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Una serata con «Ludiverso», tra giochi da tavolo e uffici postali

Articolo. Tra le associazioni che portano al pubblico bergamasco eventi legati al gioco da tavolo, «Ludiverso» è una delle più note. Per conoscere meglio la proposta di questo gruppo di gioco, siamo stati alla serata «Giochiamo AL-Mercoledì», da loro organizzata all’oratorio di Almè.

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Plancia di gioco a fine partita (io sono il verde)

Passano gli anni e il mondo dell’intrattenimento si evolve verso il digitale, ma poche cose riescono ad equiparare in quanto a divertimento una serata passata in compagnia davanti ad un buon gioco da tavolo. Spesso definito come mero passatempo, il boardgame è in realtà un medium suddiviso in generi sia narrativi sia di gameplay, le cui combinazioni praticamente infinite riescono ad adattarsi ai gusti di ogni persona, dal giocatore più logico e riflessivo a quello più sguaiato e istintivo. Questa complessità ha fatto sì che negli anni nascessero varie associazioni dedite al gioco da tavolo tra cui «Ludiverso», probabilmente la più nota a livello bergamasco. Lo scorso undici settembre ho partecipato al loro evento «Giochiamo AL-Mercoledì» organizzato all’interno degli spazi dell’oratorio di Almè. Ecco com’è andata.

Come ho cercato e poi trovato l’evento

Oberato dal lavoro e dai mille piccoli grandi problemi ad impatto casuale della vita, da qualche giorno sentivo il bisogno di farmi una bella partita ad un gioco da tavolo che fosse relativamente semplice ma molto logico. Ricordandomi di aver partecipato in passato a diverse serate dell’associazione «Ludiverso», ho iniziato a cercare sulle loro pagine social informazioni, giusto per capire se organizzassero ancora qualcosa. Per mia fortuna, non solo l’associazione era ancora attiva, ma pubblicava mese per mese il calendario delle serate. Comincio quindi a scorrere gli eventi, comprendenti serate al Polaresco, al castello di Pagazzano e al Ca’ Matta di Ponteranica, tra i vari. La mia scelta ricade sull’evento del mercoledì sera ad Almè, un po’ per comodità, un po’ perché anni fa ero già stato a questo particolare incontro e mi ero trovato bene.

Il giorno prefissato, prendo l’auto e mi avvio verso l’oratorio di Almè, mentre all’orizzonte fanno capolino delle nubi temporalesche che minacciano pioggia. Arrivato sul posto, faccio a tempo a trovare l’ingresso dello spazio designato per la serata dopo essermi aggirato per la sagra dell’oratorio, che i nuvoloni grigi passano dalle minacce ai fatti, aprendo le cateratte del cielo e rendendo impossibile qualsiasi attività all’aperto. Fortunatamente, l’evento si svolge in uno spazio chiuso, riscaldato e con tanto di bar, per cui lascio da parte il pensiero intrusivo che mi ricorda di non avere portato con me un ombrello e comincio a cercare Abramo Offredi, il mio contatto per la serata. Lo trovo intento a sistemare i tavoli e a distribuire i giochi ai vari gruppi creatisi. Lo saluto, gli spiego la tipologia di gioco a cui vorrei giocare e gli strappo la promessa di una piccola chiacchierata a fine partita per conoscere meglio l’associazione.

La partita, le strategie e la storia dei Thurn un Taxis

Tempo qualche minuto e mi ritrovo seduto ad un tavolo in compagnia di Abramo, seduto di fronte a me e Mattia, un ragazzo di ventisette anni posizionato alla mia sinistra. Al centro, la confezione di «Thurn und Taxis», un gioco il cui scopo è quello di creare uffici postali nelle varie città del sud della Germania e delle nazioni adiacenti, cercando di creare una grande rete postale. Una curiosità: il nome di questo gioco è ispirato da quello della famiglia dei Thurn und Taxis, baroni con diritto di voto nel circolo del Reno (una delle regioni in cui era suddiviso il Sacro Romano Impero) e parte fondamentale della storia dei servizi postali europei. Il nome di famiglia si può tradurre con «Torre e Tasso» e non è una casualità, poiché questo importante casato discende direttamente dai Tasso di Cornello dei Tasso, frazione di Camerata Cornello. Ma lasciamo da parte la storia e torniamo alla partita.

Le regole sono poche e molto semplici. Ad ogni turno, il giocatore deve pescare una carta riportante il nome di una delle città riportate sulla plancia di gioco, per poi posizionare una di quelle che ha in mano di fronte a sé, formando di turno in turno una serie di città collegate direttamente tra di loro nella mappa. Una volta conclusa la tratta desiderata, la cui lunghezza minima è di tre carte e la massima è a discrezione del giocatore, si dichiara chiusa la suddetta tratta e si procede a posizionare sulle città i segnalini degli uffici postali seguendo determinate regole legate ai colori delle zone. Nello stesso turno, il giocatore può scegliere tra pescare un’ulteriore carta, giocare un’ulteriore carta, scartare una carta per mettere a disposizione nuove carte scoperte (semplicemente una delle zone da cui si possono pescare le carte città) o usare un bonus carrozza per aumentare la lunghezza della propria tratta.

