Ben 39 date fra musica (pop e classica), teatro, comicità, danza, dal 1 dicembre al 27 maggio 2022. Dopo il fermo causato dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni, il Creberg Teatrobergamo torna in grande stile con un programma per tutti i gusti, in cui novità, sorprese e “classici” non mancano. La direzione artistica della stagione di Paolo Scotti ha saputo mescolare bene gli appuntamenti pensati per un teatro che è ormai diventato un punto fermo per il pubblico bergamasco.
“23 febbraio 2020 – ricorda Scotti – In scena al Creberg Teatro c’era ‘Aggiungi un posto a tavola’ un classico della commedia musicale italiana firmato dalla storica ditta Garinei e Giovannini. Quello spettacolo non andò in scena. L’ordinanza del sindaco Gori sancì̀ l’inizio del periodo più oscuro e drammatico che mai avremmo pensato di vivere. Oggi sono passati ventun mesi esatti da quel giorno. Ho vissuto tutta la mia vita professionale nel tentativo di far divertire, riflettere e commuovere le persone attraverso il Teatro. Non vedo l’ora che tutto questo possa ricominciare. Bentornati”.
Tutto ricomincerà il 1 dicembre, come detto: di seguito 10 spettacoli da non perdere, una mini-guida – assolutamente personale – nel mare magnum di proposte in calendario.
Edoardo Bennato in concerto (1 dicembre, ore 21)
Del cantautore napoletano non si parla mai abbastanza. Autore fra gli anni settanta e ottanta di una manciata di dischi che hanno segnato la storia della musica italiana, ha pubblicato nel 2020 “Non c’è”, una semi-antologia composta da 12 riletture di brani della sua carriera (fra cui “Salviamo il salvabile”, “Non farti cadere le braccia”, “Mangiafuoco” etc.) e 8 inediti, di cui l’intensa title-track sembra una dichiarazione programmatica di quella magnifica indole da grillo parlante che ha sempre caratterizzato la sua poetica: “Quello lì che non si vuole adeguare / Quello lì che non esiste perché / Anche nella realtà virtuale / Non può esserci uno che non c’è / Uno che non vuole partecipare/ Al gran ballo delle celebrità / Ma se si rifiuta di cantare / La canzone dell’unanimità”.
In concerto Bennato rivisita in un’energica chiave rock con sfumature blues un repertorio di brani che hanno costituito quarant’anni di un percorso unico in Italia: rock’n’roll e testi beffardi, per uno dei “grandi vecchi” della nostra musica d’autore con la storica, potente B Band al seguito.
Russian Classical Ballet in “Lo Schiaccianoci” (18 dicembre, ore 21)
Un classico della danza di tutti i tempi interpretato dalla compagnia diretta da Evgeniya Bespalova e Denis Karakashev. Il Russian Classical Ballet, dalla sua fondazione nel 2005 nella città di Mosca, ha l’intento di conservare la tradizione del balletto classico russo. La compagnia è composta da un cast di ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole coreografiche. Corpo di ballo e solisti provengono dalle principali Compagnie russe, il RCB è un ensemble di alta classe in cui preparazione accademica ed esperienze internazionali incontrano la freschezza di talenti emergenti nel panorama della danza classica moscovita.
“Lo Schiaccianoci”, basato sulla fiaba “Lo schiaccianoci e il re dei topi” di E.T.A. Hoffmann, vanta le musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij (tra cui lo splendido “Valzer dei fiocchi di neve”) e racconta la storia dell’incantevole e poetica Clara, che sogna la trasformazione del suo Schiaccianoci in un principe.
Virginia Raffaele in “Samusà” (5 febbraio, ore 21.00; 6 febbraio, ore 16)
Doppia data per una delle più talentuose imitatrici del nostro Paese. “Vuole sparare? Si vince sempre!” è la frase che ho ripetuto più volte nella mia vita. “Stai dritta che siamo al pubblico!” è quello che si è sentita ripetere. Nata e cresciuta dentro un Luna park, faceva i compiti sulla nave pirata, cenava caricando i fucili e il primo bacio l’ha dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni, dice lei, sono chi sta sul palco e chi sta sotto.
Quando passò qualche anno fa con questo spettacolo ancora dalle parti di Bergamo, la intervistammo: da Belen a Donatella Versace, chissà quali nuovi volti si saranno aggiunti al suo repertorio.
