93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Da Lonno a Chiuduno, un viaggio nella tradizione vestimentaria italiana e bergamasca

Articolo. Il costume popolare italiano fa tappa a Bergamo, con due esposizioni dedicate alla riscoperta delle nostre radici sartoriali: dal 17 gennaio, a Lonno, abiti d’epoca regionali mentre questo weekend a Chiuduno, una mostra fotografica sull’evoluzione dello stile cittadino

Lettura 3 min.

Abiti storici, accessori, cartine tematiche e fotografie arrivano a Bergamo: due mostre imperdibili dove immergersi nel bagaglio stilistico firmato Italia. A Lonno la testimonianza dei cambiamenti nella moda regionale, a Chiuduno una collezione fotografica con protagoniste le famiglie dei secoli scorsi.

Un tuffo nel costume italiano

Al via il 17 gennaio l’esposizione «L’Italia tra costumi e tradizioni» curata da Ivan Pellicioli e visitabile presso la maestosa cornice dei Saloni Polifunzionali di Villa Pellicioli a Lonno. Un ritorno al passato attraverso i capi tradizionali che hanno contraddistinto la nostra penisola, dall’epoca settecentesca fino al Novecento. Saranno circa una trentina gli abiti maschili e femminili esposti, provenienti dal Nord e Sud Italia, ognuno con una storia da raccontare e una cultura da testimoniare, a fronte delle influenze estere che hanno caratterizzato il territorio italiano nei periodi storici.

«Ho contattato i gruppi folcloristici di tutta Italia – dichiara Ivan Pellicioli in una quindicina di regioni mi hanno spedito questi abiti tradizionali delle varie zone. Alcuni sono originali e possono avere da 100 a 150 anni, altri invece sono più recenti ma che si rifanno al vestito tradizionale».

In questo tripudio di storia della moda, immancabile un tributo al tipico abbigliamento del nostro territorio, testimoniato da pezzi originari delle valli bergamasche. Tra i diversi capi alcuni sono provenienti dai comuni di Dossena e Parre, di cui quest’ultimo, in aggiunta allo storico vestito del paese, presenta una cappa molto antica, forse tra le più remote della Lombardia, in prestito dal Gruppo Folclorico Lampiusa. Altri abiti sono donazioni temporanee, in occasione dell’evento, di altre Associazioni come Arlecchino Gruppo Folkloristico oppure da parte di privati. Un’opportunità per approfondire l’evoluzione storica della comunità bergamasca, alla scoperta delle abitudini di vita del passato e con la speranza di creare un ricordo collettivo.

La realizzazione di questa mostra nasce dalla volontà di mantenere vive delle tradizioni locali, perché anche se è vero che l’innovazione è il futuro, non ci si può dimenticare delle origini che determinano ciò che si è nel presente. «Faccio parte dell’Associazione Proloco Lonno e mi piace un po’ tutto quello che è tradizione – spiega il curatore – e l’anno scorso avevamo preparato un’altra mostra che era di tutt’altro genere, parlava di lettere dal fronte russo. Quest’anno ho pensato che sarebbe stato bello portare qualcosa di particolare, tradizionale e quindi non c’è un vero motivo che mi ha ispirato, ho preso spunto da questa passione».

Il percorso espositivo è strutturato per regioni italiane e non secondo un criterio temporale, di cui gli abiti campani, lucani e sardi rappresentano i più antichi in mostra, appartenenti al Settecento.

Non solo costumi d’epoca ma lungo i saloni sarà possibile ammirare accessori, oggetti unici e tanto altro che testimoniano la peculiarità dell’artigianalità locale. Un esempio è rappresentato dalla bambola molisana, un pezzo inedito dotato di un’altezza di circa un metro, vestita con un abito tradizionale regionale. Un capolavoro che rimanda alle suggestive bambole viaggiatrici tipiche del periodo rinascimentale, strumento di diffusione del gusto vestimentario tramite la loro circolazione tra le corti d’Europa.

Il cuore pulsante di questa mostra è identificato anche dalle cartine tematiche, risalenti agli anni Cinquanta del secolo scorso, una per regione nelle quali sono testimoniate le usanze locali, esposte con l’obiettivo di creare un’atmosfera storico-culturale che accompagni la visita ai capi vestimentari. In questa affascinate cornice ci sarà l’opportunità di prendersi del tempo e visionare il filmato, realizzato da Alice Brambilla, per un’immersione totale nelle tradizioni folcloristiche d’Italia.

La fedeltà e il grande interesse che la popolazione italiana riversa nei confronti del passato e delle origini, è emerso durante la progettazione della mostra: «Ho impiegato quattro mesi per recuperare un abito della Puglia – prosegue Ivan Pellicioli – fino a quando ho incontrato una persona che conoscevo poco, ho riferito questa cosa e dopo un’ora mi avevano confermato che mi avrebbero inviato il vestito. Si può dire che sia una tematica che appassiona la comunità italiana, il ritorno alle origini, alla tradizione, scoprire il passato e più si va verso il Sud Italia, più è sentito il tema, però è una cosa che accomuna e unisce».

L’esposizione è realizzata in collaborazione con Associazione Lonno in Piazza e resta visitabile tutti i weekend, fino a domenica 2 febbraio.

Ritorno alle radici dell’abbigliamento chiudunese

Ultima chiamata per un viaggio nella tradizione bergamasca con la mostra fotografica «Vecchi abiti - Settanta anni di moda chiudunese» , organizzata dal Gruppo Storico di Chiuduno, esposta presso il Centro culturale «Il Torchio». Gli scatti fotografici rappresentano una testimonianza dell’evoluzione del vestiario classico della gente del paese e dell’intera provincia, nel corso di settant’anni, dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento.

Lo spazio espositivo è articolato in cinque pannelli: un centinaio di fotografie, di cui venti per ogni decennio storico. Ogni pannello copre una decina di anni con una disposizione in ordine temporale, volta a rappresentare il graduale cambiamento dell’abito e dello stile di vita. Questi pezzi unici di storia provengono dalle famiglie chiudunesi le quali hanno affidato i propri ricordi al Gruppo Storico, con l’obiettivo di costituire una memoria collettiva e in un certo senso far rivivere le epoche dei nostri nonni e bis-nonni.

I momenti catturati non rappresentano spezzoni di vita quotidiana passata, bensì delle occasioni in cui si indossava il vestito definito «buono», quello che si tirava fuori dall’armadio in via eccezionale per ricorrenze importanti, nelle quali ci si poteva scattare una fotografia ricordo.

Il primo weekend di apertura ha raccolto una numerosa partecipazione della comunità cittadina e bergamasca, a testimonianza del profondo interesse per le origini e radici che accomuna la popolazione del nostro territorio.

Informazioni pratiche

L’esposizione presso Villa Pellicioli è possibile visitarla gratuitamente per tre weekend successivi, da venerdì 17 gennaio sino a domenica 2 febbraio, nei seguenti orari: venerdì dalle 15 alle 18 mentre sabato e domenica dalle 10 alle 12, dalle 14 alle 18. In concomitanza dell’inaugurazione di venerdì 17 alle 11.30, lo spazio espositivo prevede l’apertura dalle 9 fino alle 18.

La mostra fotografica chiudunese, per il weekend dell’11 e 12 gennaio, è visitabile gratuitamente, sabato dalle 16.30 alle 19 e domenica dalle 9.30 alle 12, dalle 16.30 alle 19.

Approfondimenti