L’arte è passione, tanta ragione (il collezionista lo sa bene) e tanta – tantissima – relazione. Quella che si crea tra il dipinto e l’osservatore, tra l’osservatore e l’artista, tra il collezionista storico e il neofita, tra un appassionato e l’altro. L’arte, per qualcuno, è anche un gioco. Ce lo insegnano i bambini, con le mani sporche di pittura colorata e i fogli sparsi per casa pronti a trasformarsi in tele d’artista.
Forse Diego Santamaria ha seguito questa suggestione nell’ideare «Arscode», un gioco da tavolo tutto dedicato al mondo dell’arte contemporanea. Lo presenterà domenica 27 marzo alle 11 presso l’area Talk del BAF – Bergamo Arte Fiera, la mostra mercato che, dal 25 al 27 marzo, ospiterà nel Polo di Via Lunga un’ottantina di gallerie tra le più espressive del panorama nazionale, mostre, realtà dell’editoria, librerie e istituzioni (trovate una prima presentazione della kermesse a questo link).
«Arscode» nasce da una grande passione per i giochi da tavolo, una propensione naturale per la strategia e l’organizzazione e – soprattutto – l’amore di Santamaria per il mondo dell’arte, che da più di vent’anni costituisce un lavoro a tutti gli effetti. Dal 2000, infatti, Santamaria gestisce Espoarte Contemporay Art Magazine, rivista d’arte e cultura, e dal 2005 è titolare della casa editrice Vanillaedizioni , specializzata in arte contemporanea. «Ho iniziato a lavorare ad “Arscode” nel 2017, cercando una soluzione per fare conoscere a tutti il sistema dell’arte, per diffondere questa curiosità che c’è in tanti, ma che nessuno riesce a comprendere fino in fondo – mi sono detto: se fosse un gioco?» Il progetto si è fermato nel 2018, con il subentrare di altri programmi ed altri impegni. «Con il lockdown – per caso – “Arscode” mi è ricapitato in mano, mi sono reso conto della bellezza dell’idea e ho sfruttato il lockdown per ultimarlo e coinvolgere gli artisti».
Il regolamento
Il gioco è molto facile nella sua esecuzione e può svolgersi ovunque (bastano il mazzo di carte, un foglio su cui scrivere e una penna). Si compone di 144 carte. 84, in particolare, riproducono le opere di 42 artisti del panorama emergente italiano. Sono le carte che i giocatori, round dopo round, devono acquistare e aggiungere alla propria collezione. Su ogni carta è presente un riferimento numerico: quello che definisce il valore dell’opera stessa per assegnare al giocatore la vittoria.
Al novero delle carte si aggiungono 12 carte di “dotazione”, che contengono in sintesi le regole e le mosse utili, e 48 carte azione, che rappresentano i personaggi e gli eventi che condizionano lo sviluppo del gioco (incontri fortunati con personaggi di spicco, partecipazioni a mostre, eventi che fanno crescere il valore dell’artista e determinano il successo di una collezione).
«Il cuore del gioco è far scoprire a chi si avvicina al mondo dell’arte le regole del gioco – non le regole del gioco “Arscode” – le regole del gioco dell’arte, dell’intero sistema dell’arte», spiega Santamaria. «Grazie alle 48 carte azione, si riescono a scoprire i tanti segreti che determinano crescita e fallimento di un artista, cosa decide l’importanza di un’opera d’arte rispetto a un’altra. E poi è possibile conoscere 84 opere di artisti contemporanei reali».
Un progetto culturale
L’obiettivo di Santamaria, che definisce «Arscode», più che un gioco, un «progetto culturale», è quello di portare il grande pubblico a conoscere e frequentare un mondo che negli ultimi anni è diventato sempre più “di nicchia”. «Il problema a cui stiamo assistendo oggi è che è sparita la cultura dal mondo dell’arte e questo non ha generato nuovi collezionisti. Basta frequentare qualche fiera, per accorgersi di come la maggior parte dei collezionisti sia over 70. È brutto perché l’arte si muove con la cultura. Nel momento in cui si è smesso di fare cultura e si è fatto solo mercato, il grande pubblico si è allontanato – perché le opere non vengono più spiegate, la gente non capisce i lavori esposti o l’arte che viene loro presentata è troppo concettuale».
Le 84 opere che Santamaria ha scelto per «Arscode» sono tutte opere di artisti contemporanei mid career , con un percorso già avviato a livello nazionale e, per qualcuno, addirittura a livello internazionale. Nessuno di questi lavori è, però, eccessivamente concettuale o di difficile comprensione. «Sono opere che si possono apprezzare al solo sguardo, generare emozioni, e sono accompagnate da una didascalia con titolo, l’anno di realizzazione e la tecnica, e da due righe che danno a ciascuna opera una chiave di lettura. Il bello dell’arte è che per tutti».
Tra gli artisti coinvolti ci sono Guido Airoldi, Elisa Cella, Andre Cereda, Max Farina, Lucrezia Roda, Tina Sgrò, Giorgio Tentolini, Marika Vicari. Tutti autori che si ha modo di scoprire attraverso le 84 carte acquisto, carte talmente belle da essere loro stesse da collezione. Per Bergamo Arte Fiera, una manifestazione a cui Santamaria è molto legato («siamo sempre stati espositori e, a parte il primo anno, anche editori del catalogo»), è stata creata una carta speciale a tiratura limitata di 250 copie dedicata all’artista e fotografa di Domodossola Monica Gorini. Verrà regalata ai primi visitatori e a chi si presenterà allo stand di Vanillaedizioni in cerca di informazioni, anche senza acquistare il gioco.
«Stiamo vivendo un momento complicato, perché bisogna rifondare la cultura all’interno del mondo dell’arte – e non è facile. Per diventare collezionista occorre appassionarsi all’arte, seguire le mostre, conoscere gli artisti, innamorarsi delle opere… e pian piano nasce la voglia di possedere un’opera». Con «Arscode», Santamaria ha voluto muovere qualche passo in questa direzione.
Nella scatola del gioco, lo staff di Vanillaedizioni ha inserito un vero e proprio libro d’arte. Le pagine dedicate al regolamento sono solo sei («ogni giocatore ha in dotazione due carte in cui sono riassunti i punteggi e lo svolgimento dei vari round, non c’è da consultare il manuale tutte le volte»), seguite da un centinaio di pagine di spiegazione delle opere scelte, note biografiche e presentazione degli artisti.