Non sono mai stata oltre quel lungo muro rosso che mi capita di osservare quando imbocco l’autostrada per raggiungere Milano. Conosco il Parco Scientifico Tecnologico di Bergamo come luogo di incontro tra ricerca e business. So che ospita oltre duemila persone tra addetti ai lavori, ingegneri, ricercatori, professori d’università, e vi trovano spazio oltre settanta aziende, laboratori, attività di produzione hi-tech, centri di ricerca. Forse perché ho sempre ritenuto il Kilometro Rosso un hub di conoscenza “chiuso”, un po’ elitario, rimango sorpresa quando, varcato il Gate 4 e attraversato l’edificio che porta il nome di «Centro delle Professioni», mi ritrovo tra le bancarelle di un mercato agricolo.
È l’ora di pranzo e sento parlare inglese. All’inizio, non capisco se si tratti di lavoratori in pausa o di persone esterne. Persone che, come me, forse non avrebbero mai immaginato di trovare frutta e verdura negli spazi del campus. Qualcuno acquista una cassetta di arance, qualcun altro assaggia del miele. C’è chi – in modo previdente – si porta avanti per Pasqua e compra una colomba, che viene venduta presso il banco di Dolci Sogni Liberi, la pasticceria artigianale del carcere di Bergamo nata nel 2015 da un’idea della Cooperativa Sociale Calimero.
Uno dei produttori mostra al compagno dello stand accanto una fotografia: «c’è mio fratello oggi in prima pagina sul giornale, con i suoi campi». È un articolo che, in occasione della «Giornata Mondiale dell’Acqua», affronta il tema della siccità, dei rischi per la produzione agricola nella nostra provincia.
Il mercato che mi accoglie al Kilometro Rosso si chiama «Agri Market» ed è nato con la finalità di dare l’opportunità sia alle persone che frequentano il Parco Scientifico per lavoro sia ai visitatori esterni di accedere a cibo fresco, genuino, di qualità, contribuendo così a valorizzare un’economia più sostenibile, rispettosa delle persone e del territorio.
Le prime bancarelle hanno fatto capolino negli spazi esterni del campus nei mesi scorsi, tra gennaio e febbraio, tra gli sguardi curiosi dei lavoratori. Dopo una prima fase di sperimentazione, l’iniziativa è diventata ufficiale, con una convenzione siglata mercoledì scorso tra il Kilometro Rosso e il DessBg, il Distretto dell’Economia Sociale e Solidale bergamasca, associazione che riunisce piccoli produttori, agricoltori, allevatori e artigiani del commercio equo e solidale.
Ogni mercoledì (l’appuntamento è già domani) dalle 12 alle 14.30, il Parco Scientifico metterà gratuitamente a disposizione l’area innanzi al bar dell’edificio «Pixel». Al Dess, invece, andrà il compito di coordinare e gestire operativamente il mercato, garantendo la presenza (a rotazione) di vari produttori, seguendo criteri e valori ispirati a stagionalità, biodiversità e filiera corta. Il mercato sarà, almeno nella fase iniziale, soprattutto alimentare, con prodotti di diverso tipo: dal vino alla carne, dagli ortaggi allo zafferano, dalle confetture al pane e alla pizza.
«Tutti prodotti a km zero» ribadisce più volte una delle produttrici con cui mi fermo a chiacchierare, mentre mi invita ad assaggiare un pomodorino confit. «Qua facciamo anche formazione sull’importanza della filiera corta, che significa rispetto della persona e dell’ambiente». Acquistando prodotti locali direttamente dai produttori si sostengono infatti l’economia e l’occupazione locali, si riducono i consumi energetici e l’inquinamento che si genera con il trasporto delle merci o con la conservazione e si gustano sapori ben lontani da quelli dei centri commerciali.
Sono sempre stata affascinata dai mercati di piazza. Sarà perché i supermercati mi sono sempre sembrati luoghi asettici, freddi, e ai carrelli metallici e alle luci al neon preferisco il chiacchiericcio tra le bancarelle, le urla dei venditori, i profumi della verdura fresca in esposizione. Sarà perché oltre alle merci, al mercato vedo le persone.
Come detto, «Agri Market» sarà accessibile a tutti, non solo ai dipendenti o ai frequentatori del Kilometro Rosso. Anzi, lo scopo è proprio quello di aprire quel lungo muro rosso alle comunità limitrofe, perché l’innovazione si faccia incontro. «Portiamo il territorio dentro al campus, dando la possibilità ai cittadini di entrare nel Parco, di conoscerlo, fare la spesa, e di aiutare al tempo stesso realtà e cooperative locali» racconta Roberto Marelli, development director del Parco Scientifico Tecnologico.
Incontro, scambio, sostenibilità. Ma anche innovazione. Lo spiega, a conclusione del primo giorno di mercato “ufficiale”, Matteo Rossi, presidente del DessBg. «Qui si incontrano in modo virtuoso due modelli di innovazione, l’innovazione cosiddetta “alta”, tecnologica, e quella sociale, che insieme creano comunità attorno ad un bisogno primario, quello del cibo, offrendo risposte orientate alla qualità, alla sostenibilità e alla centralità delle filiere territoriali. La commistione, la voglia di incrociare queste due dimensioni… Ecco, penso che sia una grande dimensione di modernità».