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Matrimonio a basso impatto per celebrare il futuro insieme agli sposi

Articolo. A chi non vengono gli occhi lucidi nel condividere l’unione di persone amiche, nel ricordare le proprie nozze o nel fantasticare su un futuro in abito bianco? Il giorno del matrimonio: ventiquattr’ore dall’immenso impatto emotivo... e – in molti casi – anche ambientale.

Lettura 5 min.

Ogni azione ha un peso, parlando di consumi e di inquinamento. Incluso ciò che circonda il giorno dell’eterno «sì »: dagli abiti nuovi fiammanti, alle decorazioni floreali e al ricevimento. Eppure, sull’onda di una crescente sensibilità ambientale e sociale, spiccano coraggiose alternative per un matrimonio meno impattante. Scelte che io stessa sto cercando di prediligere in vista del giorno in cui pronuncerò «Sì, lo voglio».
Ma andiamo con ordine: in questo articolo ho raccolto gli spunti più efficaci per ripensare il giorno delle nozze o, in generale, una cerimonia di valore.

Su carta o digitali: come fare le partecipazioni?

Volevo un matrimonio che rispecchiasse la mia attenzione nell’evitare sprechi inutili fin dal primo contatto, soprattutto perché si tratta di un bene prezioso come la carta. Perché, diciamocelo, gli inviti cartacei fanno parte di quel ventaglio di documenti che si leggono una volta e poi si dimenticano nel fondo polveroso di qualche cassetto.

Le partecipazioni online hanno rapito la mia attenzione, portando una ventata di freschezza fin da subito. In una sola mossa ho abbattuto sprechi e costi. Sono consapevole che un’e-mail non è a impatto zero e che 1 Megabyte arriva ad emettere 19 grammi di CO2, ma da subito volevo lanciare un messaggio: il mio matrimonio sarà proprio come me, minimalista e con uno sguardo all’ambiente.

L’abito: nuovo, usato, scomponibile o… a noleggio?

I vestiti da sposa mi hanno sempre messo soggezione: splendenti, candidi. Il capo da fiaba in cui sentirti principessa per un giorno. Ma l’idea di indossarlo per mezza giornata e stop mi faceva storcere il naso. Ogni abito ha una storia, dal pigiama più basic al completo haute couture. Non appare per magia nella corsia di un negozio.

I tessuti, e ancora prima le fibre, spesso, hanno origine in angoli del mondo diametralmente opposti ai negozi in cui facciamo shopping il sabato pomeriggio e vengono orditi in fabbriche in cui la misera tutela sindacale fa a gara con la scarsa sicurezza come ci restituiscono il Report di Greenpeace sul fast fashion o l’inchiesta della Campagna Abiti Puliti del 2017.

Le alternative per essere il meno complici possibile di questi retroscena della moda esistono. C’è la possibilità di noleggiare il proprio abito per le nozze, in piccoli e nascosti atelier come Drexcode a Milano, che incastonato tra i platani di Via Alberto da Giussano offre una serie di vestiti da cerimonia a nolo. Con una batteria di oltre 1.500 modelli e più di 180 designer tra cui scegliere, Drexcode presenta una moda circolare intelligente e alla portata di qualsiasi portafoglio.

A Bergamo si possono acquistare abiti da sposa di seconda mano presso «Il Mercatino di Michela», che propone vestiti usati, ancora in ottimo stato e attualissimi. Per chi vuole osare con l’inventiva, un abito su misura e scomponibile è la via più semplice per dare nuova vita al proprio vestito da sposa dopo il giorno del sì: il top si trasforma in una blusa per le feste, mentre la gonna può essere facilmente convertita in un capo per l’estate.

Cosa c’è di più green di un fiore?

Da quando mi sono avvicinata al consumo consapevole ho imparato a non dare nulla per scontato. L’industria dei fiori non è affatto verde e cela retroscena opachi al pari della fast fashion : abuso di concimi, produzione intensiva e sfruttamento dei braccianti. Ultimo, ma non meno importante, emissioni alle stelle sia per l’utilizzo di serre che per il trasporto dai Paesi di produzione (Kenya, Colombia e Paesi Bassi sono in cima alla lista dei produttori mondiali di fiori recisi).

Al mio matrimonio voglio piantine in vaso o talee in vasetti di recupero, che i miei ospiti possano portare a casa dopo la giornata di festa. Un dono fatto con il cuore, perché la gioia e la bellezza possono così letteralmente mettere radici nelle dimore di chi mi è vicino.

Per questioni pratiche il bouquet da sposa sarà di fiori recisi, ma speciali. Locali e di stagione. Ci avevate mai riflettuto? I fiori hanno una stagionalità, proprio come la frutta e la verdura, e un luogo nativo. Sceglierli con attenzione permette di abbassare l’impatto del proprio matrimonio.

