È passato un anno da quel primo, tremendo, mese di lockdown. “Avevamo i negozi chiusi, non sapevamo cosa sarebbe successo, ma c’era la volontà di mantenere tutto il nostro staff, cosa che ho sempre considerato una priorità”, racconta Silvia Torelli, classe 1989, che con il fratello Marco rappresenta la terza generazione della famiglia Torelli. I nonni hanno iniziato l’attività nei primi anni Sessanta, con una piccola bottega orafa a Caravaggio. Oggi Torelli conta sei negozi, sia nella bergamasca sia fuori provincia, che rappresentano i principali marchi dell’alta orologeria internazionale e di gioielleria.
“Delivery” del lusso
“Lavorando con brand di alto lusso abbiamo sempre avuto un sito di rappresentanza. L’anno scorso, quando abbiamo scoperto che le vendite online erano consentite, lo abbiamo aggiornato in 15 giorni per renderle possibili”, racconta Silvia.
Le vendite online, lo abbiamo visto proprio con #giovanifuturi parlando di carciofini o di gallette di mais, funzionano molto bene. Ma i gioielli sono beni particolari, e va da sé che siano necessarie attenzioni particolari: “Ogni cliente può avere la sua personal shopper. Siamo in 21 e, se un cliente si trova bene, può chiedere sempre la stessa assistente. Facciamo consulenza sia con fotografie sia con videochiamate. A seconda delle distanze, portiamo il prodotto a casa oppure lo facciamo arrivare tramite corriere”.
La primavera dello scorso anno è servita per rodare il meccanismo, che ha funzionato molto bene a novembre, in vista del Natale: “Il nostro staff è molto giovane e veloce, sia sui social, sia sul sito, che deve sempre essere aggiornato. Inizialmente online vendevamo oggettistica dai prezzi contenuti, poi le richieste si sono allargate anche alla gamma più lussuosa e i clienti sono contenti di avere questo canale di comunicazione con noi”. Il record di una singola vendita online? Cinquemila euro nella gioielleria e diecimila nell’orologeria.
Via XX Settembre
L’online funziona in questi momenti particolari, ma il gioiello è un prodotto legato alla magia e all’emozione, che è bello vivere soprattutto “dal vivo”. Anche per questo, se le restrizioni Covid lo permetteranno, in aprile Torelli aprirà il suo negozio a Bergamo in via XX Settembre. “Un sogno che si avvera”.
Tutto è partito oltre mezzo secolo fa dall’oreficeria dei nonni sull’angolo della piazza del Comune di Caravaggio, poi, negli anni Ottanta, la seconda generazione ha portato Torelli alla conquista della Bassa, da Romano di Lombardia a Treviglio, rappresentando marchi importanti come Cartier, Bulgari, Omega. Poi Cremona e Crema, nella piazza del Duomo: “Ho iniziato a lavorare proprio a Crema dopo la maturità. Sia io sia mio fratello abbiamo frequentato l’Istituto Facchetti a Treviglio, lui lo scientifico e io con indirizzo linguistico, ne ho un ottimo ricordo. Successivamente mi ero iscritta all’università, ma il richiamo del negozio era troppo grande”.
Nel 2019 l’arrivo a Bergamo, in via Quarenghi, negozio che verrà presto trasferito in via XX Settembre. “Abbiamo scoperto che questo spazio era disponibile camminando in centro. Tutte le nostre riunioni di lavoro le abbiamo sempre fatte all’aperto, anche prima del Covid. Mia madre tiene tanto al benessere fisico, ci ha insegnato a non essere pigri e che il negozio è anche fuori dalla porta di ingresso. Quindi facciamo grandi camminate sulle Mura di Città Alta o sugli argini del Po a Cremona. Stando tante ore in negozio il corpo va rigenerato”.
A ciascuno la sua gioia
Ci sono i clienti affezionati e chi in gioielleria mette piede giusto quando si tratta di comprare l’anello di fidanzamento. “Il nostro assortimento di prodotto è fatto in modo che chiunque voglia gratificarsi possa trovare qualcosa di giusto, rimanendo nelle sue possibilità di spesa e senza nessun pregiudizio. Per quanto mi riguarda mi piace che i gioielli rispecchino il mio stato d’animo e non esco mai di casa senza orecchini, non mi sento vestita senza”.
Regalare un gioiello nelle ricorrenze è una questione culturale. Al giorno d’oggi ci sono tante altre cose che possono essere donate: la borsa firmata, il telefono di ultima generazione, ma nel gioiello si identifica la memoria e il ricordo. “Vogliamo garantire sempre, a chi ha un compleanno o un anniversario, la possibilità di fare un regalo. Il gioiello è un bene da custodire, manutenere e, volendo, anche rinnovare, ad esempio cambiando la montatura all’anello della nonna per renderlo più moderno. Parliamo di beni eterni e, al di là delle mode, ciò che si acquista resta per sempre. I charms e i gioielli regalati negli anni e nelle ricorrenze si possono sempre adattare e restano patrimonio di famiglia. Ho un bambino piccolo e so che l’idea di lasciare qualcosa in eredità è gratificante”.