La strada provinciale SP 42 collega Bergamo con Treviglio, il secondo comune più popolato della provincia, costituendo un importante asse interurbano che passa per i comuni di Stezzano e Verdello. Questa direttrice è ancora sprovvista di un’infrastruttura ciclabile che promuova la mobilità dolce e i tratti ciclabili sono davvero pochi. La provinciale è stretta, trafficata e poco illuminata. Parallela a questa provinciale corre anche la linea ferroviaria Bergamo – Treviglio che, in trenta minuti, porta a destinazione fermandosi a Stezzano, Levate, Verdello-Dalmine, Arcene e Treviglio Ovest. Ma la vera partita si gioca sulla contestata realizzazione del collegamento autostradale della BreBeMi e il casello della A4 di Dalmine: un’opera da 565milioni, iva esclusa, finanziata dalla Regione Lombardia con 146. Una scelta che sta facendo molto discutere.
Sono numerosi infatti i documenti e gli appelli sollevati da associazioni di categoria e cittadini, che evidenziano i danni economici e ambientali di un territorio che negli ultimi anni ha subito una cementificazione selvaggia. Nonostante ciò, Società Autostrade e Regione Lombardia continuano a sostenere che l’opera “hi-tech e sostenibile” rappresenta «un volano all’economia del territorio».
Proseguendo con la mappatura della ciclabilità del territorio bergamasco, ho pedalato da Verdello alla stazione di Bergamo per valutare quanto l’accesso al centro città dalla parte sud-sud-ovest sia a misura di bici.
L’itinerario si sviluppa quindi lungo la SP 42 fino a Colognola, dove si innesta sull’asse interurbano Seriate – Treviolo appena ad ovest della circonvallazione dell’autostrada; da lì il percorso continua in via S. Bernardino fino in centro città. A meno di improbabili e tortuose stradine secondarie, la via di accesso a Bergamo avviene tramite la strada provinciale, ad eccezione del tratto di Stezzano dove è preferibile attraversare il centro abitato. I tratti ciclabili presenti sono a lato della strada. Come per la scorse puntate, ho valutato la ciclabilità sia del percorso stradale sia di quello ciclabile (dove presente) secondo gli indicatori riassunti nell’immagine qui sopra.
Da Verdello a Colognola
Al municipio di Verdello saliamo in sella e imbocchiamo via Roma in direzione nord, pedalando nel viale alberato a bordo strada. Dopo 250 metri, la ciclopedonale termina e siamo costretti a spostarci sulla carreggiata principale che teniamo per poco meno di 4 km sino alla rotonda a sud del comune di Stezzano. La strada provinciale è piuttosto trafficata, le auto viaggiano a gran velocità e non vi è illuminazione per cui l’itinerario non è per nulla confortevole. Dalla rotonda imbocchiamo via Dante e ci dirigiamo verso il centro abitato, seguiamo i sensi unici e giungiamo in Piazza Libertà, dove si affaccia la splendida villa Moroni. Da qui è presente un tratto ciclopedonale di 650 metri che, costeggiando via Bergamo, porta fuori dal centro sino alla rotonda dove si riprende la provinciale SP 42. Proseguiamo dunque verso nord lungo la provinciale fino al quartiere di Colognola.
Per i primi 700 metri è possibile percorrere, sul lato est, il tratto ciclopedonale della direttrice “D” del «Biciplan» che garantisce una maggior sicurezza, poi è necessario rimettersi in carreggiata sino al cavalcavia autostradale, dove è possibile riprendere una ciclopedonale appena ultimata (lato ovest) che prosegue per circa 700 metri fino all’Istituto Belotti. Da qui all’Asse Interurbano Seriate-Treviolo, che separa i quartieri di San Tomaso e Colognola, non vi sono altri tratti ciclabili. Se decidiamo di percorrere le ciclopedonali dobbiamo mettere in conto sei attraversamenti dovuti all’immissione di strade laterali, per il resto l’itinerario si svolge sulla carreggiata principale, a fianco delle automobili.
