Una corda da arrampicata. Uno scooter. Una maschera antigas. Un bozzetto pubblicitario dell’acqua Sanpellegrino. Difficile dire cosa tutti questi oggetti abbiano in comune. Aggiungiamo allora qualche dettaglio in più: la corda è degli anni ’40 e appartiene alla Sezione di Bergamo del CAI, lo scooter risale agli anni ’50, la maschera antigas è un ricordo indelebile della Prima Guerra Mondiale, il bozzetto pubblicitario ha centodieci anni. Ecco quindi che ogni piccolo oggetto ci narra una storia: una storia particolare, che comincia a Bergamo e poco a poco va a congiungersi con una storia più grande, la “Storia universale”.
Nel Convento di San Francesco in Città Alta, sabato 6 novembre, il Comune di Bergamo, il Museo delle storie di Bergamo e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo inaugurano BERGAMO 900, un nuovo museo volto a raccontare il XX secolo a partire dal territorio. Quattro sale – ognuna dedicata a una diversa chiave di lettura del Novecento (i fatti, i luoghi, le voci, la vita) – accompagneranno i visitatori attraverso cent’anni di mutamenti e di rivoluzioni. Eccone un assaggio.
I fatti
Abbiamo sentito spesso dire che la storia sia magistra vitae. Conoscere gli errori del passato dovrebbe aiutarci a non ripeterli nel presente. Ecco allora che lo studio e il viaggio nel XX secolo parte dai fatti, dalle date, dalle dinamiche sociali, economiche, politiche e culturali che hanno reso il Novecento un secolo come nessun altro.
Otto clip audiovisive raccontano una serie di eventi che hanno segnato la vita del nostro territorio e di chi lo ha abitato, eventi in cui la storia particolare e quella grande si sono intrecciate e hanno dialogato tra di loro. Tutte fonti originali, ci ha svelato Roberta Frigeni, curatrice del progetto, per “un racconto privo di sovrastrutture, ma che si basa su fonti coeve al periodo che andiamo a trattare”.
Si comincia nel 1908, con il caso Dalmine e l’inizio della crescita industriale della bergamasca. I visitatori conosceranno poi la storia individuale dei fratelli Calvi e quella corale degli oltre 12.000 bergamaschi che non fecero mai ritorno dalla trincea dopo la Grande Guerra. E poi ancora, si farà un tuffo in epoca fascista, si studierà la Resistenza, la Chiesa di Papa Giovanni XXIII, la lotta operaia della Filati Lastex, fino ad arrivare alle prime forme di tutela ambientale, con la nascita di enti quali il Parco dei Colli, istituito nel 1977.
I luoghi
Nella seconda sezione, la storia parla attraverso la geografia: una mappa tridimensionale e interattiva, estesa ben 6 metri, darà ai visitatori l’occasione di interrogare 87 luoghi della città e della provincia di Bergamo, decifrando i segni della storia del 900. Molti luoghi non ci sono più, molti si sono trasformati. A ciascuno di questi punti di interesse è associata una foto dell’oggi, che trascolora in un gioco dal grande spessore storico in una foto dello stesso luogo nel passato.
Come muoversi attraverso questi luoghi? Sono diversi i percorsi che si possono scegliere: si possono percorrere le grandi infrastrutture, dalle ferrovie all’autostrada, fino all’aeroporto; oppure approfondire i luoghi dell’assistenza e della sanità, dalle cliniche private specializzate al manicomio provinciale, toccato dalle riforme della legge Basaglia.
Anche i luoghi della cultura sono tutti da esplorare, anche solo per la varietà delle iniziative che hanno ospitato nel corso del secolo: la rinnovata Società del Quartetto, il Premio Bergamo, il Teatro delle Novità, il Congresso Internazionale di Architettura Moderna, il Festival Internazionale del Film d’autore, il Teatro Tascabile.
La vita
Completa BERGAMO 900 una linea del tempo lunga ben 22 metri, che racconta come si viveva a Bergamo negli anni. Il racconto avviene attraverso 39 fotografie molto suggestive, in grado di evocare cambiamenti di costume e di luoghi di aggregazione (vi ricordate il primo fast food aperto in Piazza Pontida?), ma anche attraverso dati demografici, economici e culturali (dagli esiti del referendum sul divorzio al numero delle autovetture che nei decenni hanno attraversato Bergamo).
