Ridurre la plastica monouso è il proposito più gettonato quando ci si avvicina a uno stile di vita un po’ più sostenibile. Ma dove fare una spesa plastic free a Bergamo? Bergamo offre diverse opzioni: alcune più facili da scovare, altre insospettabili.
Ma, nonostante ciò, è utile e necessario tenere a mente un fatto: tagliare l’utilizzo della plastica usa e getta non è l’unica strategia per ridurre il proprio impatto, né quello più efficace. Tornando a noi: dove provare a fare una spesa plastic free?
Mercati Agricoli e Mercati di Quartiere
Un luogo che spesso diamo per scontato, che sembra appartenere al passato. Eppure a Bergamo i Mercati di Quartiere sono molto attivi, sia nel centro città (tutti i lunedì mattina in via Spino, quello che anni fa si trovava in Malpensata), sia in provincia.
Nei Mercati, slegati dalle logiche della Grande Distribuzione, si trovano molti prodotti sfusi – dalla frutta, alla verdura, ad alcuni prodotti secchi. Portando da casa i propri sacchetti o contenitori si può chiedere di utilizzare quelli.
Ci sono poi i Mercati Agricoli, sintesi dell’incontro fra produttore agricolo e consumatore. I luoghi ideali per ripensare alle proprie abitudini d’acquisto, perché tra i questi banchi viene restituito valore alla stagionalità del prodotto, alla preservazione e riscoperta della tipicità e territorialità dei prodotti; rafforzando le relazioni socio-economiche del territorio.
In provincia di Bergamo sono attivi 17 Mercati Agricoli a cadenza settimanale - un elenco dettagliato è stato raccolto qui da Regione Lombardia.
Gruppi di Acquisto Solidale (GAS)
Un’alternativa comoda e ancora poco considerata sono i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), che si formano un insieme di persone che si uniscono per acquistare prodotti – alimentari, ma anche altri beni di uso quotidiano – direttamente dai produttori, scegliendo quelli che rispettano criteri di sostenibilità ambientale, qualità etica e solidarietà.
I membri del GAS fanno ordini collettivi, attraverso una piattaforma online o con riunioni periodiche, e acquistano in grandi quantità direttamente dai produttori, riducendo i costi e garantendo un commercio più equo.
I GAS hanno enormi potenzialità, tra cui l’acquisto diretto che riduce i passaggi intermedi e abbassa i prezzi; la possibilità di privilegiare prodotti biologici, di stagione e a chilometro zero che di rado si trovano al supermercato; si riducono gli imballaggi e le emissioni di CO2 legate al trasporto. Ultimo, ma non meno importante si sostengono piccole realtà locali e si evitano le grandi catene della distribuzione, creando legami tra persone con valori simili, promuovendo uno stile di vita più consapevole.
In Italia esistono centinaia di GAS, organizzati a livello cittadino o di quartiere. Per trovarne uno vicino a Bergamo puoi consultare il sito della Rete Gas Bergamo, qui tutti i contatti.
Negozi etnici
In negozi etnici celano decine di prodotti sfusi, tra cui cereali e spezie, tè e prodotti per la cura dei capelli come l’henné.
C’è da sottolineare che è difficile, se non impossibile, trovare un prodotto completamente sfuso, in ognuno dei luoghi citati in questo articolo. La stragrande maggioranza degli alimenti – anche se vengono presentati “nudi” – in origine sono stati imballati in qualche modo per essere trasportati nel negozio.
Quindi non dovremmo lasciarci trarre in inganno dalla retorica “sfuso è per forza migliore”, perché ciò che vediamo esposto tra i banchi del mercato o sugli scaffali dei negozi è solo l’ultimo tassello di una lunga catena di distribuzione.
Negozio Leggero
In centro a Bergamo, in via Don Luigi Palazzolo 11, zona centrale facilmente raggiungibile a piedi o con i mezzi pubblici, c’è Negozio Leggero . Un concept store innovativo pensato per chi desidera acquistare sfuso e senza confezioni in plastica usa e getta. Sui suoi scaffali si trovano prodotti alimentari e per l’igiene personale, selezionati per ridurre gli sprechi e promuovere il riutilizzo.
Non solo sfuso, altri modi per fare una spesa un po’ meno impattante
Avvicinandosi a uno stile di vita più consapevole, la spesa sfusa fa gola. Esteticamente piacevole, va a braccetto con la crescente necessità di mostrare i propri progressi sui social media. Tuttavia acquistare sfuso è solo una delle azioni per ridurre il proprio impatto, e non è nemmeno quella più efficace.
Per ridurre il proprio impatto ambientale ci si può anche concentrare sull’acquisto di frutta e verdura di stagione e a chilometro zero, che riduce le emissioni legate al trasporto e contribuisce alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico. Scrivere una lista della spesa prima di andare al supermercato aiuta a comprare solo ciò che serve, evitando acquisti d’impulso e riducendo gli sprechi alimentari. Un trucco in più? Organizzare i pasti settimanali in anticipo e controllare cosa c’è già in dispensa prima di riempire il carrello!
Anche la produzione di carne ha un elevato impatto ambientale: ridurne il consumo a favore di altre fonti proteiche (come i legumi, re della Dieta Mediterranea!), è una scelta che fa bene sia alla salute che all’ambiente.
La plastica non è cattiva
La plastica spesso viene vista come il nemico dell’ambiente, ma la realtà è più complessa. Questo materiale ha permesso progressi straordinari in molti settori, migliorando la qualità della nostra vita in modi che diamo per scontati.
Pensiamo alla medicina: senza plastica non avremmo siringhe monouso, sacche per il sangue, dispositivi sterili per interventi chirurgici o protesi leggere e resistenti che migliorano la mobilità di milioni di persone.
In campo tecnologico ha reso possibile la diffusione di computer, smartphone e dispositivi medici, riducendo i costi e aumentando la sicurezza. Perfino nel settore alimentare, in alcuni molti la plastica monouso è un’alleata: protegge il cibo dalla contaminazione, permette di conservarlo più a lungo e riducendo gli scarti.
La plastica, ancora oggi, rimane un materiale prezioso e insostituibile in molte applicazioni. Anzi che demonizzarla, dovremmo imparare a sfruttarne i vantaggi senza danneggiare il Pianeta.