Entrata a pieno diritto nel circolo che raduna i più grandi Carnevali storici dell’Italia, la «Sfilata di Mezza Quaresima» torna questo fine settimana in veste speciale per festeggiare un anniversario storico: il centesimo anno di fondazione del Ducato di Piazza Pontida che, rispettando un impegno secolare, porta avanti una tradizione che negli anni ha affascinato e conquistato generazioni di bergamaschi. La «Mezza» non è infatti una semplice sfilata, è una grande festa che racchiude la storia e l’identità della nostra città. Come non pensare ai famosi carri allegorici, al «Rasgamènt de la Ègia», ai festeggiamenti colorati e al famoso palo della cuccagna?
Ancora un attimo di pazienza e poi entreremo nel ricco programma dell’iniziativa. In un anno così importante, il Ducato di Piazza Pontida, che proprio oggi - venerdì 15 marzo – compie i suoi primi cent’anni, ha voluto infatti fare le cose in grande, organizzando una sfilata con i fiocchi e una serie di eventi memorabili. Per prima cosa, saranno oltre 60 i carri allegorici che domenica 17 marzo sfileranno per le vie del centro con il loro colorato seguito di figuranti, musicisti e gruppi mascherati. Una grande festa popolare che verrà preceduta, come da tradizione, da un altro attesissimo momento: il «Rasgamènt de la Ègia», che affonda le origini negli antichi riti dionisiaci di purificazione attraverso il fuoco. E poi ancora mostre, conferenze, spettacoli folclorici, tentativi di Guinness World Record, il concorso per eleggere la «Ègia piӧ bèla- miss Oriocenter 2024» e molto altro ancora.
Il programma
I festeggiamenti prendono il via oggi, venerdì 15 marzo, con l’inaugurazione alle 11 presso la residenza Domitys Quarto Verde di via Pinamonte da Brembate di Bergamo, della mostra dei bozzetti che ritraggono la «Ègia» (quest’anno il tema scelto è la «cattiva educazione patriarcale») realizzati dagli alunni della Scuola d’Arte Andrea Fantoni. All’incontro sarà presente Lorenzo Migliorati, professore associato di Sociologia dei processi culturali dell’Università degli Studi di Bergamo, che coinvolgerà i giovani artisti in una conversazione sulla «Sociologia del patriarcato». Nella serata di venerdì, alle 20.30 presso la Sala Galmozzi di via Tasso, il professor Migliorati terrà anche un incontro aperto a tutti sul «Patriarcato. Quali significati sociali», seguito dalla lettura di un testo di Franca Rame a cura di Giusi Bonacina.
Il folclore sarà invece il grande protagonista della giornata di sabato. Alle 15, dalla piazza del Santuario Di Borgo Santa Caterina, prenderà il via «Bèrghem Folk: la sfilata dei poeti», una parata di circa due chilometri che culminerà in piazza Matteotti dopo aver attraversato il borgo, il Parco Suardi e le vie Pignolo e Tasso. Nel cuore della città si potranno scoprire numerosi gruppi folclorici orobici – i Campanari di Bergamo, «I Gioppini di Bergamo», «Taissine» di Gorno, «Arlecchino Bergamasco Folk» di Bergamo, «Gruppo Folklorico Orobico» (Bergamo) e «Brighella e la Torre Campanaria» (Comun Nuovo) -, i rappresentanti brasiliani dei «Caporales San Simon Sucre» (Bergamo) e dei «Caporales San Simon Cochabamba» (Bergamo), il gruppo brianzolo «La Primavera di Sovico», il Gruppo Storico Piemonte 1798 e una compagnia proveniente da fuori regione: i «Mammuthones» di Mamoiada (Nuoro).
