In “Topeka School”, romanzo di Ben Lerner uscito qualche mese fa per Sellerio, il protagonista principale Adam Gordon è un asso del debate. La disciplina del dibattito, svolto secondo tempi e regole prefissati, nel quale due squadre (solitamente tre studenti) o due singoli si schierano a favore o contro un argomento o un’affermazione.
Nel libro Adam è un campione di debate e questa pratica, che richiede forza mentale e preparazione sui più svariati argomenti (oltre che tanta capacità retorica), sarà uno dei passaggi fondamentali della sua formazione, perché in fondo affrontare un dibattito con un’altra persona è mettersi alla prova e prima di tutto misurare la propria capacità di equilibro, lucidità (sotto stress) e dinamismo, tutte cose che in un modo o nell’altro possono essere utili nella vita e nel lavoro – sul libro non vi diciamo di più, è molto bello e dice parecchio sull’anima americana, sul trumpismo e sul post-trumpismo, qui invece parliamo d’altro.
Cosa è il debate
Il debate trova origine nella disputatio dello scolasticismo medievale (il sistema di istruzione nel Medioevo). Sono celebri le disputatio a sfondo religioso (ad esempio quella di Lipsia fra il cattolico Johannes Eck e Martin Lutero) e quelle politiche (il colloquio di Poissy, una disputatio in cui Caterina de’ Medici tentò di avvicinare gli ugonotti e i cattolici, i due schieramenti religiosi in Francia) o ancora filosofiche.
Oggi il dibattito è una metodologia didattica diffusa soprattutto nei college e nelle università inglesi e americane. A fine Ottocento vennero fondate le prime società di dibattito, e la capostipite è la Eunomian Literary Society del Swarthmore College della Pennsylvania (1869). Obiettivo: il public speaking (cioè insegnare agli studenti a parlare in pubblico) e appunto il debate (ovvero il dibattere pro o contro un’affermazione).
Di debate si occuperanno l’Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa, la Fondazione Dalmine, la Fondazione Giuseppe Merlini, Museimpresa, la Società Nazionale Debate Italia e LIUC - Università Cattaneo in un evento di debate legato al mondo dell’impresa.
“Torneo Debate: che Impresa!”
Costruire la classe dirigente del futuro mescolando cultura, impresa e giovani. È questo l’obiettivo di “Torneo Debate: che Impresa!”, l’evento che dal 22 al 27 marzo radunerà 10 scuole da tutta Italia in un torneo di debate in streaming (diretta su Youtube e su tutti i canali social degli Enti coinvolti); una competizione tematica, dedicata alla Cultura d’Impresa e alle problematiche tipiche del mondo della produzione. Ad essere coinvolte saranno le classi della scuola secondaria di II grado: gli scopi sono quelli di diffondere la conoscenza della metodologia del debate e di contribuire allo sviluppo di una percezione più matura e critica dei temi dell’Impresa.
I partecipanti avranno a disposizione una serie di fonti documentarie che permetteranno loro di costruire le proprie argomentazioni intorno al tema proposto. I materiali proverranno da musei e archivi aziendali aderenti alla rete di Museimpresa.
“Torneo Debate: che Impresa!” si svolgerà in un unico girone dove ci saranno tutte le 10 scuola provenienti da Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Molise e Piemonte. Ciascuna squadra prenderà parte ad almeno tre confronti e le quattro formazioni che otterranno i punteggi più alti accederanno direttamente alle Finali del 27 marzo. Saranno giudicati da una giuria composta da esperti della Società Nazionale Debate Italia e soci Museimpresa.
Nel girone eliminatorio le squadre affronteranno due mozioni preparate e una mozione impromptu (improvvisata) e i “duellanti” sapranno soltanto all’ultimo momento se dovranno difendere o attaccare la tesi di partenza. I temi del dibattito sono stati pubblicati dal Comitato Organizzatore sul sito.
Le scuole partecipanti potranno anche schierare una squadra diversa per ciascun incontro, in modo da permettere a un maggior numero di studenti di confrontarsi con la pratica del debate, che si svolgerà seguendo il protocollo ufficiale stabilito dal World School Debating Championships.
L’impegno di Fondazione Dalmine
Fra gli organizzatori di “Torneo Debate: che Impresa!” c’è anche la Fondazione Dalmine, come ci spiega Manuel Tonolini, coordinatore Education di Fondazione Dalmine: “Crediamo fortemente in questa iniziativa, che è parte integrante di un percorso di crescita delle nuove generazioni di cui Fondazione Dalmine si è sempre fatta promotrice, in sinergia con le scuole del territorio. Siamo orgogliosi, anche se non sorpresi, del successo riscontrato da questa iniziativa e in futuro ci piacerebbe poter estendere ulteriormente questo appuntamento per diffondere in modo sempre più capillare tra i giovani la cultura d’impresa, con l’obiettivo di aiutarli a orientarsi nell’impervio mondo del lavoro e a prendere scelte più consapevoli per loro futuro”.
E quello e dell’Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa
Gli fa eco Daniele Pozzi, Direttore dell’Archivio del cinema industriale e della comunicazione d’impresa e docente LIUC: “Questo evento è un primo esperimento di un’iniziativa che speriamo di poter ripetere anche negli anni futuri, naturalmente in presenza. La LIUC sta iniziando a sperimentare in questi mesi la metodologia del dibattito nella propria didattica e per molti associati di Museimpresa questa iniziativa è stata un primo contatto con il debate. Il torneo, inoltre, adotta una formula molto nuova anche per la Società Nazionale Debate Italia, data l’enfasi sulle fasi preparatorie e il rapporto con le fonti”.