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Maurizio Milesi, il viaggio nel Mar Glaciale Artico per ripulire le banchise

Articolo. Guardando fra le increspature delle onde, si può viaggiare nei pensieri scoprendone alcuni che altrimenti rimarrebbero celati. A parlare di questo e del prossimo viaggio in programma nel Mar Glaciale Artico è Maurizio Milesi che incontrerà anche il pubblico venerdì 4 aprile alle 20.30 all’Auditorium Centro Culturale di Ranica

Lettura 3 min.
Il manifesto del progetto che verrà donato a coloro che parteciperanno alla raccolta fondi

Per approfittare di questa apertura che le grandi distese marine ci offrono, è necessario «rispettare il mare, affrontarlo con cautela e conoscenza, ricordandoci che abbiamo il compito di consegnarlo alle future generazioni come lo abbiamo conosciuto anche noi». Questo spirito ha spinto Maurizio Milesi a programmare per la prossima estate un progetto con l’ONG norvegese In The Same Boat che, a cavallo fra maggio e agosto, viaggerà nel Mar Glaciale Artico per ripulire le coste dai rifiuti depositatisi nel corso degli anni.

Un progetto che il fotografo orobico presenterà in occasione di «La vita è una. Dalle Orobie al Mediterraneo, fino all’Artico», una serata in programma all’Auditorium Centro Culturale R. Gritti di Ranica alle 20.30 di venerdì 4 aprile. Per introdurre la nuova esperienza e raccontare il proprio rapporto con il mare, l’autore dialogherà con lo psicologo e psicoterapeuta Luca Melocchi attraverso anche l’ausilio di un cortometraggio girato nel 2023 durante la stagione trascorsa nel Mediterraneo a bordo di una barca a vela.

«L’idea del viaggio nasce in realtà da lontano visto che ho scoperto questa ONG nel 2017, anno in cui fu fondata - spiega Milesi -. Da quel momento ho iniziato a seguirli. Lo scorso anno mi hanno contattato per partecipare al loro progetto, ma era troppo tardi perché avevo già altri impegni e ci siamo promessi di risentirci nel 2025, anno in cui finalmente tutto diventerà realtà».

Questa nuova avventura sarà per Milesi nuova e diversa rispetto di quanto già vissuto sinora perché per l’occasione Maurizio si impegnerà a ripulire la banchisa artica oltre a svolgere il ruolo di fotografo. Dovrà far i conti con le temperature rigide e con le tormente che spesso colpiscono quella zona, scoprendo così nuovi lati di sé stesso.

«Seppur sia ancora troppo poca rispetto a quella che servirebbe, con queste due stagioni da marinaio ho raccolto un po’ di esperienza in mare e questo mi consentirà di concentrami maggiormente sul lavoro fotografico - sottolinea Milesi -. Vivere fianco a fianco con l’equipaggio per più ore al giorno, complice anche il poco spazio che la barca offre, ti permette di scoprire te stesso, soprattutto alcuni lati negativi che altrimenti non avresti notato. Quando torni a casa, inizi quindi a rielaborare il tutto e ciò ti può far male, però quel dolore fa parte del processo di crescita. Uscire dalla “confort zone” è sempre complicato, ma serve a migliorarci. Come recentemente ha detto Roberto Benigni, troppo spesso ci concentriamo sull’allungare la vita e non sull’allargarla, dimenticandoci di goderci le cose che ci capitano».

Le stesse tematiche emergeranno anche attraverso il dialogo con Luca Melocchi, psicoterapeuta con il quale affronterà il tema dell’esplorazione durante la serata. Per affrontare questo viaggio interiore è necessario però anche apprezzare quanto ci circonda e saper percepire ogni stimolo che possa arrivare dall’esterno.

«Dopo la visione del cortometraggio, la serata sarà incentrata proprio sul confronto con lo psicoterapeuta. Sarà lui a farmi alcune domande sul mio progetto per poi presentare un breve monologo sull’ esplorazione, sia in ambito terapeutico che più in generale sulla scoperta del mondo e su quel senso di avventura che ci porta a uscire dai limiti della nostra conoscenza – aggiunge il fotografo bergamasco -. Siccome si tratterà di un progetto di volontariato, durante la serata presenterò anche la raccolta fondi che ho deciso di avviare e, come ogni progetto di crowdfunding che si rispetti, ho pensato di metter a disposizione una ricompensa per coloro che decideranno di sostenermi. Non essendo ancora andato in Norvegia, l’idea è stata di realizzare un manifesto in studio utilizzando una barca a vela di Lego che ho regalato qualche anno fa al mio nipotino».

Il viaggio come percorso in sé stessi, ma anche per conoscere meglio gli altri. E in questo caso non si intende soltanto entrare in contatto con altre culture più o meno vicine a noi, ma anche scoprire quali siano le motivazioni che spingono le persone a muoversi e a intraprendere in maniera disinteressata nuove esperienze a sostegno degli altri. È il caso del lavoro svolto dall’ONG In The Same Boat ma, come ricorda Milesi, è diventato un fenomeno globale che va a toccare una fetta ben specifica della società. E da qui arriva la voglia di Maurizio di scovare quali sono le radici più profonde che spingono le nuove generazioni ad avvicinarsi alla tutela dell’ambiente e a quelle iniziative sociali che, per coloro che hanno un’età più matura, diventano difficili da prendere in considerazione.

«Documenterò dunque il lavoro di In The Same Boat, lo stato di questi paesaggi – incontaminati nell’immaginario collettivo – ed indagherò il rapporto tra eco-ansia e nuove generazioni, per comprendere il più possibile cosa spinga questi giovani volontari a dedicare dei mesi alla causa ambientale, lavorando duro ed in condizioni talvolta complesse».

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