Elio in “Ci vuole orecchio – Elio canta e recita Jannacci” (18 febbraio, ore 21)
C’è una linea di comicità tutta milanese che va da Cochi e Renato agli Elio e le storie tese, passando per Teo Teocoli e Diego Abatantuono. Di questo filone ha fatto parte il grande Enzo Jannacci: medico, cantautore, personaggio surreale e imprevedibile, poetastro come amava definirsi. Elio ne riproporrà le canzoni e alcuni frammenti teatrali, con la regia di Giorgio Gallione, gli arrangiamenti di Paolo Silvestri e una band “da cabaret” composta da pianoforte, batteria, basso e contrabbasso, sassofono e trombone.
Enzo Jannacci è stato l’artista che meglio di chiunque ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. “Roba minima”, la chiamava lui: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente.
Federico Buffa in “Amici Fragili – La storia di un incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André” (5 marzo, ore 21)
Il teatro di narrazione è il modo più toccante, a volte divertente, altre commuovente, di ascoltare quelle piccole grandi storie che hanno fatto la nostra Storia. Di tutto questo Federico Buffa è uno dei maggiori rappresentanti: è il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe vinto l’unico, storico scudetto. Gigi Riva va a trovare Fabrizio De André nella sua casa di Genova. Sembra un incontro tra due mondi lontanissimi e invece, nel silenzio che caratterizza la prima parte della serata, scorrono i pensieri di due randagi che, in campi e in modi diversi, hanno sempre scelto di stare dalla parte degli altri randagi.
Il calcio, la musica, le canzoni. Una in particolare, quella “Preghiera in Gennaio” che Faber scrive tornando dal funerale dell’amico Luigi Tenco e che colpirà nel profondo Rombo di Tuono. Gigi la ascolta ossessivamente e ne vuole parlare con chi quella preghiera l’ha scritta per poi passare a Georges Brassens, al passato, al presente e al futuro, in un dialogo che finisce con Fabrizio che regala a Gigi la sua chitarra, e Gigi che regala a Fabrizio la sua mitica maglia numero 11.
Drusilla Foèr in “Eleganzissima” (8 marzo, ore 21)
Se non conoscete il personaggio di Drusilla Foèr, questa è l’occasione perfetta. Attrice, cantante, elegante e ganza, molto ganza. Nel suo recital racconta gli aneddoti tratti dalla sua vita straordinaria, vissuta fra l’Italia, Cuba, l’America e l’Europa, e caratterizzata da incontri e grandi amicizie con persone fuori dal comune e personaggi famosi, fra il reale e il verosimile. E tra un racconto e l’altro, le canzoni che Drusilla interpreta dal vivo accompagnata dai suoi musicisti.
Familiare per i suoi racconti così confidenziali e unica, snob in un modo che crea empatia in un attimo, Foèr coinvolge il pubblico nella sua vita tutt’altro che ordinaria, fra risate e commozione.
Legnanesi in “Non ci resta che ridere” (dall’11 al 20 marzo)
Se in questo momento ci sono dei rappresentanti talentuosi e straordinariamente divertenti della cosiddetta cultura popolare, questi sono I Legnanesi. Un must del CrebergTeatro, ogni anno un enorme successo di pubblico e tantissime risate.
In “Non ci resta che ridere” Mabilia (Enrico Dalceri), chic più che mai – come si conviene a un viaggio a Parigi – ammira la Gioconda insieme a mamma Teresa (Antonio Provasio) e papà Giovanni Colombo (Lorenzo Cordara), che sfoggiano gilet gialli catarifrangenti nelle sale del Louvre, mentre fuori i manifestanti fanno dei loro gilet gialli il simbolo della protesta, inseguiti dai gendarmi (Giordano Fenocchio e Fabrizio Rossi). Passato e presente, tradizione e attualità: c’è tutto il mondo de I Legnanesi in questo spettacolo, che omaggia (a modo proprio) Leonardo da Vinci, mentre la Monnalisa è al centro dell’attenzione della combriccola, perché deve tornare in Italia. Cosa succederà lo potrete scoprire entrando nel mondo stralunato e intimamente lombardo de I Legnanesi.
