Come ogni lavoro specialistico, anche il giornalismo ha il suo linguaggio. E bisogna conoscerlo. Se diciamo ad esempio che una donna è rimasta vedova perché il marito è stato mangiato da un coccodrillo stiamo usando dei termini tecnici giornalistici. La “vedova” infatti è l’ultima linea di composizione di un paragrafo che appare come prima riga di una colonna. Il “coccodrillo” è un articolo commemorativo preparato in precedenza e usato in occasione della morte di un personaggio famoso. Lo sapevate? Anche per questo è stato organizzato “Coorious”, il percorso di formazione sui temi dell’informazione, della comunicazione e del giornalismo organizzato da Edoomark con il sostegno de L’Eco di Bergamo, le cui iscrizioni stanno andando bene e sono ancora aperte.
Conoscere un linguaggio non significa solo avere qualche nozione in più nel proprio bagaglio culturale, ma introdursi nella forma mentis del fare giornalismo. Il cavallo ad esempio è l’informatore personale di un giornalista – se vi troverete a fare cronaca nera potrebbe esservi parecchio utile – e il cavallo di ritorno è una notizia scambiata per nuova e quindi rilanciata con risonanza, sbagliando. Quindi occhio ai cavalli, di tutti i tipi.
Quello del giornalismo è a suo modo un linguaggio cinico ma evocativo, freddo eppure vibrante. Pieno di animali come il “coccodrillo”, il “cavallo”, ma anche la canard (in francese “papera”, ovvero la notizia priva di fondamento), la cicala (o mosca, cioè il piccolo microfono che viene posto sull’abito di un ospite), la civetta (il richiamo in prima pagina di un articolo situato nelle pagine interne), la giraffa (quel microfono agganciato a un lungo braccio meccanico che di solito si vede in tv), il moscone (una breve notizia a pagamento per annunciare una nascita, un matrimonio o un lutto) fino all’inquietante serpente di mare, cioè una notizia clamorosa, ma falsa.
Senza dimenticare due parole astruse e ormai fuori utilizzo come ebdomadario, cioè una pubblicazione settimana in forma di foglio o rivista specializzata, e la zakazuka, che non è una danza dell’est Europa ma una parola di origine russa per indicare la richiesta di pagamento da parte di un editore per la pubblicazione di una notizia che cita delle aziende (di solito committenti).
Il vocabolario del giornalismo è lunghissimo e racconta meglio di tante descrizioni cosa significhi davvero fare il giornalista, scrivere notizie, realizzare articoli o interviste, realizzare video e muoversi agilmente sul web. A questo mondo un po’ strano “Coorious” vi darà accesso raccontando – in forma teorica e poi in pratica – che cosa è oggi il mondo della comunicazione nel quale si inserisce il giornalismo.
Come vi abbiamo spiegato la settimana scorsa, con “Coorious” non potrete definirvi giornalisti, ma avrete vissuto un’esperienza fondamentale che vi potrà essere utile per il domani, e ancor prima oggi, per capire se il giornalismo è solo una passione momentanea o aspirate a farlo diventare la vostra professione. Sono già più di cento fino ad ora le persone che si sono iscritte a una delle week di 12 ore di formazione in remoto (il 23 novembre, il 14 dicembre o l’11 gennaio), da Bergamo e dalla provincia ma anche da fuori (il corso però è riservato solo a chi abita sul nostro territorio). L’iscrizione è valida per tutte le persone dai 18 ai 30 anni ed è libera – perché il laboratorio è offerto da L’Eco di Bergamo – e dopo questa prima parte ci sarà un masterclass a gennaio, a pagamento, per approfondire ulteriormente la professione.
“Curiosi si nasce, professionisti si diventa” recita lo slogan di “Coorious”. E per diventarlo bisogna fare tanta esperienza, studiare molto e alimentare la propria passione con tutte le possibilità che si presentano lungo il percorso di ognuno. “Coorious”, ideato da Edoomark, è una di queste. Fra coccodrilli, cavalli e civette, saper porre domande per ottenere un’informazione (e poi registrarla, raccoglierla e analizzarla), spiegare concetti e idee in forma scritta, svolgere attività redazionale, saper ascoltare e cogliere ciò che è importante, fotografare e produrre brevi filmati video. Insomma imparare a muoversi in questa giungla appassionante che è il giornalismo.
Skille, Corner, Eppen, Bergamo Tv, Radio Alta, Orobie e MomaComunicazione sono media partner di “Coorious”.
Per partecipare basta compilare il form sul sito www.coorious.it.