93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Ambiente e crisi climatica: documentari, film d’animazione e altre risorse da vedere

Guida. Non solo pellicole sulle catastrofi naturali: le tematiche del clima, dell’ambientalismo e della salvaguardia sono al centro di opere stimolanti e conferenze online

Lettura 4 min.
Un’immagine dal film “A Plastic Ocean”

Secondo quanto riportato dall’ESA (European Space Agency), il satellite Copernicus Sentinel-5P ha registrato un netto calo nell’inquinamento dell’aria sopra l’Italia in questi ultimi giorni. Nel frattempo, in rete circolano le immagini delle acque limpide nei canali di Venezia. Forse sono due dei pochi segnali positivi dell’ultimo periodo, ma rimangono anche dei fatti che hanno visto sorgere anche alcune domande in merito alla nostra posizione futura nei confronti dell’ambiente. I tempi sono acerbi per fare qualsiasi stima, tuttavia il tempo passato in casa può essere uno stimolo per vedere alcuni contenuti video a tematica ambientale.

In molti ricorderanno l’apocalittico “The day after tomorrow” del 2004, con tanto di appello alla salvaguardia del pianeta condensato nella sequenza finale del discorso del presidente degli Stati Uniti. Discorso che non manca di strizzare l’occhio alla questione Terzo mondo (forse in maniera un po’ troppo buonista), con una morale atta a sottolineare come la nostra stessa salvezza risieda nella scelta di fermarsi finché siamo in tempo e smetterla di sperperare le risorse del pianeta.

C’è poi “Into the wild – Nelle terre selvagge”, film di Sean Penn del 2007 tratto dal libro di Jon Krakauer “Nelle Terre Estreme”, dove la storia biografica di Christopher McCandless ha rappresentato un vero e proprio emblema del rifiuto della società capitalistica e del consumismo. Sono solo due esempi: noi però vogliamo suggerirvi qualcosa di più interessante.

Documentari

Cominciamo con “A Plastic Ocean”, documentario del 2016 diretto dall’australiano Craig Leeson e disponibile sulla piattaforma di Netflix. A partire da una spedizione sulle tracce di una balenottera azzurra, il doc si concentra sull’impatto distruttivo della plastica negli oceani. Una sequenza di dati e testimonianze di scienziati e ricercatori che non lasciano scampo, denunciando come un materiale usa e getta qual è la plastica finisca per circolare nell’ecosistema per sempre.

La narrazione è scandagliata da un minaccioso conteggio che ci ricorda quanta plastica sia stata prodotta dall’inizio del documentario, mentre sullo schermo scorrono le immagini dei fondi oceanici ricoperti di bottiglie, degli uccelli marini con gli stomaci pieni di plastica, dell’isola Tuvalu invasa dai rifiuti e così via. Un vero e proprio pugno nello stomaco, che ha il merito di smuovere le coscienze e dare la giusta luce all’urgenza della questione.

Più rilassante invece è “Minimalism: a documentary about the important things” del 2016. Un focus sul rifiuto della logica consumistica alla base dell’ideale americano di felicità, che indaga il compulsivo bisogno di circondarsi di oggetti dimostrando come questi non conducano a un vero benessere.

Gli autori americani Ryan Nicodemus e Joshua Fields Millburn (di cui abbiamo parlato in merito al riordino degli armadi in ottica minimalista) si fanno così promotori delle parole d’ordine less is more, a dimostrazione di come uno stile di vita improntato all’essenzialità possa dare un valore aggiunto alla vita.

Da ciò emerge anche una questione ambientale: la dipendenza dagli oggetti si accompagna a uno sfruttamento delle risorse e a un conseguente inquinamento. Il documentario finisce con un impulso davvero motivante, senza scadere in un proselitismo estremista: non dobbiamo per forza abbracciare la filosofia minimalista in toto, ma essa può essere una via per dare spazio alle cose davvero importanti.

Our Planet” (“Il nostro pianeta”) è invece una serie-documentario britannica del 2019, un tripudio di immagini straordinarie nato dalla sinergia di Netflix, WWF e Silverback Films. Partendo da una visione generale del globo, gli otto episodi della miniserie scandagliano i diversi habitat della terra e i loro abitanti. I toni rilassanti esaltano immagini limpidissime, dove la magnificenza della natura esplode in sequenze talmente perfette da sembrare ricreate ad hoc.

