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Pikachu mio, quanto mi costi (ma c’è una via d’uscita alle 17.000 carte create dal 1996 ad oggi)

Articolo. Il mondo del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon è in continua evoluzione: nuove espansioni, carte esclusive e pezzi da collezione vengono messi in vendita di mese in mese. Tra collezionismo, gioco competitivo e speculazione, il conto in cassa per gli appassionati si fa però sempre più salato

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Collezione caterpie in corso d’opera

Era il 1996 quando le prime carte Pokémon arrivarono nei negozi. Il gioco, inizialmente distribuito solo in Giappone - da cui uscirà solo nel 1998 grazie alla «Wizards of the Coast», la stessa casa del famosissimo «Magic: The Gathering» - nacque come emanazione dei videogiochi Pokémon, usciti nello stesso anno sul Game Boy di Nintendo. Lo scopo dei primi due titoli della serie (Pokémon Rosso e Pokémon Blu) era quello di collezionare tutti i 151 mostri tascabili della regione di Kanto.

Un’idea molto semplice, ma altrettanto utile ai fini della vendita: a differenza di altri franchise dove il giocatore poteva pensare di concentrarsi solo sul diventare più forte di livello in livello, Pokémon chiariva fin dall’inizio che il vero appassionato era colui che aveva il maggior numero di mostriciattoli tascabili nella propria squadra. Una vera e propria dichiarazione d’intenti che, nel 2001, si concretizzò con lo slogan «Gotta Catch ‘Em All», nato dalla serie animata e tradotto in italiano in un quanto mai chiaro «Acchiappali Tutti».

Nel Trading Card Game (questo il nome dei giochi di carte collezionabili), il concetto venne ulteriormente estremizzato, portando alla creazione sin dalla prima generazione di carte comuni, olografiche, olografiche “reverse” - in cui non è l’illustrazione del Pokémon a brillare, bensì le sue statistiche e le sue mosse - e addirittura distinguendo la prima ristampa di ogni espansione e le carte distribuite agli eventi con appositi simboli che ne autenticavano l’unicità.

Nel tempo, al gioco si sono aggiunte dinamiche via via più complesse, a cui hanno fatto seguito nuove versioni di carte già stampate, nuovi Pokémon provenienti dai videogiochi più recenti, carte full art (con l’illustrazione che copre l’intera superficie della carta) e celebrative provenienti da ogni parte del mondo, per un totale di quasi 17.000 carte differenti create dal lontano 1996 ad oggi.

I prezzi del mercato tradizionale

Come per ogni collezione, arriva sempre il momento in cui bisogna guardare al portafoglio e capire quanto la raccolta di carte Pokémon peserà sul bilancio di casa. Partiamo dall’opzione più semplice, quella di uscire di casa per recarsi nella prima edicola o negozio specializzato e acquistare un pacchetto casuale, senza badare a quale espansione appartenga. In questo caso, il prezzo base è di €5 per le espansioni recenti e €4,50 per quelle in circolazione da qualche mese. All’interno sono presenti 10 carte da gioco così ripartite: quattro comuni, tre non comuni, tre olografiche e una carta energia (che serve in fase di gioco per attivare alcuni attacchi dei Pokémon). Curioso il fatto che in buona parte degli Stati del mondo il prezzo del pacchetto sia sempre lo stesso, se non per qualche piccola oscillazione di un euro o due, a prescindere da stipendio medio e costo della vita. Unica eccezione è il Giappone, dove un pacchetto costa 180 Yen, ovvero €1,12 al cambio attuale, ma contiene solo cinque carte e non presenta alcuna olografica garantita. Nei negozi si possono trovare anche set di varia natura e prezzo comprendenti varie buste e carte promozionali: i più famosi sono gli ETB («Elite Trainer Box», o «Set Allenatore Fuoriclasse» in italiano) che per circa €60 danno accesso a una decina di buste, più una manciata di carte promozionali, dadi e segnalini per il gioco competitivo.

I prezzi del mercato collezionistico

Passando al mercato degli appassionati, la faccenda si fa ben più complessa. Il valore delle singole carte può essere definito in base a numerosi criteri. Primo tra tutti, ovviamente, la rarità. Più una carta è rara, maggiore è il prezzo di vendita. Volendo citare la più rara in assoluto, il «Pikachu illustrator Holo» distribuito in soli venti esemplari per un concorso di illustrazione tenutosi in Giappone a fine anni 1990 e mai più ristampato, oggi viaggia tra i cinque e i sei milioni di dollari.

