Le regole sono quattro:
Fai in modo che la pallina si fermi nella porta avversaria.
Evita i «biscotti» sul campo di gioco. Al secondo biscotto che ti si attacca addosso, è punto per l’avversario.
Non perdere il controllo del tuo «attaccante». Se l’attrazione con il magnete guida viene persa è punto per l’avversario, ma soprattutto...
Non cadere nella tua stessa porta! Oltre a non essere una mossa troppo sveglia, anche in questo caso il punto va all’avversario.
Per il resto servono solo abilità, buoni riflessi e un pizzico di furbizia. Di cosa stiamo parlando? Di «Klask», ovviamente. Nato nel 2013 nel laboratorio del falegname danese Mikkel Bertelsen come gioco per far divertire i familiari, in pochi anni è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, con tanto di associazioni di livello internazionale, tornei e ranking dei migliori giocatori. Per saperne di più, sono andato allo Spazio Tetris di Ranica in occasione dell’evento ludico «Che master di serata» per fare due parole con Giosuè Ruggeri, il referente del gruppo «Seriana Klask».
Storia di una sconfitta: la mia partita a «Klask»
Mi presento allo Spazio Tetris con un discreto anticipo e vengo accolto da Teresa Quadri, volontaria del progetto «Game Masters» e giocatrice di «Klask» intenta a sistemare le postazioni di gioco. Vedo così per la prima volta i due tipi di tavoli da «Klask», da due e da quattro giocatori. Un design minimale per quello che a prima vista sembra una strana commistione tra un Biliardino e un campo di Air Hockey.
Teresa mi introduce alle quattro regole principali che ho citato a inizio articolo, oltre che al semplice metodo di conteggio punti, mentre il primo gruppo di avventori fa il suo ingresso nella stanza. Tra essi c’è anche Giosuè. Dopo i saluti di rito, decido di imparare a nuotare buttandomi dove l’acqua è più profonda, e sfido i presenti ad una partita di «Klask» a quattro.
Viene subito organizzato il campo di gioco e vengo fatto sedere a uno dei quattro lati. Alla mia destra si piazza Giosuè, alla mia sinistra Teresa e davanti a me Jessica, arrivata poco dopo il gruppo di Giosuè.
Il funzionamento è semplice: un magnete posizionato sotto la propria area di gioco sposta una pedina nera che, al pari dell’Air Hockey, ha il compito di deviare la pallina sino a farla entrare nella porta avversaria. Nel mezzo del tavolo, cinque magneti bianchi chiamati «biscotti» fungono contemporaneamente da ostacolo mobile e da trappola per i giocatori incauti. Essendo l’ospite, do io il colpo iniziale alla pallina, che comincia a rotolare in direzione di Jessica. Dopo un breve rimpallo, Jessica lancia la pallina verso uno dei «biscotti», che viene scagliato direttamente verso la pedina di Teresa la quale, prontamente, riesce a schivarlo mentre manda la pallina dritta verso la porta di Giosuè. Uno scambio rapidissimo per i miei occhi inesperti e i miei riflessi da bradipo. Parando un paio di colpi, mi trovo a dover girare attorno al buco che delimita la mia porta e… «Klask!». Il nome del gioco non è nient’altro che l’onomatopea del suono prodotto dalla pedina quando finisce nella propria porta.
Non demordo e torno alla carica. A questo giro provo a tirare la pallina sulla sponda, in modo da cogliere di sorpresa i miei avversari. Tutto inutile: Teresa prevede il mio intento, copre la porta e rispedisce indietro la palla insieme a un «biscotto» che si attacca alla mia pedina. Paro comunque la palla, che di rimbalzo finisce tra le grinfie di Jessica. Volano un paio di «biscotti» per il campo di gioco mentre la palla passa da un giocatore all’altro, finché non mi rendo conto che in realtà sono finiti tutti nel mio campo di gioco.
A Giosuè non rimane quindi che spingere la palla verso di me, beccando uno qualsiasi dei «biscotti» che, per ovvia conclusione, si attacca al mio attaccante a pochi millimetri da quello che precedentemente mi aveva rifilato Teresa. Due biscotti addosso e anche a questo giro lo sconfitto sono io. Inutile dire chi dei quattro giocatori abbia totalizzato il punteggio peggiore a fine partita, però devo ammettere di essermi divertito parecchio.
La nascita e le finalità di «Seriana Klask»
Saluto a malincuore i compagni di gioco – mi sarei fatto volentieri un’altra partita – e comincio a discutere con Giosuè, il ventiquattrenne che si occupa della gestione di «Seriana Klask». «Tutti noi del gruppo nasciamo in realtà come giocatori da tavolo impegnati nel progetto “Game Masters”, nato all’interno della Cooperativa San Martino e che ha come obiettivo quello di utilizzare il gioco da tavolo come strumento aggregativo ed educativo in vari contesti sociali. Un giorno, imbattendoci in «Klask», ci siamo resi conto del suo enorme potenziale nell’inserirsi in contesti in cui magari il gioco da tavolo tradizionale non fa presa perché visto erroneamente come lento o poco stimolante. Abbiamo quindi creato “Seriana Klask”, dandoci come obiettivi lo sviluppare tornei locali e portare «Klask» in contesti in cui possa avere anche un valore sociale, oltre che ludico».
