Forse non tutti sanno che gli abitanti di Ardesio hanno un soprannome particolare: «i cavre dè Ardés», vale a dire le capre di Ardesio. A questa curiosità si lega uno degli appuntamenti più attesi e amati: la «Fiera delle Capre» che, da venti cinque anni, si svolge in centro storico catturando l’attenzione di migliaia di persone provenienti anche da fuori regione. La rassegna – in programma quest’anno domenica 9 febbraio – non è soltanto una “semplice” manifestazione zootecnica, ma è da sempre un punto di incontro tra le tradizioni che hanno segnato la crescita della Val Seriana e le innovazioni che riguardano da vicino il mondo dell’allevamento.
Grazie alla sua storia, la «Fiera delle Capre» vuole essere un viaggio alla scoperta dell’autenticità del territorio e di chi lo vive, a partire da Flaminio Beretta, classe 1948, che, da quando aveva 30 anni, si è ritirato a vita solitaria con un solo asino e poco più di 20 pecore. «Öl Berèta», come viene chiamato da tutti, è infatti tra gli ideatori della manifestazione e l’anima creativa de «La Scasada dol Zenerù», il tradizionale rito che questa sera (venerdì 31 gennaio) saluterà l’inverno con un grande falò.
«La “Fiera delle Capre” – spiega il presidente della Pro Loco Ardesio Luca Bergamini – è un punto di incontro fra generazioni, un evento capace di attirare numerosi appassionati e curiosi, ma anche famiglie con bambini. Ogni anno questo appuntamento, che permette di tramandare quell’identità agricola intrinseca nel territorio, cresce sempre più, abbracciando un pubblico più ampio».
Per l’importante anniversario, la rassegna – che include anche la 23esima edizione della «Fiera dell’Asinello» – offrirà un programma ricco e variegato che valorizzerà ancor più la storia e cultura del borgo dell’Alta Val Seriana. «La rassegna – precisa il presidente della Pro Loco Ardesio – è nata 25 anni fa, nel 2000, dall’idea di Flaminio Beretta, il “poeta muratore” Pepi Fornoni, Camillo Tonolini, Luigi Fornoni e Fabio “Orsetto” Bigoni, che proposero al Comune di Ardesio di dare vita a un momento d’incontro fra gli allevatori della zona. La proposta è piaciuta subito all’amministrazione e così è nata una fiera che, sin dai primi anni, ha saputo distinguersi e rinnovarsi. Già a partire dalla terza edizione sono arrivati gli asinelli e da lì in poi il concorso si è ampliato sino a raggiungere circa 300 esemplari di capre e becchi che oggi provengono non solo dalla Val Seriana, ma anche da Valtellina, Val Camonica e Bassa Bergamasca ». Grazie anche al periodo in cui è collocata – nella prima metà di febbraio e lontano da altri appuntamenti di settore – la fiera è uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, con la sua ampia area dedicata agli animali e con il suo percorso espositivo che si snoda tra le viuzze più caratteristiche del borgo.
Cuore pulsante dell’iniziativa sarà anche quest’anno il «Concorso di bellezza», che incoronerà la “regina” e il “re” tra i migliori esemplari di capra orobica e razze miste, tra le quali la Camosciata delle Alpi, la Bionda dell’Adamello, la Vallese e la Nera di Verzasca. Il concorso caprino andrà in scena dalle 7 alle 12 di domenica 9 febbraio, con l’apertura delle iscrizioni, le selezioni di categoria e le premiazioni. Per gli allevatori che volessero partecipare con i propri capi è obbligatorio contattare preventivamente e al più presto l’organizzazione al 340.3001172.
Durante la mattinata, precisamente alle 10 in via Emanuele Filiberto, presso la vecchia casa di Flaminio Beretta, ci sarà anche l’apertura della mostra fotografica «25 anni della Festa delle Capre». L’esposizione permetterà non solo di ripercorrere la storia dell’evento, ma ritrovare le origini della comunità, rivivendo un passato fatto di condivisione e semplicità che ha attraversato un quarto di secolo. La mostra consentirà di riscoprire anche la figura di Flaminio Beretta, l’«eremita di Ardesio» protagonista del documentario «Zenerù: il film. La relazione tra l’antico rituale e la vita dell’eremita Flaminio», realizzato da Andrea Grasselli e visibile all’interno della mostra.
«La Scasada del Zenerù»
La «Fiera delle Capre» si lega inevitabilmente a un’altra importante iniziativa della comunità di Ardesio. Questa sera, infatti, dalle 20, migliaia di persone assisteranno allo spettacolare rogo che saluterà l’inverno. Un rituale che, nonostante il freddo pungente dei «dé de la mèrla», ha un’origine antichissima ed è vissuto con grande partecipazione da grandi e piccini.
«“La Scasada dol Zenerù” – commenta Luca Bergamini – è un rito legato alle tradizioni agro-pastorali, come ce ne sono diversi nell’arco alpino e nella penisola, legato alla cacciata dell’inverno per noi impersonato da “Zenerù” o “Gennaione”. La fine di gennaio è considerato un momento cerniera fra la stagione fredda e la primavera. I campanacci delle mucche, che durante l’estate troviamo al collo delle mucche al pascolo ora sono nelle stalle. I giovani li riportano in piazza, li legano in vita, li agitano. Il suono del campanaccio ha la duplice funzione di scacciare l’inverno e risvegliare la bella stagione ».