Il messaggio è chiaro: l’essere umano è la più grande minaccia per la sopravvivenza di molte specie e in definitiva del pianeta. L’ammonimento tende però ad assumere i toni di un appello focalizzato soprattutto sulla salvaguardia della bellezza, concentrandosi sul valore e l’importanza della natura. Consigliatissimo in lingua inglese, dove regna la voce del divulgatore e naturalista David Attenborough.

Film di animazione

Anche i film di animazione non si tirano indietro di fronte alla possibilità di trattare tematiche ambientaliste. Tra i registi che si sono maggiormente cimentati su questo aspetto, c’è il maestro giapponese dell’animazione Hayao Miyazaki.

Nella sua enorme produzione due pellicole in particolare pongono al centro l’elemento ecologico. La prima è il racconto post-apocalittico “Nausicaä della Valle del vento”, anime del 1984 tratto dall’omonimo manga dello stesso Miyazaki. A seguito di una terribile guerra che ha portano il genere umano sull’orlo dell’estinzione, la Giungla tossica ha invaso parte del pianeta, protetta da insetti fuori scala. Tra i luoghi a essersi salvati dalla desertificazione e dai miasmi c’è la Valle del Vento, dove vive la principessa Nausicaä. Una donna emancipata, buona, carismatica, amante degli animali e contraria ai conflitti. Sarà lei a scoprire una grande verità: è il terreno inquinato a provocare la tossicità della foresta, che agisce come filtro.

Animalismo, ecologismo, pacifismo (e perché no) pure un pizzico di femminismo (con figure femminili quali pedine fondamentali della partita) finiscono per tradursi in un’animazione splendida e un racconto che regge ancora benissimo il passare degli anni.

Meno severo con il genere umano, seppur suggerisca una tendenza antropica all’autodistruzione, è “Principessa Mononoke”. Un film di animazione del 1997 erede dell’opera precedente, di cui riprende i temi principali: dalla questione ambientale a quella della contrapposizione uomo-natura. Dopo essere stato attaccato da un demone cinghiale e aver contratto una maledizione, il principe Ashitaka si dirige verso ovest per scoprire la causa della pazzia della divinità. Giunge così a un villaggio in cui spadroneggia Lady Eboshi: Ashitaka scopre un’attività distruttiva di estrazione del ferro, causa di un progressivo disboscamento della foresta. Ma a tutto questo si oppongono le divinità naturali e in particolare San (o Mononoke), giovane cresciuta da lupi giganti e perfetta antitesi di Eboshi.

Mettendo sul piatto gli interessi rispettivi degli uomini e della natura, il film non pone un limite netto tra bene o male, trovando nell’equilibrio tra i due poli (seppur inconciliabili) la soluzione – come diverse altre pellicole del Premio Oscar per “La città incantata”, questi film sono disponibili su Netflix.

Per trasmettere il messaggio ecologista ai bambini (ma anche ai grandi), c’è invece il robot più amato della storia dell’animazione: “WALL•E”, protagonista dell’omonimo film Pixar del 2008. Nonostante la leggerezza della narrazione e il passare degli anni, il film continua a essere sinistramente attuale.

La pellicola si apre su un mondo disabitato, ricoperto da distese infinite di rifiuti. Scopriamo però che nel 2105 è stata avviata un’opera di bonifica sguinzagliando un esercito di robot pulitori, mentre una flotta con a bordo l’umanità è stata lanciata nello spazio in attesa di poter tornare sul pianeta Terra. Un piano che nel 2805 appare irrimediabilmente fallito, con WALL•E quale ultimo “sopravvissuto”. Ma ecco che in un mondo sterile, appare la speranza: un virgulto. Una bellissima favola moderna da vedere e rivedere e in arrivo sulla piattaforma Disney+.

Conferenze

Se voleste approfondire ulteriormente le diverse tematiche da un punto di vista informativo e scientifico, segnaliamo infine che BergamoScienza ha messo a disposizione degli utenti una raccolta delle video-conferenze più interessanti delle passate edizioni.

Tra i diversi argomenti, anche una sezione interamente dedicata alla Terra e alla crisi climatica, con approfondimenti sul cibo, il biologico, la sostenibilità, le energie rinnovabili, gli ecosistemi, l’economia circolare e molto altro.

Tutte le risorse online di #ComodaMenteScienza possono essere fruite liberamente collegandosi a questo link.

Approfondimenti