La partita si conclude nel turno in cui un giocatore completa una tratta da sette città. Abramo, giocando d’esperienza, cerca strategicamente di posizionare più uffici postali possibili sbloccando tratte brevi e velocizzando i propri turni giocando due carte per turno ogni volta che gli è possibile. Mattia tenta invece la scalata alle tratte lunghe sin dall’inizio, finendo però per «bruciare» un’intera giocata per mancanza di carte utili. Io opto invece per una progressione lineare, cercando di giocare tratte di volta in volta sempre più lunghe accumulando al contempo carte utili alla tratta successiva. Dopo circa una mezz’ora di gioco passata a creare tratte e a litigarci Zurigo, è abbastanza evidente che il mio sistema di gioco è il più adatto a concludere la partita e, infatti, dopo ulteriori venti minuti piazzo la serie di sette città chiudendo i giochi. Mi porto a casa la partita ma, sorprendentemente, lo scarto tra il mio punteggio e quello di Abramo è di un solo punto, mentre Mattia ci segue a quasi dieci punti di distanza per via della giocata bruciata ad inizio partita.

Questo mi fa capire quanto «Thurn und Taxis», pur essendo un gioco dalle regole semplici, abbia delle dinamiche complesse in grado di abbracciare più stili di gioco senza richiedere necessariamente una soluzione univoca.

L’intervista ad Abramo, dalle passeggiate al gioco da tavolo (H3)

Come promesso, dopo la partita Abramo mi concede qualche minuto per parlare di «Ludiverso», associazione in cui ora è semplice volontario ma di cui è stato socio fondatore e consigliere.

GT: Che cos’è «Ludiverso»?

AO: «Ludiverso» è un’associazione che nasce nel 2016 con lo scopo di promuovere il gioco da tavolo come forma di aggregazione.

GT: Come mai il gioco da tavolo?

AO: Prima di creare l’associazione, ci accordavamo già tra amici per trovarci in locali e luoghi pubblici a giocare, cosa che poi è diventato effettivamente il nostro format a livello associativo. Ovviamente era una cosa più informale rispetto ad ora. Avevamo un gruppo privato in cui ci si metteva d’accordo di volta in volta, però chi non conosceva questa nostra attività rimaneva inevitabilmente escluso. Da qui è nata l’esigenza e la voglia di creare un’associazione, in modo da essere più organizzati ed aprire a tutti questo nostro gruppo di gioco. Di fatto abbiamo semplicemente portato avanti la nostra passione.

GT: Come ti sei appassionato a questo mondo?

AO: Ho iniziato ad appassionarmi I giochi da tavolo quando sono diventato papà. Prima andavo tanto in montagna. Un giorno un mio amico mi ha fatto conoscere i giochi da tavolo e, semplicemente, sono diventati la mia passione.

GT: Bisogna pagare un ingresso per partecipare alle serate?

AO: Assolutamente no. La nostra filosofia è che le serate devono sempre essere ad ingresso gratuito. La persona interessata passa, vede che stiamo giocando, si siede e gioca, senza nessun obbligo di pagamento o tesseramento e senza limiti di partecipazione. Poi, ovviamente, se la serata si svolge in un locale è chiaro che si è portati a consumare qualcosa, ma quello non rientra nelle dinamiche di «Ludiverso».

GT: Dove si trovano le informazioni sulle vostre serate?

AO: Pubblichiamo mensilmente il calendario dei nostri appuntamenti su Facebook e Instagram, in più abbiamo anche gruppi Whatsapp e Telegram a cui si può accedere su richiesta.

Saluto Abramo e torno alla macchina. La pioggia battente mi costringe ad aspettare qualche minuto nel parcheggio, così ne approfitto per fare qualche ricerca. Scopro così che «Ludiverso» ha circa una ventina di volontari che organizzano e coordinano le serate. Noto anche che, volendo, è possibile portare giochi da casa, cosa molto utile se si hanno novità da provare nella propria ludoteca privata ma non si hanno amici appassionati. Infine, cercando eventuali altre collaborazioni con altre realtà legate ai boardgame, trovo «Ludiverso» come ente affiliato a «La tana dei Goblin» , probabilmente la più grande associazione italiana legata al gioco da tavolo in pubblic o con sedi in tutto lo stivale e stand attivi in alcune delle più importanti fiere di settore. Insomma, quelli di «Ludiverso» sembrano davvero sapere il fatto loro su questo mondo. Un’ulteriore conferma di qualità per gli appassionati più incalliti, ma anche per i neofiti che, nonostante l’inesperienza, possono partecipare alle serate con la certezza di essere guidati nella scelta del gioco più adatto alle loro esigenze.

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