma anche di politiche pubbliche adeguate. Negli ultimi anni, numerose città hanno intensificato gli sforzi per incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e contemporaneamente sono stati sviluppati indicatori per misurare la ciclabilità urbana. Scopriamo quali sono gli strumenti di valutazione esistenti e vediamo come si colloca la città di Bergamo.

L’applicazione WeCity

WeCity è un’applicazione sviluppata per valutare la qualità ciclabile delle strade urbane attraverso un algoritmo che analizza chilometri mappati, presenza di piste ciclabili e recensioni degli utenti. La logica è un po’ quella di TripAdvisor e dunque molto soggetta al numero di valutazioni e al criterio del singolo. Banalmente, lo stesso percorso recensito da un cittadino di Amsterdam e di Milano otterrebbe un punteggio totalmente diverso, dato dai diversi standard di qualità a cui i ciclisti dei due contesti sono abituati.

Attualmente Bergamo è in coda alla classifica delle 27 città italiane prese in considerazione da WeCity, ma si tratta di una classifica inconsistente per i motivi di cui sopra; se volete che guadagni qualche posizione vi invito ad usare l’app durante i vostri spostamenti in bici.

I chilometri ciclabili

L’indicatore più usato per valutare la ciclabilità urbana è l’estensione chilometrica delle ciclabili. Si ritiene che più piste ci siano più aumenta l’uso delle biciclette. Tuttavia, le piste ciclabili, da sole, non sono sufficienti a rendere un territorio fruibile alle due ruote e, soprattutto, non è detto che vengano utilizzate. Ci sono città con pochi percorsi ciclabili ma molte biciclette e, al contrario, città con tanti percorsi ma poche bici. Per esempio, in Italia dal 2008 al 2015 le piste ciclabili sono raddoppiate, ma la percentuale di cittadini che utilizza la bici è rimasta stabile al 3.6% . Attualmente Confindustria ANCMA e Legambiente stimano una mobilità sulle due ruote media del 4.1% sul territorio nazionale.

Nonostante l’inappropriatezza dell’estensione chilometrica delle piste come indicatore di ciclabilità, amministrazioni, giornali e associazioni di categoria continuano a usare questo indicatore perché è facilmente calcolabile. Spesso si tratta più che altro di uno strumento di propaganda politica per mostrare impegno nella mobilità sostenibile a prescindere dall’efficacia degli interventi realizzati.

Attualmente a Bergamo città ci sono 75 chilometri di percorsi dedicati alle bici , aumentati notevolmente negli ultimi anni (erano 56 nel 2020 e 45 nel 2015); essi includono piste ciclopedonali (38 km), piste ciclabili esclusive (9 km) e bike lanes (28 km). Proprio perché le biciclette non si muovono solo sulle ciclabili, una valutazione più ampia tiene in considerazione anche altre infrastrutture che agevolano le due ruote, quali zone a velocità moderata (<30 km/h) e itinerari nel verde urbano.

Secondo l’ultima valutazione di Legambiente, nel 2018, Bergamo si posizionava al trentaduesimo posto nella classifica delle città italiane per estensione di infrastrutture ciclabili, con 9.8 metri equivalenti per abitante (m/A).

Posteggi bici e bike sharing

Altri indicatori spesso associati all’estensione delle ciclabili sono il numero di posteggi bici e il servizio di bike sharing . Attualmente Bergamo offre 2805 posteggi, una velostazione e 370 bici a disposizione, di cui 20 a pedalata assistita, posizionandosi ai vertici nazionali. Con questi interventi la città si è aggiudicata il riconoscimento dell’Urban Award nel 2022 per l’impegno nella mobilità sostenibile.

Secondo l’ultima classifica di Confindustria e Legambiente, del 2023, Bergamo con 6.7 bici ogni 1000 abitanti si colloca al quarto posto tra le città italiane che dispongono del servizio di bike sharing . Milano primeggia con 3.46 bici ogni 1000 abitanti disponendo di una flotta di 22.000 biciclette di cui 11.800 a pedalata assistita.

L’indice di Copenaghen

Gli indicatori finora esaminati sono principalmente focalizzati sulle infrastrutture ciclabili, presentando una visione limitata della ciclabilità urbana. Un indicatore più olistico è il Copenhagenize index, che si distingue per tenere in conto diversi aspetti: infrastrutturali (piste ciclabili, servizi per le bici e zone a traffico limitato), culturali (divario di genere nell’utilizzo della bici, percentuale di adulti e bambini che si muovono in bici, attenzione ai ciclisti, sicurezza e numero di bici cargo) e politico-programmatici (presenza e sostegno alle associazioni ciclistiche, numero di politici che si muovono in bicicletta e interventi per promuovere le due ruote).

L’indicatore è stato creato da un’azienda privata specializzata in mobilità sostenibile che dal 2011 periodicamente stila una lista delle 20 città più ciclabili del mondo, tra le quali non è mai entrata a far parte nessuna realtà italiana. Sebbene completo, questo strumento è stato criticato per la metodologia non pubblica e dunque inapplicabile al di fuori dell’azienda che rende le classifiche stilate non verificabili.

La ripartizione modale del traffico

Nel valutare quanto una città è bike-friendly, non ci si può limitare soltanto ad esaminare le infrastrutture ciclabili e i servizi dedicati, ma è cruciale comprendere quanto la popolazione effettivamente pedala. Per questo, in alcuni centri urbani vengono eseguite misurazioni per stimare la ripartizione modale del traffico e dunque la quota rappresentata dalle biciclette. Una maggiore percentuale di spostamenti sulle due ruote ovviamente è indice di una maggiore ciclabilità. Città come Amsterdam, Utrecht e Copenaghen vantano oltre il cinquanta percento della popolazione che utilizza regolarmente la bicicletta, mentre in Italia il massimo si aggira intorno al 28%, nelle città di Bolzano e Pesaro.

Sebbene la classifica di Legambiente sia limitata a solo 12 città per scarsità di dati, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) di Bergamo rivela che attualmente i ciclisti costituiscono il 21% del traffico cittadino.

Nell’analisi degli indicatori finora esaminati emerge un limite: essi valutano la ciclabilità prendendo in considerazione quasi esclusivamente la zona interna ai confini cittadini. Tuttavia, fondamentale risulta comprendere il rapporto tra la città e la periferia soprattutto nei contesti fortemente urbanizzati e interessati da un pendolarismo consistente come Bergamo. Questo aspetto sarà affrontato prossimamente.

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