Nella bergamasca stanno sbocciando realtà che portano nella floricoltura un po’ di sostenibilità in più. A Mozzo c’è Bulli Flower Farm, di Cristina, artista e imprenditrice dall’animo gipsy che coltiva fiori a km0 con l’obiettivo di portare bellezza nel nostro territorio.

Parole d’ordine per i ricevimenti: vegetali, locali e stagionali

Qui vale lo stesso concetto dei fiori: locale. Le mode nel campo nei matrimoni propongono sempre più cerimonie in luoghi esotici, ammaliando con location da cartolina. Non svelano però che ogni lungo viaggio implica ampie emissioni di gas serra. Più grande è il mezzo, come aerei e crociere, e più alto è l’impatto. Considerando il giorno del matrimonio, è l’aspetto che si riesce a tenere sotto controllo con maggior facilità, anche se la parola “viaggio” vi fa risuonare un altro punto di domanda…ma ne parliamo verso la conclusione dell’articolo.

Ci sono varie opzioni per essere un po’ più sostenibili anche durante il ricevimento: io ho puntato fin da subito su un menù senza carne, locale e di stagione. Ho avuto la fortuna di trovare una splendida location che mi è venuta incontro strutturando un menù privo di carne e di pesce.

Tuttavia, si stanno diffondendo sempre più realtà specializzate in ricevimenti del tutto vegetali, locali e stagionali. Un esempio è Polisena – L’Altro Agriturismo, con cucina plant based curata dallo chef Francesco Locatelli.

Il doppio volto delle fedi in oro

Lungo il mio percorso per essere una consumatrice più consapevole ho scoperto una verità che mi ha lasciato l’amaro in bocca: oro, diamanti e materie prime preziose sono spesso estratti in condizioni poco etiche.
Per noi, un anello significa gioia, un grande traguardo. Proviamo a chiederci se quello stesso sentimento è condiviso dagli oltre 10 milioni di minatori che lavorano nei siti di estrazione, tra scarsa sicurezza, erosione di suolo e appropriazioni illegali di interi territori. Fair Trade ha stimato che la produzione di una fede nuziale provoca 3 tonnellate di rifiuti e l’utilizzo tra i 50 e i 150 grammi di mercurio.

Un oro etico, tracciabile ed estratto senza sfruttamento esiste. Brand come Bragaglia Mara, che nel 2016 ha introdotto l’oro certificato Fair Trade in Italia ed Ethical Jewels della Gioielleria Belloni si impegnano per garantire gioielli con una storia di sicurezza e di positività non solo per chi li indossa.

Una fede in oro etico mi aveva intrigata non poco, ma alla fine ho scelto una strada diversa, ma comunque sostenibile: farò fondere un gioiello in oro che mi ha regalato la mia bis nonna quando sono nata. Così nascerà una fede non solo preziosa a livello sentimentale, ma anche ambientale e sociale. La scelta più dolce ed etica che potessi fare per dare nuova vita a un gioiello che non ho mai indossato. E, diciamocelo, anche il portafoglio ringrazia, perché il riciclo di vecchio oro da parte di un orafo artigiano permette di abbassare i costi degli anelli di quasi la metà.

Il triste destino delle bomboniere sbagliate

Se penso a una bomboniera, mi vengono in mente con prepotenza i gingilli nelle vetrinette a casa di nonna. Per descriverli in due parole (sperando di non offendere la sensibilità di qualcuno): inutili e inutilizzati. Oggi questo paradigma si supera con facilità: ci sono decine di scelte per rendere le bomboniere belle, utili e di valore. Sulla scelta della bomboniera sono ancora in alto mare, ma vi assicuro che c’è l’imbarazzo della scelta: da quelle gastronomiche (un prodotto del territorio, perché no?), a quelle solidali.

Emergency, Save the Children Italia, AIRC, Medici Senza Frontiere Italia, UNICEF, sono solo alcune delle organizzazioni che offrono bomboniere dal valore profondo, utili non solo a lasciare un ricordo ai tuoi ospiti, ma anche a sostenere chi si impegna per un futuro sicuro e dignitoso in situazioni meno privilegiate.

Se il wedding planner siamo noi

Lungo questo articolo, abbiamo raccolto alcune “parole guida” per un matrimonio un po’ più sostenibile: locale, utile, privo di sfruttamento, vegetale… Ognuna è un mattoncino per costruire il tuo viaggio in modo che sia un po’ più pensato, un po’ più responsabile.

In una giornata in cui si celebra il futuro, del futuro ci si deve prendere cura. Partendo dai piccoli dettagli. Lo sto sperimentando in prima persona, perché organizzare un matrimonio da sé è come correre una maratona: lunghissimo, complesso, ma dà enormi soddisfazioni! Forse non riusciremo a incastonare ogni dettaglio come nei nostri sogni più sfavillanti e di certo dovremo scendere a compromessi… ma vi assicuro che ogni dettaglio, ripensamento e riflessione lo renderà incredibilmente vostro.
E, con gli spunti che vi ho lasciato, spero anche un po’ più verde.

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