«Tutte le immagini portano scritto “più in là”» scriveva Eugenio Montale mentre osservava l’amato mar ligure calmarsi dopo la burrasca. Guardare «più in là» è diventato sempre più difficile, in un’epoca storica sconvolta da nuove burrasche – guerre, crisi umanitarie, epidemie –; in una società che anziché allargare lo sguardo ci chiede di limitarlo e circoscriverlo a noi stessi e al nostro benessere.
L’associazione culturale «Bergamo Incontra» invita allora a cogliere la sfida, a continuare a cercare quel Qualcosa o quel Qualcuno che possa «cambiare il modo di guardare il cielo e la terra, di alzarsi al mattino o di andare a letto la sera». Lo fa organizzando un festival gratuito, che dal 14 al 16 giugno riempirà gli spalti di Sant’Agostino in Città Alta di conferenze e spettacoli, ma anche di momenti di intrattenimento musicale e mostre.
All’interno del programma della quindicesima edizione di «Bergamo Incontra» (che trovate qua) abbiamo selezionato tre di questi momenti, che vedono protagonisti in particolare giovani universitari, studenti delle scuole superiori e insegnanti. Persone che hanno fatto propria la domanda cuore della rassegna: «per che cosa vale la pena vivere?» e hanno scelto di condividere con il pubblico un pezzetto del loro cammino.
A ritmo di musica, con i The Cisti Fellas e la Teacher’s Band
Sono due le serate musicali che vi consigliamo di appuntare in agenda. La prima, in programma sabato 15 giugno alle 21.30, porta il titolo di «Siamo esseri semplici» e vede al centro i The Cisti Fellas. Sette giovani musicisti proporranno una serie di cover di cantanti italiani e stranieri: da Zucchero a Cesare Cremonini, dai “nostri” Pinguini Tattici Nucleari a Vasco Rossi, passando per i Muse e gli One Direction.
«L’idea di suonare insieme – racconta Giovanni Gregorini, componente della band – è nata a valle di un’esperienza di amicizia tra noi studenti in università, che ci ha portato a contribuire nel festeggiare dei nostri amici laureandi in una modalità, quella della band, che partiva da una nostra passione comune, in principio acerba e disordinata. L’occasione si è ripresentata nella festa per accogliere le nuove matricole del 2021. Inutile fare troppi giri di parole: ci siamo divertiti troppo. E farlo per degli amici lo ha reso ancora più bello. Quindi, volti a coltivare questa passione, abbiamo iniziato a provare, come passatempo e modo di coltivare l’amicizia tra di noi, e nel frattempo le occasioni di suonare insieme sono state sempre più numerose».
Alla provocazione sollevata dall’edizione 2024 di «Bergamo Incontra», i The Cisti Fellas rispondono innanzitutto con la loro amicizia. «La bellezza che sperimentiamo nel suonare ci riporta al motivo per cui il nostro gruppo è nato, cioè solo grazie a una pienezza vissuta nello stare assieme in università».
Dagli studenti agli insegnanti: se l’età cambia, ciò che non cambia è la volontà di vivere e coltivare un’amicizia vera, piena. A chiudere il festival «Bergamo Incontra», domenica 16 giugno alle 21, sarà il concerto della Teacher’s band, con «un repertorio di sapore rock, che passa dai Queen, agli U2 ai Green day, al groove dei pezzi di Zucchero, scelto appositamente per condividere una serata a ballare e divertirsi insieme».
A parlare è Francesco Fadigati, docente di lettere, rettore del Centro Scolastico La Traccia di Calcinate e appassionato componente del gruppo. «Si può vivere perché c’è un senso. E la cosa più grande è che questo senso lo si può scoprire in un incontro concreto, dentro una amicizia che comunica un gusto, uno sguardo appassionato alla vita, alla bellezza, all’uomo in tutte le sue espressioni. Queste mi paiono le poche cose a fondamento della nascita della Teacher’s Band, ormai più di 12 anni fa: un gruppetto di docenti dell’Istituto La Traccia di Calcinate, amici fra loro, si sono accorti che condividere il comune interesse per la musica faceva crescere la passione, e non solo. La rendeva più profonda, capace di comunicarsi ad altri. Ecco perché sentiamo che le nostre serate sono, insieme, comunicazione di una passione e di una amicizia piena di gusto, piena di senso. Nessuna ambizione di perfezionismo, grande immedesimazione in ciò che suoniamo. In questi anni abbiamo costruito percorsi musicali e concerti per godere di momenti di ascolto o di festa».
Una mostra per rimettere a fuoco una domanda di senso
Nel cartellone del festival spazio anche alle mostre, aperte venerdì 14 giugno dalle 18.30 alle 22.30, sabato 15 dalle 10.30 alle 22.30 e domenica 16 dalle 11.30 alle 22. Tre sono le esposizioni in programma: «Non come ma quello. Famiglie e artisti nella sorpresa della gratuità»; «TU. La luce nella cura» e «Cosa ci manca? Bella domanda. In dialogo con la musica contemporanea».
Quest’ultima mostra, in particolare, è il frutto di «una sera a cena tra amici», come raccontano i curatori, che non sono specialisti o critici, ma giovani studenti delle scuole superiori e alcuni adulti. «Prende spunto dal racconto di uno studente che, ascoltando una canzone particolare, ha descritto come l’avesse aiutato a capirsi di più. Ci siamo allora chiesti: perché non provare a cercare qualcosa di vero nelle canzoni che ci piacciono, che ascoltiamo, che talvolta consumiamo e ci accompagnano? Da qui nasce la mostra, che si articola in un percorso in tre tappe, costituite ognuna da un gruppo di canzoni esemplificative, per approfondire le domande che costituiscono tutti noi, ben documentate dai testi di tanti cantanti (quasi tutti) contemporanei, e provare a capire se esiste una ipotesi di risposta alla nostra sete di felicità».
Il visitatore che passeggerà negli spazi di Sant’Agostino si troverà circondato da una serie di pannelli, che lo accompagneranno dalla prima fino all’ultima tappa tra citazioni di testi e commenti di studenti. Sarà presente inoltre una selezione audio-video, che permetterà di ascoltare tutte le canzoni di cui la mostra parla.
«Questo percorso si inserisce bene nel tema generale di “Bergamo Incontra” – continuano i curatori – perché più analizzavamo testi significativi, più ci rendevamo conto che le domande costitutive del cuore (chi sono? Che valore ho? Per cosa sono fatto? Esiste qualcosa in grado di soddisfarmi che non duri solo una manciata di secondi?) sono il contenuto di moltissime canzoni odierne, che gridano – talvolta anche in modo confuso, o scomposto – la necessità di “Qualcosa di grande, che resti”, che non scivoli via come sabbia, che valga di più “del successo...della stessa vita”, qualcosa insomma per cui valga la pena vivere. Costruire il percorso è stata l’occasione per rimettere a fuoco anche noi, che l’abbiamo costruita, questa inestirpabile domanda di senso, che condividiamo tra noi, con i cantanti che ascoltiamo e anche con chiunque verrà a visitare la nostra mostra».