Ogni anno lo «Zenerù», un grande pupazzo raffigurante appunto il freddo dell’inverno, ha un tema preciso, deciso mesi prima da Flaminio Beretta, che per l’occasione crea anche una poesia in bergamasco. La fantasia dell’eremita quest’anno ha immaginato che «Zenerù» raggiunga il Monte Secco per ricostruire la grande croce in ferro, posata sulla vetta esattamente sessant’anni fa. L’intento però non va a buon fine: acciuffato mentre è al lavoro per abbattere la croce, «Zenerù» viene posto sul tradizionale carro e portato al rogo. Questa storia prenderà vita già questa mattina, quando – dopo la presentazione del gruppo folclorico ospite che quest’anno proviene da Alfedena (Abruzzo) – i bambini accoglieranno in piazza Monte Grappa il carro (preparato con particolare cura e attenzione nei mesi scorsi) e lo accompagneranno in Ponte Rino (Largo A. Volta) dove rimarrà tutto il giorno.
Questa sera, alle 20, un corteo per le vie del centro con migliaia di persone accompagneranno lo «Zenerù» fino al piazzale Monte Grappa, vicino alle Poste, dove verrà bruciato nel tradizionale spettacolare falò. Al termine non mancheranno frittelle e vin brülé per tutti. Il rito continuerà domenica 2 febbraio con un momento dedicato ai più piccoli. I bambini del paese si ritroveranno alle 15 in Ponte Rino e, facendo sempre rumore, accompagneranno un baby «Zenerù» fino al parcheggio dell’ex tennis di via Locatelli, dove il piccolo pupazzo verrà dato alle fiamme. Un modo coinvolgente per tramandare la tradizione e farla vivere nelle giovani generazioni.
Il mondo agricolo al centro
La «Scasada dol Zenerù» rappresenterà quindi l’inizio delle iniziative che porteranno alla «Fiera delle Capre». Prima dell’attesa giornata del 9 febbraio, ci sarà anche un convegno legato alle iniziative per «2024 – Anno delle Radici» – in calendario sabato 1° febbraio alle 20.30 in sala consiliare – dal titolo «Storie di pastori, storie di emigranti» , un focus sulla storia e sulle migrazioni degli abitanti delle valli spesso costretti a lasciare la propria terra ed emigrare in altri territori e anche all’estero, per lavoro. Un secondo convegno arricchirà la giornata dedicata alla fiera: domenica 9 alle 20.30, sempre in sala consiliare, si potrà partecipare a «Vivere in montagna: protagonisti», un momento dedicato alla natura e ai suoi cambiamenti con grandi ospiti. Si parlerà di riforestazione, dissesto idrogeologico e presidio del territorio.
Oltre a promuovere le tradizioni e l’identità del territorio, la «Fiera delle Capre» vuole avvicinare sempre più i giovani. «Negli ultimi anni ci sono sempre più giovani che si avvicinano al mondo dell’allevamento come hobby o lavoro. Sono loro il futuro dell’agricoltura e dell’allevamento e l’auspicio è riuscire a coinvolgerli sempre di più – aggiunge Bergamini – Per questo siamo in contatto anche con l’ABF di Clusone e, sempre per riconoscere il valore dei giovani, tra i premi extra del “Concorso di bellezza” ci saranno anche riconoscimenti per l’allevatore più giovane, ma anche al più anziano e a quello che viene da più lontano, e altri ancora. Un modo per ringraziare i tanti allevatori che da 25 anni ci danno fiducia».
Gli appuntamenti da non perdere
Oltre alla mostra, visitabile anche nei fine settimana di febbraio, e ai convegni, la «Fiera delle Capre» garantirà come sempre un ricco percorso espositivo. Con una piacevole passeggiata in centro storico si potranno ammirare decine di bancarelle e stand con prodotti tipici, abbigliamento di settore, creazioni di artigiani locale e sculture create in logo con motoseghe e attrezzi da lavoro. Si troveranno anche macchinari agricoli e non mancheranno dimostrazioni di abbattimento estremo con «Fast&blade». Per i più piccoli sarà allestita un’area bimbi con i giochi di una volta e verrà proposto uno spettacolo di burattini con Virginio Baccanelli. Tra le attività da non perdere anche la dimostrazione di cagliata e di mascalcìa agricola nell’area dedicata agli asinelli. Al mattino dalle 9.30 alle 12 «Riscopri Ardesio» con colazione del contadino, visita alla Casa Rurale alla mostra del 25esimo e pranzo all’Osteria Allegria (iscrizione obbligatoria all’indirizzo [email protected]).
«Durante la giornata – conclude il presidente della Pro Loco – ci saranno anche i concerti itineranti del gruppo folclorico “Le Taissine” di Gorno (alle 10 e alle 14) con il loro meraviglioso abito da lavoro e con delle fisarmoniche tradizionali. Nel pomeriggio, alle 15.39, la musica continuerà a risuonare tra le vie del paese con un concerto di musica popolare, folk e tammurriate (una danza tradizionale del Centro Italia, ndr) a cura de “I Pastellesse Sound Group – Bottari” di Macerata che, attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali come botti e falci, accenderanno il ritmo della “pastellessa”, la musica prodotta proprio da questi materiali della cultura contadina».
Chiudono il programma alle 15 la visita guidata gratuita al Museo Etnografico dell’Alta Valle Seriana MEtA e alla quattrocentesca Casa Rurale. Per entrare nel vivo della festa mancheranno un bicchiere di vin brulè o tè caldo in piazza e un pranzo tipico a partire alle 12 – tra le novità di quest’anno - all’Osteria Allegria.