Da Colognola a Bergamo
Superato il quartiere di Colognola e attraversata la circonvallazione «Pompiniano», entriamo nel quartiere di San Tomaso, imboccando via San Bernardino che percorriamo fino a Largo Tironi, la grande rotonda che c’è tra la sede universitaria di via Caniana, la biblioteca Tiraboschi e il sottopasso ferroviario. Pieghiamo poi ad ovest in via S. Giorgio e poi continuiamo per via Simoncini e via Bonomelli fino a giungere al piazzale della stazione ferroviaria.
In questa seconda parte dell’itinerario ci sono nove semafori e l’unico tratto ciclabile è quello di via S. Giorgio, caratterizzato dalla presenza delle corsie tratteggiate a bordo carreggiata.
Efficacia e sicurezza del percorso
Verdello dista da piazzale Marconi 10.5 chilometri, che richiedono 42 – 48 minuti di pedalata a seconda che venga seguita sempre la carreggiata o anche i pochi tratti ciclabili. Il percorso è poco sicuro, soprattutto nel tratto Verdello-Stezzano e Stezzano-Colognola. Se scegliamo di percorrere le ciclabili allunghiamo di poco il tragitto (6 minuti, il 13% di tempo in più), ma siamo costretti a fermarci diverse volte per attraversare la strada (6 attraversamenti aggiuntivi). La problematica principale di questa via d’accesso a Bergamo è l’assenza di ciclabili che non coprono neanche il 30% del tragitto. Dunque, non solo non viene incentivata la mobilità sulle due ruote lungo la direttrice Treviglio – Bergamo (in questo caso da Verdello a Bergamo), ma neanche garantita la sicurezza dei pochi ciclisti presenti.
Come ridurre il traffico della Treviglio-Bergamo
La provinciale SP 42 è una direttrice di accesso al capoluogo altamente trafficata. Secondo il «Piano della mobilità sostenibile» del Comune di Bergamo, ogni giorno transitano poco meno di 8000 autoveicoli in entrata e circa 7500 in uscita, che costituiscono il 5% del traffico totale che gravita su Bergamo.
Come ridurre il traffico di questa direttrice e i problemi ad esso connessi? Le opzioni sono molteplici. Innanzitutto, si può puntare ad una riqualificazione della rete viaria esistente, sciogliendo i nodi più critici. Gli studenti e i pendolari, inoltre, chiedono un rafforzamento della ferrovia Bergamo – Treviglio con il prolungamento del percorso delle due linee S5 e S6, Varese –Treviglio e Novara –Treviglio, fino a Bergamo.
E ancora, «BikeItalia» ha proposto la realizzazione di una «super ciclabile» modello nordeuropeo, un asse di mobilità leggero che, oltre a collegare Treviglio con Bergamo, metta in relazione anche i vari comuni attraversati dal tracciato. La combinazione della «super ciclabile» e della linea ferroviaria può rappresentare una valida strategia di riduzione del traffico automobilistico, consentendo finalmente di muoversi sulle due ruote in sicurezza e promuovendo l’intermobilità treno, bici e anche monopattino.
Tornando alla questione del collegamento autostradale, costruire un’infrastruttura per le automobili per ridurre il traffico non è sempre la soluzione: a volte si ottiene proprio l’effetto contrario. Il traffico esistente non dipende infatti solamente dal numero di strade, ma anche dal comportamento dei singoli veicoli.
Si tratta del «paradosso di Braess», dal nome del matematico tedesco che per primo dimostrò come l’estensione della rete stradale può portare ad un aumento del numero di auto in circolazione a causa di una domanda indotta. Banalmente se ci sono 100 persone che percorrono in auto il tratto stradale «A», quando viene creata una nuova strada «B» non è detto che le 100 persone si dividano e percorrano le due strade. È probabile che altre persone vengano incentivate ad utilizzare l’auto, ingolfando ulteriormente il traffico. È quello che è successo praticamente ovunque, tanto che le città che sono riuscite a diminuire il traffico hanno agito proprio in maniera opposta, riducendo il numero di parcheggi e destinando la superficie stradale esistente ai mezzi pubblici e alle biciclette.