PFM in “PFM 1972 – 2022” (22 marzo, ore 21)
Che dire della Premiata Forneria Marconi? Dopo aver omaggiato per anni Fabrizio De André nel fortunatissimo “PFM canta De Andrè”, la band di Franz Di Cioccio torna alla propria musica, pubblicando un nuovo disco di inediti (“Ho sognato pecore elettriche / I dreamed of electric sheep”) e recuperando il proprio passato, fatto di grandi canzoni (“Impressioni di settembre”, “La carrozza di Hans”) e musica di qualità superlativa – senza comunque dimenticare De André.
Le defezioni degli ultimi anni sono state sostituite con musicisti di pari livello. Oggi la PFM è composta da: Franz Di Cioccio (voce e batteria), Patrick Djivas (basso), con Lucio Fabbri (violino, seconda tastiera, cori), Alessandro Scaglione (tastiere, cori), Marco Sfogli (chitarra, cori), Alberto Bravin (tastiere, chitarra, seconda voce) ed Eugenio Mori (seconda batteria). Un ensemble che combina la potenza espressiva del rock, del progressive e della classica in un’unica entità immaginifica. A Bergamo torna la storia della musica, non solo quella italiana: nel 2016 la prestigiosa rivista inglese “Classic Rock” UK ha posizionato PFM al 50esimo posto tra i 100 migliori artisti più importanti del mondo, ed è solo uno dei tanti riconoscimenti di cinque decenni di carriera.
Fiorella Mannoia in “Padrona di niente…tour” (24 marzo, ore 21)
La musa dei cantautori negli ultimi anni ha raccolto una visibilità maggiore, con più leggerezza e apertura verso i nuovi autori della musica italiana. Come accade in “Padroni di niente”, ultimo disco dopo la partecipazione a Sanremo nel 2017 con “Che sia benedetta”, gli impegni televisivi e quelli sul grande schermo.
La roscia, come viene chiamata negli ambienti musicali, è un’interprete di altissima caratura, capace di dare alle parole delle sue canzoni un “peso” che a quasi nessuno in Italia riesce allo stesso modo. Sempre sul confine fra interpretazione canora e espressività gestuale quasi di stampo teatrale, Fiorella Mannoia ha cantato Fossati, Pino Daniele, De Gregori, Battiato, Conte, fino a “Me gustas tu” di Manu Chao. Qualcuno ha storto il naso trovando negli ultimi dischi brani firmati da giovani autori come Amara o Fabrizio Moro, ma Fiorella sa dire la sua, ancora oggi, soprattutto sul palco.
Lillo e Greg in “Gagman Upgrade” (5 marzo, ore 21)
Negli anni la coppia comica – impegnata sui palchi del nostro Paese, ma anche in radio e in tv – ha saputo costruire una rilettura personale e molto attuale della più classica tradizione di sketch. Una visione della realtà colta ed esilarante che non teme confronti stilistici o temporali.
“Gagman Upgrade” è un nuovo sfavillante show firmato Lillo e Greg che riprende i cavalli di battaglia dei due, tratti dagli ambiti in cui si sono mossi in questi anni. Se l’aggettivo surreale viene spesso sprecato in ambito comico, calza invece a pennello per loro. Intellettuali della risata e umoristi non-sense che propongono al pubblico un concentrato di risate pensanti.
Info
Programma completo e biglietti a questo link. Per l’accesso al Teatro sono necessari il Green Pass e la mascherina.
- 10 spettacoli da non perdere nel (ricco) programma del Creberg Teatrobergamo
- Edoardo Bennato in concerto (1 dicembre, ore 21)
- Russian Classical Ballet in “Lo Schiaccianoci” (18 dicembre, ore 21)
- Virginia Raffaele in “Samusà” (5 febbraio, ore 21.00; 6 febbraio, ore 16)
- Elio in “Ci vuole orecchio – Elio canta e recita Jannacci” (18 febbraio, ore 21)
- Federico Buffa in “Amici Fragili – La storia di un incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André” (5 marzo, ore 21)
- Drusilla Foèr in “Eleganzissima” (8 marzo, ore 21)
- Legnanesi in “Non ci resta che ridere” (dall’11 al 20 marzo)
- PFM in “PFM 1972 – 2022” (22 marzo, ore 21)
- Fiorella Mannoia in “Padrona di niente…tour” (24 marzo, ore 21)
- Lillo e Greg in “Gagman Upgrade” (5 marzo, ore 21)
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