Un altro criterio da tenere in considerazione è il cosiddetto “meta”, ovvero le carte più utilizzate in un determinato momento a fini torneistici. Se una carta diventa fondamentale per la costruzione di un mazzo particolarmente forte, il suo valore aumenta di conseguenza perché ne cresce esponenzialmente la domanda. Questo è uno degli indici più volatili, poiché basta l’uscita di una nuova espansione con carte dalle proprietà particolari per riportare in auge Pokémon che si davano per inutili ai fini del gioco competitivo o, al contrario, affossare delle carte precedentemente considerate imbattibili.

Alcuni collezionisti, per far crescere di valore le proprie carte, si rivolgono ad aziende specializzate in “grading”, ovvero la valutazione della “perfezione” di una carta in base a criteri legati all’assenza di graffi e alla centratura in fase di produzione. In questo procedimento, una carta viene valutata con un punteggio in una scala da 1 a 10, in cui 1 rappresenta una carta totalmente irriconoscibile e 10 una carta perfetta sia per la cura del proprietario che per i normali difetti millimetrici di taglio e stampa. Una volta valutata, la carta viene sigillata in un apposito contenitore plastico che riporta il nome dell’azienda che ha eseguito il “grading” e il punteggio finale.

Per dare dei riferimenti monetari, la versione inglese della carta Umbreon in versione masterball di «Evoluzioni Prismatiche» nel mercato americano è valutata circa 200 dollari se gradata con punteggio 9, ma oltre 700 dollari con punteggio 10. Negli anni si è poi aggiunta la questione social. La predilezione di alcuni content creator particolarmente influenti per determinate carte può alterarne le quotazioni di mercato.

La speculazione

Se tutte queste varianti sono comprensibili e accettabili, bisogna purtroppo parlare di un fenomeno che aumenta artificialmente il valore di alcuni set in uscita e che ha colpito in particolare l’ultima espansione arrivata sul mercato, ovvero la sopracitata «Evoluzioni Prismatiche». Quest’ultima, vista da molti speculatori come l’erede di «Evoluzioni Eteree» del 2021 - che vide i prezzi delle sue carte aumentare di valore in pochissimo tempo - è stata presa di mira in tutto il mondo da persone (“scalper”, in inglese) interessate solo ad accaparrarsi più Set Allenatore Fuoriclasse possibile per poi rivenderli a prezzo maggiorato su internet, consci della forte domanda del mondo degli appassionati e dei collezionisti.

Certi atteggiamenti non fanno bene al mondo collezionistico e creano situazioni spiacevoli, come il caso dell’edicolante napoletana che lo scorso 11 febbraio è stata minacciata con una spranga proprio da una persona in cerca di un box di «Evoluzioni Prismatiche».

Consigli per una collezione economica e soddisfacente

Come avvicinarsi quindi al collezionismo di Pokémon senza correre il rischio di rimanere a corto di carte o, peggio, a corto di soldi? Innanzitutto è bene considerare che un appassionato molto giovane potrebbe venire influenzato negativamente dai comportamenti di alcuni content creator che vantano acquisti di singole carte dal valore di centinaia o migliaia di euro. La cosa migliore da fare è semplicemente spiegare ai più giovani e ai neofiti che questi personaggi producono contenuti video per lavoro e che, di conseguenza, possono spendere cifre elevati perché certi di un ritorno economico sui loro acquisti.

Una volta chiarito questo punto, esistono molti modi per cominciare a collezionare. Ad esempio, si può decidere di concentrarsi su una singola espansione in base ai Pokémon che contiene, senza badare alle mode del momento. Si può anche decidere di concentrarsi solo sulle carte di un singolo illustratore. Nel corso degli anni, oltre 200 artisti hanno prestato le loro chine a The Pokémon Company e alcuni risultati sono davvero sorprendenti -personalmente, trovo incredibili i lavori di Yuka Morii in cui i Pokémon sembrano fatti di plastilina -. Oppure ci si può anche concentrare sul collezionare tutte le versioni dei propri Pokémon preferiti, perfettamente in linea con lo spirito che ha animato Satoshi Tajiri il giorno in cui decise di creare il mondo Pokémon.

È fondamentale, in ogni caso, non farsi mai prendere dall’ansia di dover dimostrare qualcosa agli altri. Un vero collezionista sa essere parte di una community senza perdere la propria individualità o mettere a repentaglio la propria indipendenza economica.

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