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Michele Gregis svela i segreti del Rally Prealpi Orobiche

Articolo. In programma il 29 e 30 marzo, la storica competizione partirà dalla Fiera di Bergamo e si concluderà a San Pellegrino Terme. Ce la racconta il pluricampione orobico che anticipa: «Occhio alla speciale di Ambriola, stiamo lavorando per l’edizione del quarantesimo»

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Michele Gregis insieme alla figlia Federica prima del Rally Prealpi Orobiche 2024

Le Prealpi Orobiche sono il terreno ideale per svolgere una gara di rally. I tornati particolarmente stretti e lo sfondo di un bellissimo paesaggio rurale, rendono ancor più spettacolare lanciarsi lungo pendii scoscesi con l’obiettivo di impiegare il minor tempo possibile rispetto agli avversari. Un obiettivo che non può che essere affiancato alla passione per i motori e al gusto di lasciar sfogare tutti i cavalli in uscita dalle curve, dopo aver “derapato” bruscamente come solo un pilota di rally sa fare.

L’appuntamento è per il 29 e il 30 marzo. Si partirà dalla Fiera di Bergamo alle 7.30 di domenica 30 marzo: la Val Serina sarà la prima prova da affrontare (delle sei in totale) alle 8.35; a questa faranno seguito la Dossena (9.22) e la Val Taleggio (10.11) che con i suoi quindici chilometri sarà la più lunga dalla competizione. Dopo il riordino ed il parco assistenza sempre in zona Fiera, la gara ripeterà le tre speciali nell’immediato dopo pranzo per fare arrivo a San Pellegrino, alle 16.31 dove ci saranno le premiazioni. Saranno sei i tratti cronometrati che i concorrenti dovranno affrontare nell’arco della sola giornata di domenica; il format, snello e compatto, non potrà che piacere ai concorrenti che disputeranno un rally di CRZ in sole nove ore totali.

I piloti che affronteranno l’edizione numero 39 del Rally Prealpi Orobiche potranno vivere lo storico appuntamento della stagione motoristica bergamasca, ma soprattutto l’appuntamento del Campionato Rally di Zona.

Chi lo conosce molto bene è Michele Gregis, vincitore per tre volte della competizione bergamasca nonché presidente della Commissione Sportiva dell’ACI Bergamo. A segno per due volte nel Campione Italiano Rally Terra negli anni Novanta e al via di appuntamenti del Mondiale WRC come il Rally di Sanremo e quello di Montecarlo, Gregis rappresenta una colonna portante della storia del Rally Prealpi Orobiche conoscendo uno a uno tutti i segreti che rendono unica questa kermesse.

«È un rapporto che viene da lontano visto che si tratta di una gara che si svolgeva su strade che conosco molto bene e che ho sempre sentito mie – racconta il 69enne di Albino -. Non ho vinto solo nelle edizioni 1989, 1992 e 1993, ma ho ottenuto un successo nella Classe N e quattro nel periodo in cui l’Automobil Club non si è più occupato della gestione passandola in mano ai privati. Mi sono imposto infatti per tre volte, nel 1996, 1997 e 2000, al Rally Città di Bergamo organizzato da Tonino Vecchi e poi una volta, nel 2007, al Rally Città dei Mille promosso da Flavio Savoldelli. Per questo mi sento il pilota ad aver vinto di più nei rally in Bergamasca».

Da quell’ultimo successo sono passati però diciotto anni e il mondo del rally è cambiato radicalmente. L’ingresso di tecnologie più avanzate come GPS, smartphone e webcam ha tolto un po’ quel romanticismo che accompagnava il mondo del fuoristrada, dove le uniche informazioni erano quelle raccolte durante le ricognizioni e quelle inviate dai membri dello staff dislocati sul percorso. L’improvviso cambio delle condizioni meteorologiche, i detriti lasciati da un pilota passato poco prima oppure un ostacolo non segnalato nelle note del navigatore potevano diventare fatali. Eppure per essere forti nei rally occorre ancora oggi sapersi districare al meglio su strade, anche in pessime condizioni.