Incuriosito, chiedo a Giosuè di farmi qualche esempio di questi contesti socialmente utili. «Ci sono tantissimi ambiti in cui il gioco può diventare uno strumento aggregativo ed educativo. Siamo stati in biblioteche e oratori, ma anche in comunità per tossicodipendenti e ospedali. Ad esempio, qualche tempo fa siamo andati a Monza nel reparto di oncologia pediatrica con una giornata dedicata al “Klask” nelle varie stanze con i pazienti. Non facevamo a tempo a concludere una partita, che subito ci chiedevano di cominciarne un’altra».
Il gioco come strumento di aggregazione, condivisione ed educazione. Una frase che ritorna ciclicamente quando si parla di associazioni ludiche, a riprova di quanto questo argomento stia diventando sempre più importante nel tessuto sociale dell’epoca in cui viviamo.
Dal momento che Giosuè ha accennato all’organizzazione di tornei di «Klask», e sapendo che questo gioco ha una diffusione a livello globale con ranking e competizioni, chiedo come è messa Bergamo in quanto a giocatori ed eventi. «In realtà, siamo messi piuttosto bene. “Seriana Klask”, oltre ad essere un’associazione, è anche una squadra riconosciuta da “Klask Italia”. Organizziamo tornei validi a livello nazionale e abbiamo partecipato anche come giocatori ad eventi disseminati per l’Italia».
Il «Modena Play» e i nazionali al «COMICON» di Bergamo
Parlando di eventi, pochi giorni prima dell’intervista mi sono imbattuto in un post sui social di «Seriana Klask» in cui i giocatori orobici stavano partecipando ad un torneo organizzato in occasione del «Modena Play», per cui approfitto dell’argomento tornei per saperne di più. «A Modena si riuniscono molti tra i migliori giocatori del mondo, poiché il torneo del “Modena Play” è di tipo “open”, ovvero aperto a tutti. Tra i giocatori c’era anche il creatore, Mikkel, che è danese. Poi c’erano inglesi, tedeschi, spagnoli ed estoni, oltre che ovviamente italiani. Il livello era ovviamente altissimo perché tanti di loro hanno partecipato (e in alcuni casi anche vinto) ai mondiali nelle varie annate passate, però come prima volta è andata molto bene».
Sempre attraverso i social, ho scoperto che i tornei nazionali di «Klask» si svolgeranno a brevissimo a Bergamo, in occasione del «COMICON». Avendo davanti il referente della squadra, non posso esimermi dal chiedere come si svolgeranno. «Sabato 22 giugno al “COMICON” si terranno le finali nazionali del campionato nazionale, per la prima volta a Bergamo. L’appuntamento sarà a Bergamo nel pomeriggio, probabilmente verso le due. Rispetto al torneo di Modena ovviamente non ci sarà la possibilità di iscriversi, essendo le finali nazionali i giocatori sono già stabiliti dal ranking nazionale in cui i giocatori vengono classificati in base ai punti guadagnati partecipando agli eventi riconosciuti da “Klask Italia”. Per qualificarsi alle finali, bisogna posizionarsi nei primi giocatori del ranking».
Qui la domanda diventa d’obbligo: c’è qualche bergamasco? «Certo, ci sono ben tre membri di “Seriana Klask”. Ci siamo io, Fabio e Teresa». Sentendomi meno in difetto per la mia sconfitta dopo aver saputo che due dei miei tre avversari erano nelle prime dieci posizioni del ranking nazionale, chiedo se «Seriana Klask» abbia organizzato eventi particolari per quella giornata.
«Certo! È usanza la sera delle finali nazionali organizzare dei tornei “complementari” a quello principale, come quello Under 16, quello del “Klask” a quattro giocatori e la finale femminile. Quest’anno, Teresa lotta per vincere il titolo e toglierlo a Erika, campionessa in carica da 7 anni. Il tutto sarà organizzato sabato 22 giugno qui allo Spazio Tetris, ci sarà anche il campione del mondo 2023 che è di origine leccese e i tavoli da gioco saranno aperti a tutti gli avventori».
Saluto Giosuè e i giocatori in sala, mentre quattro ragazzi cercano una pallina finita sotto un tavolo dopo un colpo maldestro di un neofita. Dopo l’esperienza di oggi, devo dire che non vedo l’ora di fare una nuova partita a «Klask», cosa possibile allo Spazio Tetris ogni secondo e quarto giovedì sera del mese.