Ci sono molti modi per arrivare al vertice del proprio settore: nella nostra rubrica #giovanifuturi abbiamo visto studenti più o meno modello, che hanno seguito le orme della famiglia o se ne sono discostati. La storia di Luana Piazzalunga è ancora più particolare, perché non capita tutti i giorni una Ceo in un campo tradizionalmente maschile come quello dei carrelli elevatori. Officina, magazzino, logistica, rapporti commerciali: la Ceo di Piazzalunga Srl ha iniziato giovanissima in quella che negli anni ’90 era l’azienda individuale del padre artigiano, per passare dai 4 dipendenti dell’inizio (lei, papà Luigi, un tecnico e una segretaria) ai 41 di oggi, o per meglio dire 60, dopo la recente acquisizione della trentina Cemiat Srl da parte dell’azienda di Sorisole.
Da un semplice diploma di terza media
“Tornassi indietro prenderei almeno il diploma delle superiori. Lo dico sempre ai miei figli di 17 e 14 anni che studiare è una gran fortuna, sia per cultura personale sia perché mi sarebbe stato utile avere degli elementi di ragioneria o ingegneria gestionale. L’esperienza in officina, però, è stata insostituibile”, racconta Luana.
Il suo è un percorso che sembra quasi di altri tempi: “Mio padre voleva che studiassi da segretaria d’azienda, io volevo fare la parrucchiera. Lui si è opposto. Allora, piuttosto, ho preferito andare a lavorare dopo la terza media nella lavanderia di mia madre, a Ponteranica”.
A 16 anni, non senza perplessità, entra nell’azienda del padre, a una condizione: “Se non mi fosse piaciuto avrebbe dovuto lasciarmi andare”. Non se ne è più andata.
Ha cominciato ordinando pezzi di ricambio in officina e facendo la segretaria, sostituendo l’impiegata storica del padre durante la maternità. “Non avevo una base di ragioneria e ho dovuto imparare tutto. Mi affascina molto la meccanica, ma la svolta arriva quando chiedo a mio padre di seguire l’area commerciale. Mio padre era molto bravo nella parte tecnica e manuale, ma un po’ riservato e non tanto portato al rapporto con le persone, così mi ha lasciato carta bianca e la Piazzalunga Luigi è diventata Piazzalunga Srl”.
Lady carrello elevatore
Difficile immaginare una ragazza di vent’anni alle prese con i commerciali di aziende che hanno necessità di dotarsi di un carrello elevatore per movimentare la merce: “È un ambiente prettamente maschile, quando ho iniziato c’era solo un’altra donna in tutto il territorio nazionale. La mia fortuna è che nascevo dall’officina. La mia estrazione tecnica mi ha permesso di essere molto preparata sul prodotto per cui potevo ‘chiudere la bocca’ al cliente. È la mia passione, mi piace l’aspetto tecnico come piaceva a mio padre”.
È la competenza che le permette di essere autorevole e affermarsi. Oltre a una convinzione: quella di vendere (o noleggiare) un prodotto indispensabile e trasversale a tanti settori. “Come dico sempre ai miei clienti, senza un carrello non fatturerebbero a fine mese”.
Intanto le “quote rosa” continuano a essere bene rappresentate dalle 11 donne in azienda, ma Luana Piazzalunga non si accontenta: “Il mio desiderio è formare anche tecnici donna. Ci arriveremo”.
Un’azienda in evoluzione
Piazzalunga Srl è dealer di carrelli elevatori Toyota, ma presta assistenza anche su altre marche. Nel corso degli anni, Luana Piazzalunga ha plasmato l’azienda con il marito Giuseppe Castagneto, che si dedica al service. “Mio padre ha avuto piena fiducia in noi e, dividendo le nostre aree di competenza, siamo riusciti a crescere. Negli ultimi 5 anni ci siamo trasformati, e oltre che ‘carrellai’, come si dice in gergo, abbiamo cominciato a offrire soluzioni ‘chiavi in mano’ per le imprese, con macchine Agv (a guida automatica)”.
L’ultimissimo grande successo, questo autunno, con l’acquisizione di Cemiat srl, storica azienda del settore dei carrelli elevatori in Trentino Alto-Adige. Piazzalunga si espande oltre regione, avvicinandosi a un mercato più prossimo all’agroalimentare. “È un’azienda nella quale abbiamo riconosciuto il nostro stesso Dna: seguono il cliente con attenzione e danno valore alle risorse umane, perché le aziende le fanno le persone. Abbiamo stabilito un ottimo feeling e il passaggio di consegne sarà graduale, per tutelare al massimo i clienti. Noi in Trentino vogliamo portare le nostre soluzioni logistiche”.
L’impegno contro la fibrosi cistica
Luana Piazzalunga è anche la referente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica (FFC) per la Delegazione di Villa d’Almè. La fibrosi cistica è la malattia di origine genetica più comune al mondo, ma grazie alla ricerca la vita di chi ne è affetto è in continuo miglioramento. Il suo impegno è nato in seguito alla scoperta della malattia della figlia, ora quattordicenne. “Confrontarsi con la malattia è un’esperienza di vita che mi ha insegnato ancora di più a non fermarmi mai e a combattere sempre. Non nego di avere avuto momenti di sconforto, ma mia figlia mi dà l’adrenalina necessaria e ho molta fiducia nei passi in avanti fatti dalla ricerca”.
Una figlia dal carattere forte e molto determinata, fonte di ispirazione per tutta la sua famiglia. Luana Piazzalunga ha applicato anche a questa sfida il suo spirito imprenditoriale, ideando “Together for life” (insieme per la vita), eventi di beneficienza con cui ha raccolto fino a 200mila euro. “Ogni momento libero mi piace dedicarlo alla fondazione, anche se attualmente il Covid ci ha costretto a trovare nuove modalità di raccolta fondi”.
Cosa imparare dalla crisi
Già, il Covid. Nel suo profilo Linkedin Luana Piazzalunga scrive: “Il mio obbiettivo è quello di non fermarsi mai, e quando raggiungo un traguardo ne ho subito un altro... non bisogna mai pensare di essere arrivati!!”. Con lo stesso spirito affronta le crisi, che siano finanziare o di altra natura.
“Da imprenditrice ho vissuto la crisi economica del 2009 e questa, alle prese con un nemico sconosciuto. Noi abbiamo subito messo in sicurezza i dipendenti chiudendo volontariamente l’azienda, ma continuando a prestare il nostro servizio a quei settori come la Gdo e la farmaceutica che non si sono mai fermati, anzi, hanno moltiplicato il loro lavoro. Sono convinta che dalla crisi si esca con un bagaglio di opportunità ed esperienza. Anche perché, banalmente, ci si ferma per capire cosa sta succedendo. Da questa crisi ci portiamo l’acquisizione di Cemiat, ma anche nuove consapevolezze. Abbiamo imparato lo smart working: con i clienti ci si può vedere anche a distanza. Ho capito che posso più che dimezzare le mie trasferte di lavoro. Senza essere stati costretti dal lockdown magari ci saremmo arrivati solo fra 10 anni”.