«L’ultima volta che ho vinto è stato quando si svolgeva l’Internazionale e devo dire che molto è cambiato perché le prove speciali hanno un chilometraggio decisamente inferiore, le gare sono molto più concentrate, anche a livello nazionale e, a dispetto di un tempo, non si corre più di notte per motivi di sicurezza – ricorda Gregis – La conoscenza della strada si è sempre basata sulle ricognizioni che facevamo e dalle note che approntavamo con i nostri navigatori. Adesso c’è qualche supporto tecnologico in più anche perché è diventata consuetudine filmare le prove durante le ricognizioni e poi riguardarsele nei giorni precedenti alla gara per memorizzare le prove il più possibile. In realtà io lo facevo anche anni fa, tuttavia oggi è diventato qualcosa di essenziale».

Per vincere un rally è necessario comunque essere scaltri e pronti ad agire non appena la strada lo richieda. Non basta ricordarsi i punti più critici per pensare di passarne indenni. Serve sempre avere la concentrazione al massimo e provare a trovare una soluzione a eventuali ostacoli che dovessero proporsi all’improvviso davanti ai propri occhi.

Un po’ quanto succedeva quando Gregis doveva gareggiare con il buio, ma che anche i piloti del 2025 dovranno dimostrare di saper fare visto che si prospetta un’edizione speciale in vista del prossimo anno quando si festeggerà il quarantesimo del Rally Prealpi Orobiche.

«Ricordo che spesso vincevo grazie alle ultime prove perché sapevo adattarmi molto bene alla guida di notte. Specie, fra secondo e terzo giro, era raro che avessi dei cali di tensione e questo mi permetteva di riuscir a primeggiare. Se devo dire la verità, ricordo con grande nostalgia la Nembro-Selvino dove si assiepavano migliaia di persone a dimostrazione che il Rally era molto sentito – racconta il pilota seriano -. Come presidente della Commissione Sportiva ho sempre messo a disposizione la mia preparazione per offrire un percorso valido. Il nostro obiettivo ora è quello di tirare la ‘volata’ all’edizione del quarantesimo e per questo abbiamo deciso di testare in gara alcune prove più ‘antiche’ come la speciale Antea-Dossena, ma stiamo puntando a trovare un accordo per riproporre anche la Nembro-Selvino. Altra novità riguarda la speciale di Ambriola dove, a differenza delle prove del Mondiale 2020 e 2021 che avevo disegnato insieme a Tiziano Siviero, presenteremo un tratto finale inedito in discesa che, indipendentemente dalla potenza della macchina, costringerà i piloti a tirar fuori tutto il proprio talento».

Se è vero che da alcuni anni Gregis ha deciso di spostarsi dall’altra parte della “barricata”, nel 2024 è sceso nuovamente in gara al fianco di Fabio Cortinovis per sostituire l’amico Luca Gualdi e trovarsi come avversaria la figlia Federica, navigatrice dell’equipaggio di Nicola Colombo. Una sorta di “affare di famiglia” complice quella passione che Michele ha saputo trasmettere a quella che potrebbe diventare per certi versi la sua erede.

«È stato tutto un po’ tirato per i capelli perché Luca mi ha chiesto di sostituirlo in extremis per un problema famigliare. Complice anche il mio impegno nell’organizzare l’appuntamento agonistico, non sono riuscito a svolgere una preparazione adeguata, inoltre la nostra auto ha avuto diversi problemi e ci siamo dovuti fermare dopo la terza prova – conclude Gregis -. Federica sarà al via anche quest’anno al fianco di Colombo e, nonostante abbia affrontato sinora solo cinque rally, i piloti l’hanno sempre apprezzata sostenendo che è molto brava e meticolosa. Nonostante faccia la navigatrice, cerco sempre di offrirle qualche consiglio su come prendere le note oppure su come comportarsi durante le ricognizioni e in gara. Il primo consiglio che le ho dato da subito è di fare seriamente ed al meglio tutte le cose, nel rispetto le regole. Dopotutto è una passione che gli ho trasmesso io».