Dalle ore 7 alle 9 circa del mattino, una fila pressoché ininterrotta di auto, rigorosamente occupate da un unico passeggero, percorre il provinciale della Val Seriana, tentando di entrare in città. Velocità media: 5-10 km/h quando va bene, praticamente poco più di un pedone. La stessa scena si ripete verso le 18. Sorge spontanea la domanda: perché ci sono così tante persone che si spostano in auto nonostante non sia per nulla agevole? Non ci sono altre opzioni?
Sicuramente c’è il tram, che dal 2009 traghetta migliaia di persone (3.2 milioni nel 2022) tra Albino e Bergamo e, che infatti, viene scelto sia per la difficoltà di parcheggio (dal 46,5% degli utenti), sia per la mancanza di alternative (dal 21,5% degli utenti) sia per evitare lo stress dell’auto (dal 18% degli utenti).
L’altra possibilità è la bicicletta: economica, veloce e facile da posteggiare. Ma è davvero fattibile muoversi in bici in Val Seriana? Ed è sicuro?
Per scoprirlo, ho inforcato le due ruote e ho valutato la ciclabilità dei due itinerari principali che collegano Nembro a Bergamo: il provinciale (ovvero il tragitto che farebbe un automobilista) e il percorso ciclopedonale che si snoda lungo le rogge e la tramvia. Esiste anche la bellissima ciclovia del Serio, che corre però lontano dai paesi e si interrompe a Ranica. Non viene quindi usata dai lavoratori che ogni giorno raggiungono Bergamo, ma dagli appassionati che si mettono in marcia nel weekend.
Di entrambi gli itinerari ho considerato l’efficacia e la sicurezza. Un percorso è tanto più efficace quanto è più diretto e continuo; è tanto più sicuro quanto è minore la possibilità di incorrere in incidenti, in primo luogo con veicoli a motore e in secondo luogo con pedoni e ciclisti di entrambi i sensi di marcia.
Il provinciale
Cominciamo con il primo itinerario. Dal municipio di Nembro imbocchiamo il provinciale stando sulla corsia ad uso esclusivo delle bici, attraversiamo la rotonda nei pressi del Trony, proseguiamo su via Roma stando sul largo marciapiede e raggiungiamo la rotonda del leone. Continuiamo poi sulla carreggiata principale costeggiando i centri abitati di Alzano Sopra, Alzano Lombardo e Ranica fino alla chiesa di Torre Boldone. In via Reich la carreggiata si fa più stretta rendendo il tratto abbastanza pericoloso, poi si riallarga e iniziano le corsie ciclabili tratteggiate, inaugurate dopo il primo lockdown.
Sempre stando nelle corsie ciclabili, a tratti intermittenti, percorriamo via Corridoni, via Suardi e via Camozzi, passiamo in Porta Nuova e svoltando a sinistra arriviamo in stazione. In alternativa, all’altezza di Borgo Santa Caterina si può svoltare in via fratelli Bronzetti (e in seguito via Angelo Maj e via Foro Boario) giungendo a destinazione ancora più rapidamente. Ci sono infatti solo quattro semafori (invece di dieci), ma mancano le corsie ciclabili.
Il percorso ciclopedonale
Rimettiamoci in sella. Dal municipio di Nembro scendiamo verso la fermata del tram dove imbocchiamo la ciclovia delle rogge, che in poco tempo ci porta ad Alzano Sopra. Oltrepassiamo il centro abitato e sempre lungo la roggia giungiamo al Parco Montecchio. Dopo un doppio attraversamento (senza semaforo) costeggiamo il Cimitero di Alzano (discesa e salita) e proseguendo sul marciapiede ciclopedonale (uno solo per entrambi i sensi di marcia) attraversiamo il paese di Ranica fino al piazzale del Bersagliere di Torre Boldone.
Passiamo il provinciale e arriviamo alla fermata del tram. Imbocchiamo la ciclovia parallela alla linea T1 prima molto larga (due corsie) poi via via più stretta. A Negrisoli il percorso si interrompe. Si è costretti perciò a raggiungere (tramite stretto marciapiede o in contromano) via Corridoni, che percorriamo fino alla rotonda sotto il cavalcavia della circonvallazione. Qui attraversiamo tre volte consecutivamente, superiamo una barriera dissuasoria e raggiungiamo Bianzana dove riinizia la ciclovia. Affiancando un po’ a destra e un po’ a sinistra il tram (attraversamenti doppi: strada e binari del tram) superiamo Borgo Palazzo e la ciclovia termina. Manca poco alla stazione ma dopo 200 metri e cinque attraversamenti, a causa del senso unico di via Bono, siamo costretti a deviare su via Angelo Maj, imboccare via Foro Boario e finalmente arrivare a destinazione.
