Sentieri lunghi miglia aeree che dalla Sardegna raggiungono i villaggi Maasai della Tanzania e un fotografo che pensa i suoi scatti come semi che possano germogliare in chi li guarda. Percorsi di oltre cento chilometri che uniscono due città sorelle come Bergamo e Brescia, nell’anno che le vede insieme Capitale della Cultura, che aspettano solo di essere percorsi. Tracciati in cui un uomo insieme a tre cammelli e un cane esplora l’immensità delle praterie australiane. E ancora cammini fatti in gruppo con gli scout, passeggiate in cui scoprire Bergamo sotto altri occhi, passo dopo passo, e il piacere semplice di incontrarsi e parlarne.
Ecco « Viaggi, via all’intercultura – Il cammino come forma di incontro », una settimana promossa da Fileo in collaborazione con altre realtà del territorio, una serie di appuntamenti in programma fino al 30 maggio, che avranno il loro cuore pulsante nell’Abbazia di San Paolo d’Argon (via del Convento, 1), tra musica, teatro, fotografia, incontri e cinema, uniti dal comune denominatore del camminare.
Le fotografie di Lotumolo: seminare immagini per germogli di cambiamento
La settimana «Viaggi, via all’intercultura – Il cammino come forma di incontro» si è aperta lo scorso 21 maggio con l’inaugurazione di « Inspired by the people », la mostra fotografica di Stefano Lotumolo: un percorso esplorativo alla scoperta della diversità tra popolazioni, che può unire culture e tradizioni permettendoci di imparare a conoscere chi ha altri usi e costumi, ma è come noi.
Un incontro poetico e appassionato con la bellezza della diversità, declinato in immagini provenienti da Myanmar, Tanzania, Iran e altri paesi del mondo, firmato dal fotografo toscano invitato ad esporre a Roma presso la FAO e selezionato dall’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: suoi gli scatti in mostra all’Abbazia di San Paolo d’Argon fino al 25 maggio (dalle 9.30 alle 22.30, ingresso libero).
È lo sguardo ad essere al centro di «Inspired by the people», un centinaio di scatti realizzati durante i viaggi di Lotumolo tra Asia e Africa, parte di un libro in prossima uscita.
Toscano trapiantato in Sardegna con radici nella Tanzania dei Maasai, il fotografo trova in questo popolo una seconda famiglia: dall’incontro con il guerriero Philipo Laitok nel 2015 sorge una splendida amicizia, da cui, anni dopo, nel 2020, nascerà l’Associazione Radici Globali, fondata da Lotumolo con altre cinque persone e che è sostenuta anche grazie a mostre e libri fotografici.
Negli scatti del fotografo classe 1987, lo sguardo cerca la semplicità. «È a quella che dobbiamo ritornare» spiega quando parla dei suoi viaggi, tra l’Iran dove anche solo un velo storto può essere motivo di tensione e dove Mahsa Amini è morta per una ciocca di capelli e il Myanmar delle donne dal volto tatuato, dove Lotumolo ha realizzato che la fotografia etnografica era la strada che voleva percorrere, scoprendo usi, costumi e culture dei popoli del mondo. E ancora in Tanzania, dove vive Leomom, un piccolo pastore affidato dalla poverissima famiglia a un’altra coppia di genitori perché lo crescessero.
«Ogni esperienza è per me motivo di grande insegnamento – spiega Lotumolo – quando ho iniziato a viaggiare mi sono reso conto di quanto la mia impronta occidentale fosse grossa: siamo abituati a vedere il nostro mondo come perfetto, ma in realtà vanno davvero così bene le cose da noi? Quest’idea dell’occidentale come salvatore del mondo ce la portiamo dietro senza realizzare quanto ci impatti davvero». Scoprire davvero chi abbiamo davanti è possibile solo se siamo disposti a una rinuncia: «Purtroppo la nostra mente proietta giudizi su ciò che incontra e lo fa di continuo. Se ci vogliamo godere davvero chi è l’altro, dobbiamo eliminare il giudizio: sospenderlo ci porta ad avere un contatto diverso, siamo lì per conoscere, per incontrare qualcuno».
Così, anche se non è la stessa cosa, anche se una mostra fotografica non sostituisce un biglietto aereo che atterra dall’altra parte del mondo, il progetto di Stefano Lotumolo rappresenta comunque uno spiraglio, un’occasione di esplorare mondi lontani: «il percorso della mostra, con le sue foto basate sulle persone, è pensato perché uno vi si immerga e in una fotografia trovi un semino che possa germogliare in lui. La mia esperienza e il mio lavoro avranno un impatto se riuscirò a smuovere qualcosa in chi guarda».
Alla scoperta dell’altro, dalla fotografia al grande schermo
Questa sera «Viaggi, via all’intercultura – Il cammino come forma di incontro» prosegue al Cinema Conca Verde di Longuelo a Bergamo dove alle 20.45, per la rassegna «Cinema in cammino», sarà proiettato «Tracks – Attraverso il deserto» del regista inglese John Curran: la storia vera di Robyn Davidson che ha percorso le praterie australiane in un viaggio lungo mesi in compagnia di tre cammelli e del suo cane Diggity.
L’appuntamento successivo è in programma martedì 20 giugno all’Arena Santa Lucia di Bergamo con « In cammino » di Joanna Janikowskac, un documentario sulla «Via di Francesco», un road movie fatto a piedi che indaga i perché dietro la scelta di compiere percorsi di fatica. Un’iniziativa dedicata all’esperienza del camminare in tutto il mondo in collaborazione con Vagamondi, VivereLonguelo e Fileo.
Camminare in bergamasca. Percorsi a piedi in provincia e oltre
Dal cinema agli incontri. «Viaggi, via all’intercultura» prosegue domani, 24 maggio, alle 20.30 con « Perché lo scout cammina ancora », una serata di dialogo sul camminare come strumento di relazione e crescita nell’esperienza scout, mentre giovedì 25 maggio alle 18 sarà la volta di « Camminare in bergamasca », un incontro sui tre cammini presenti in provincia: il «Cammino di Carlo Magno», un percorso di 160 km che collega Bergamo a Ponte di Legno passando per la Val Cavallina, l’«Alta via delle Grazie», 315 km che dalla città risalgono lungo la Val Seriana raggiungendo Valbondione, per poi raggiungere Montisola sul lago d’Iseo e la nuovissima «Via delle Sorelle», 130 km che collegano Bergamo e Brescia, un itinerario presentato quest’anno in occasione della Capitale della Cultura 2023.
Sempre il 25 maggio, ma alle 20.30, in Abbazia andrà in scena « Bergamo, 19 cuori e una sola meta: il viaggio », uno spettacolo con Lucia Giupponi, le voci di Annalisa Agape e Monica Gherardi e con le musiche originali di Giorgio Santangelo. Dal teatro poi si passa a un concerto, « Colori », proposto in occasione della veglia diocesana di Pentecoste con il coro Effatà e Teatro Il Piroscafo, una serata in programma sabato 27 maggio alle 17.30 al teatro «Le muse» di Dalmine.
Ultimo appuntamento della rassegna sarà « Micromondo », una passeggiata interculturale su invito di Migrantour con ritrovo in via Quarenghi a Bergamo martedì 30 maggio alle 10, un’occasione per scoprire la città con altri occhi.
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