Papa Giovanni XXIII e Paolo VI, gli ultimi papi italiani della storia, sono stati uomini che hanno fatto del dialogo il loro tratto distintivo. A queste due fondamentali figure della storia d’Italia, il Comune di Bergamo e la Diocesi hanno deciso di dedicare lo spettacolo di punta del programma dei festeggiamenti per Sant’Alessandro, che quest’anno ha proprio come tema quello del «dialogo». Nell’anno della Capitale della Cultura, la città di Bergamo ha scelto così di omaggiare due figure legate da una profonda amicizia, accomunati da un’instancabile ricerca di un dialogo sincero con gli uomini e le donne del proprio tempo, di un confronto profondo con i cambiamenti imposti dalla modernità, in una condivisione sempre alimentata da un ascolto paziente e amorevole delle attese, delle gioie e delle aspirazioni profonde dell’umanità.
Papa Roncalli e Papa Montini – il primo di origine bergamasca e il secondo di origine bresciana, il primo di origine contadina e il secondo di famiglia borghese – saranno così i protagonisti di «Due uomini, Roncalli e Montini alla prova del tempo», un racconto voluto dall’assessorato alla Cultura che si svilupperà per capitoli e stagioni storiche, capaci di analizzare i rispettivi pontificati e le vicende che hanno permesso di consegnare alla storia la più intima e profonda umanità di due grandi uomini.
La lettura scenica in Cattedrale
Due vite mai così diverse, ma paradossalmente così simili nella loro missione che verranno portate in scena e interpretate dalla voce di uno dei più grandi attori della scena nazionale, Massimo Popolizio, che avrà il delicatissimo compito di interpretare la vicenda umana, storica e personale di Papa Giovanni XXIII e di Paolo VI, tratteggiati dalla penna di Luca Doninelli.
L’evento si terrà domenica 27 agosto in Cattedrale in Città Alta alle 21.15. «Farò una lettura approfondita su questi due grandi uomini – spiega Massimo Popolizio – che verrà arricchita da intermezzi musicali a cura del Maestro Marco Cortinovis, che suonerà lo storico organo Corna. Racconterò la storia di questi personaggi che hanno racchiuso in loro la storia degli ultimi decenni: la storia di un’Italia attraversata da problemi e sofferenze sociali, dalle novità del Concilio Vaticano e scossa dalle Brigate Rosse e dalla ricerca di diritti».
«Il testo è stato curato da Luca Doninelli con un tono quasi “vintage” e amichevole, capace di indagare quello che è stato il nostro recente passato – continua Popolizio – La lettura racconterà quindi la storia di due papi testimoni del nostro tempo, che hanno saputo leggere e interpretare, ognuno con le proprie caratteristiche, i cambiamenti e le tensioni sociali dei loro anni. Anche chi non ha vissuto per ragioni temporali certe esperiente – penso ad esempio al periodo buio delle Brigate Rosse – potrà crearsi uno sguardo su quanto successo, un po’ come se il pubblico fosse un drone che guarda dall’alto il corso della storia».
La vita di Papa Giovanni XXIII, figlio di mezzadri e quarto di tredici fratelli, servirà quindi a comprendere e scoprire un’Italia oggi scomparsa. Nato a Sotto il Monte il 25 novembre 1881, Angelo Giuseppe Roncalli venne ordinato sacerdote il 10 agosto 1904 dal patriarca Giuseppe Ceppetelli nella chiesa di Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo a Roma. Dopo numerose missioni diplomatiche in Bulgaria e in Turchia e dopo esser diventato nel 1944 nunzio apostolico a Parigi, nel 1953 fu nominato patriarca di Venezia. Il 28 ottobre 1958, Roncalli fu eletto papa, per il cui ufficio si impose il nome di Giovanni XXIII. Il successivo 4 novembre fu incoronato 261esimo pontefice. Papa Giovanni XXIII fin da subito colmò il vuoto di contatto e di comunicazione con i fedeli, annullando di fatto le distanze tra le persone e la Chiesa, intraprendendo viaggi e numerose visite fuori dalle mura del Vaticano. Per il primo Natale da papa, Giovanni XXII visitò i bambini malati dell’ospedale Bambin Gesù di Roma: il gesto fu talmente inaspettato che i piccoli lo scambiarono per Babbo Natale.