Dopo aver fatto tappa davanti alla stele dei poeti del borgo Renzo Avogadri, Giuseppe Mazza e Angelo Pedrali, lo spettacolo dei gruppi precederà, sempre in Piazza Matteotti alle 19,45, la scalata dell’albero della cuccagna. I protagonisti saranno gli «Acrobati della Cuccagna» di Villà d’Almé che proveranno una vera e propria impresa: entrare nel Guinness World Record per aver scalato un palo da 13.5 metri senza grasso. Ma non è tutto. Alle 20.30 è prevista l’esibizione i «Mammuthones», seguita dalla presentazione dei carri che parteciperanno alla sfilata domenicale, dalla premiazione dei bozzetti più belli e dall’elezione de la «Ègia piӧ bèla- miss Oriocenter 2024», che accompagnerà il Duca Mario Morotti «Smiciatöt» nel corteo domenicale.
Il momento clou della serata coinciderà con una novità assoluta : il «Processo alla Ègia», nato da un’idea del regista Mario Binetti. Il processo, con tanto di banditore, pubblico ministero e avvocato difensore, giudicherà la «Ègia» e la dichiarerà colpevole, facendola cadere a colpi di «poesia rasgamentaria» (che verrà letta dalla poesia ducale Anna Rudelli) e mandandola al rogo dopo esser passata sotto i denti affilatissimi della «rasga ducale». Si arriverà così a domenica 17 marzo con l’attesissima «Sfilata di Mezza Quaresima», che anche quest’anno lascerà a bocca aperti grandi e piccini di tutte le età. Già alle 10 i carri e tutti i gruppi si riuniranno in piazza Marconi e nelle vie Bonomelli e Bono, “colorando” Città Bassa con centinaia di figuranti. Nel pomeriggio, alle 14, la parata attraverserà viale Papa Giovanni XIII e si scioglierà in via Zendrini. Al termine, in Piazza Matteotti alle 18, il Duca Smiciatӧt, affiancato dagli immancabili «Giopì e Margì» e dalle autorità, premierà i carri e i gruppi vincitori. Con le premiazioni si concluderà il ricco programma di festeggiamenti, diventati un simbolo per la nostra città e capaci di attirare fino a 60mila curiosi.
Il tema del «Rasgamènt de la Ègia»
Come nelle tradizioni più antiche, il «rasgamento» è un momento che, attraverso le alte fiamme di un rogo, consente di sollevare temi di protesta sociale, denunciando così le “brutture” che durante l’anno hanno alimentato il malcontento del popolo. Anche a Bergamo, il Ducato di Piazza Pontida ha sempre “dato alle fiamme” temi di attualità e spunti di riflessione per capire meglio chi siamo e in quale mondo viviamo. Per questa ragione, il tema di quest’anno sarà la «Cattiva educazione patriarcale». Una scelta coraggiosa, ma doverosa per il Ducato che ha scelto di trattare un argomento di grande attualità con il sorriso sulle labbra, proprio nello stile dell’associazione. «Non possiamo dimenticare che in molte famiglie considerate moderne e al passo coi tempi – spiegano gli organizzatori – ci siano ancora padri (da cui l’espressione patriarcato) e, dopo di loro, fratelli, mariti, figli maschi che decidono cosa una donna può o non può fare. In ambito familiare sono ancora le donne ad occuparsi dei bambini, e, ove ci fossero, degli anziani e dei malati. Sembra una cosa naturale, ma non lo è. Così come sembra naturale che, sul posto di lavoro, le donne, a parità di mansioni, guadagnino meno degli uomini, subiscano battute sessiste e vedano il loro ruolo spesso non riconosciuto».
«D’altro canto – concludono i promotori – il patriarcato, o meglio la cattiva educazione patriarcale, danneggia anche i maschi perché impedisce loro di esternare le proprie emozioni a favore di atteggiamenti da “macho” per dimostrarsi uomini veri. E sono, purtroppo, proprio le donne ad aver accettato passivamente la loro condizione di subalternità e ad aver contribuito con il silenzio ad impartire ai figli la cattiva educazione patriarcale che avevano ricevuto nella famiglia di origine. Dunque il patriarcato riguarda tutti noi. Per questo brucerà sul rogo ducale. Perché la dinamica del silenzio femminile, anche grazie all’apporto di un evento locale come il “rasgamento”, non possa più continuare a penalizzare una sola metà del cielo».