Efficacia del tragitto, ovvero quanto si impiega
La strada provinciale che collega Nembro a Bergamo è senza dubbio il percorso più corto e diretto. Al di fuori degli orari di punta, infatti, richiede circa 35 minuti di pedalata (andando tranquilli) per 9.6 km di strada. La prima metà del percorso (Nembro-Ranica) è interrotta solamente da quattro semafori e non presenta corsie ciclabili (a parte il centro di Nembro), la seconda parte invece è decisamente più discontinua (18 semafori) ed è caratterizzata da corsie ciclabili tratteggiate (con qualche interruzione) quasi sempre su entrambi i lati della carreggiata.
Al contrario, il percorso ciclopedonale è un po’ più lungo (10.7 km) e soprattutto più tortuoso e discontinuo (51 interruzioni), perciò richiede il 15% di tempo in più (46 minuti). La costruzione della linea tramviaria avrebbe potuto rappresentare un’occasione anche per realizzare un percorso ciclabile funzionale tra la bassa valle alla città: una strada per biciclette a doppio senso che corresse parallela al tram. Invece, quest’occasione non si è rivelata tale. Infatti, tra Bergamo e Torre Boldone la ciclovia è a singhiozzo ed è assente tra Torre Boldone e Alzano.
Sicurezza del tragitto, ovvero quanto si rischia
Sul provinciale le biciclette condividono il 96% del tragitto con le automobili e il rischio di incidenti è alto, soprattutto quando la carreggiata è stretta (per esempio in via Reich) e quando a lato della carreggiata ci sono parcheggi (via Corridoni ad esempio). A Bergamo sono state tracciate corsie ciclabili emergenziali che hanno reso più fluido il traffico ciclistico e che dovrebbero indurre gli automobilisti ad essere più attenti.
Al contrario, l’80% della ciclabile corre indipendente dalla carreggiata, riducendo la probabilità di incidenti con veicoli a motore se non fosse per la presenza di 46 attraversamenti (15 con semaforo e 31 senza). Inoltre, il percorso è condiviso con i pedoni e costituito principalmente (per il 70%) da un unico senso di marcia. I tratti più critici sono le strettoie e le curve a gomito (ad esempio lungo il tram in prossimità della fermata della Martinella, così come nel centro di Torre Boldone, Ranica e Alzano). Da ultimo, in alcuni tratti di ciclabile sono presenti dei paletti dissuasori (ad esempio a Redona, Negrisoli, Torre Boldone e Alzano Lombardo), che rappresentano delle vere e proprie barriere architettoniche per bici cargo, tandem e tricicli.
O la ciclabile lunga e a singhiozzo o il traffico automobilistico
Muoversi tra il centro città e la Val Seriana in bicicletta non è agevole e questo non incentiva potenziali ciclisti. Purtroppo, per come sono pensate le ciclabili urbane dalle nostre parti e in quasi tutta Italia, sono utili per muoversi in paese o al più tra paesi confinanti ma certamente non sono funzionali alla pendolarità ciclistica.
Nonostante a livello di pianificazione urbanistica manchi ancora una cultura delle infrastrutture ciclabili, negli ultimi anni ci sono stati significativi miglioramenti. I tratti ciclopedonali dei vari comuni seriani sono stati collegati (quasi tutti) delineando un itinerario che per quanto discontinuo e tortuoso ha una sua interezza, mentre su molte strade di Bergamo sono state tracciate corsie ciclabili emergenziali a bordo carreggiata.
Tuttavia, per spostare una quota consistente del traffico della bassa valle dalle quattro alle due ruote servirebbe una ciclabile vera e propria (ovvero uno spazio dedicato esclusivamente alle biciclette, a doppio senso di marcia e senza interruzioni) che consenta di raggiungere il centro città in poco tempo e in sicurezza, come avviene già in molte città europee. In attesa che un’infrastruttura simile venga realizzata (si spera a breve), l’estensione delle corsie ciclabili tratteggiate al di fuori della città rappresenterebbe una prima misura temporanea per incentivare l’uso della bici tra i pendolari. Corsie che, però, devono essere larghe e continue.
Sono comunque numerosi i cittadini della Val Seriana che quotidianamente sfidano il traffico e le ciclabili a singhiozzo per recarsi al lavoro e a scuola in bicicletta. Mediamente ci mettono molto meno degli automobilisti (alle volte anche del tram), risparmiano, sono meno stressati e non producono anidride carbonica e polveri sottili. Del resto, muoversi in bicicletta è già conveniente adesso… provare per credere!