«Conosciuto da tutti come “Papa Buono” – precisa l’attore – Giovanni XXIII era un uomo deciso e determinato, che voleva davvero cambiare la Chiesa di Roma. Di lui mi affascina soprattutto, se così possiamo dire, la visione quasi laica di quest’uomo, che supera proprio lo stereotipo del “Papa Buono”. In lui troviamo delle vere e proprie battaglie per i diritti delle persone. Lui voleva davvero una Chiesa dalla parte degli umili: una rivoluzione che vediamo oggi in Papa Francesco, anche lui un Papa rivoluzionario».
Un ritratto che Popolizio svelerà nella serata di domenica, in un testo che valorizzerà anche il pensiero e le azioni di Papa Paolo VI, eletto pontefice subito dopo la morte di Giovanni XXIII. Montini fu anche il primo cardinale creato da Giovanni XXIII, nel Concistoro del 15 dicembre 1958.
Massimo Popolizio
Nato a Genova da una famiglia originaria di Altamura, Popolizio si forma all’Accademia nazionale d’arte drammatica, intraprendendo fin da subito una proficua carriera di attore teatrale in sinergia con il regista Luca Ronconi. L’esordio in teatro avviene nel 1993 con lo spettacolo «S. Giovanna», diretto proprio da Ronconi. Nel 1995 conquista il suo primo importante premio teatrale, il «Premio Ubu» come miglior attore per gli spettacoli «Re Lear» di William Shakespeare e «Verso Peer Gynt». Replica il successo nel 2001 e nel 2015, vincendo nel 2006 l’«Eschilo d’oro», conferitogli dall’INDA. Nel 2016, firma la regia dello spettacolo «Ragazzi di vita», tratto dal romanzo di Pier Paolo Pasolini.
Nel 2013 è protagonista in tv con «Il clan dei camorristi» e con «Una grande famiglia», dove interpreta il commissario De Lucia. Sul grande schermo, ha acquistato una grande notorietà per le sue interpretazioni in «Romanzo criminale», «Mare nero», «Mio fratello è figlio unico» e ne «Il divo» di Paolo Sorrentino. Partecipa anche a «Benvenuto Presidente!» e nella pellicola Premio Oscar «La grande bellezza». Vincitore anche di un «Nastro d’argento speciale» per il film «Era d’Estate dove interpreta Giovanni Falcone, Popolizio è nel 2018 protagonista del film «Sono tornato» con il personaggio di Benito Mussolini. Dietro lo schermo, è stato il doppiatore del personaggio «Lord Voldemort» nella saga dei film di Harry Potter e di Tom Cruise in «Eyes Wide Shut».
La sua voce è presente anche ne «La leggenda del pianista sull’oceano» e in «Armageddon - Giudizio finale», vincendo nel 1998 un altro «Nastro d’Argento» per il doppiaggio del film «Hamlet» del regista Kenneth Branagh. Dal 2019, ha lavorato in diverse pellicole: «Bentornato Presidente», «Il primo Natale», «La notte più lunga dell’anno», «Siccità» e «War – La guerra desiderata».
Un curriculum d’eccezione che impreziosirà il calendario di iniziative previste per Sant’Alessandro, nell’anno particolare della Capitale della Cultura. «Conosco Bergamo – assicura l’attore – S ono stato sul palco del Donizetti, ho un ottimo rapporto con gli amici della Galleria Ceribelli e, quando sono nella vostra città, vado sempre a mangiare dalla mitica Giuliana. Resterò a Bergamo più giorni e questo mi permetterà di approfondire il legame con la città».
Informazioni generali
L’evento è a cura dell’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, con la produzione affidata al Teatro de Gli Incamminati, in collaborazione con «deSidera Bergamo Festival».
L’ingresso all’evento è libero e gratuito, con l’accesso alla Cattedrale consentito al pubblico a partire dalle 20.45. Dopo la lettura, sotto i portici del Palazzo della Ragione in Piazza Vecchia, il Comune di Bergamo, in collaborazione con l’Associazione Paolo Belli, inviterà tutti i presenti ad assaggiare «Battito, l’incontro della dolcezza», la torta di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura che verrà accompagnata da una selezione di vini gentilmente offerta dal Consorzio Tutela Valcalepio.