Custode e testimone di tutti questi cento anni di fatti, voci e luoghi è stato L’Eco di Bergamo, il principale quotidiano locale. E proprio alle prime pagine del giornale, dal gennaio del 1900 al dicembre del 1999, è dedicato uno spazio speciale: saranno tutte da sfogliare in un grande touch screen .
Le voci
Leggiamo storie fin da quando siamo bambini. Ma la vista non è il primo senso che utilizziamo per fruire di favole e racconti. Le storie, prima di tutto, le ascoltiamo. Nella terza sezione del Museo, troverete 23 box di oggetti iconici: una macchina tessile, un modellino di trattore SAME, un biglietto della finale della Coppa Italia del giugno 1963.
Accanto, la cornetta di un telefono. Basterà alzarla per ascoltare le voci di chi questi oggetti li ha vissuti, li ha costruiti, li ha toccati con mano: il cardiochirurgo Lucio Parenzan, i campioni sportivi Walter Bonatti e Felice Gimondi, gli esponenti della cultura Giacomo Manzù, Bruno Bozzetto, Gianandrea Gavazzeni ed Ermanno Olmi, a cui è affidato il racconto di un bellissimo aneddoto legato al film “L’albero degli zoccoli”.
Audio d’epoca, réclame, cronache radiofoniche o televisive. Voci di personaggi famosi ma anche di gente comune, con una storia da raccontare, come la voce di un’operaia tessile, che introdurrà i visitatori al lavoro femminile a domicilio.
Il progetto
Il progetto BERGAMO 900 prende il via nel 2017, in occasione del centesimo anniversario del Museo delle storie di Bergamo. Un Museo che è una costellazione di sei luoghi di Bergamo – il Campanone, Torre simbolo di Bergamo Alta; il Palazzo del Podestà con il Museo del 500; il Museo Donizettiano; la Torre dei Caduti nel cuore della città bassa; il convento medievale di San Francesco con il Museo della fotografia Sestini; la Rocca con il Museo dell’Ottocento – ciascuno con una propria identità, ma con un obiettivo comune: valorizzare la nostra città e narrarne la storia.
Alla guida del progetto ci sono Roberta Frigeni e Lia Corna con Nicholas Fiorina e Giulia Todeschini del Museo delle storie di Bergamo, accanto a più di 200 persone tra ricercatori, storici e studiosi. Tantissime le collaborazioni attivate: oltre 130 tra istituzioni culturali locali, nazionali e internazionali, aziende private e collezionisti, che hanno messo a disposizione le loro competenze, le loro collezioni e i loro archivi.
Il Museo è pensato come un Cantiere di storie: un luogo in continua evoluzione. “Chi apre un museo oggi non può non fare i conti con una consapevolezza: non ci si può più aspettare di essere definitivi. Tanto più se ad essere raccontato è un secolo così fragile, così vivo come il Novecento” ha anticipato Roberta Frigeni. “I contenuti del museo continueranno a essere dinamici: è stato costruito tutto questo in modo che sia progressivamente modificabile e che accolga le obiezioni, le critiche”.
All’idea di cantiere allude anche la grafica scelta dal Museo per la sua campagna di comunicazione: delle strisce bianche e rosse. Le fondamenta si sono posate, il resto è tutto da costruire. In “cantiere” c’è l’idea di ospitare il grande convegno nazionale “Il 900 in Museo”, in vista di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.
Quando e come visitare BERGAMO 900
L’inaugurazione del museo è prevista per il 6 novembre. Dopo il taglio del nastro alla presenza delle autorità, alle ore 11.30, sarà possibile visitare gratuitamente BERGAMO 900 fino alle ore 22.
Da sabato, il Convento di San Francesco diventerà un vero e proprio polo culturale: con un unico biglietto sarà possibile accedere a BERGAMO 900, al Museo della fotografia Sestini, alle mostre temporanee e ai chiostri. E per i primi mesi di apertura, il biglietto promo “Speciale apertura” sarà al costo di 7€ (ridotto 5€, gratuito fino a 18 anni). Gli ingressi sono contingentati e avvengono previa esibizione del Green Pass.