Il signor Virgilio si è avvicinato alla redazione mobile de L’Eco di Bergamo, L’Eco café, con un sorriso gentile e dei fogli in mano. La giacca scamosciata, aperta, lasciava intravedere la camicia azzurra ben stirata. «Annata agraria anno 1952», così ha intitolato il racconto che ci ha consegnato per spiegarci «come era fare agricoltura negli anni Cinquanta», quando era ancora un ragazzino. L’ospite inatteso è stato uno dei primi 20mila visitatori della 41° edizione della «Fiera Agricola della Pianura Bergamasca», la manifestazione organizzata nel weekend appena trascorso dalla Fiera Agricola Soc. Coop di Treviglio e dedicata al meglio del settore agricolo.
«Detto in modo brusco – ricorda Virgilio nei suoi appunti - la situazione si presentava in questi termini: zoccoli, calzini, rugiada, terreno. Più che un campo da arare, con un minimo di fantasia, si poteva intendere una palestra per aspiranti sciatori. Uno scivolamento continuo». Lui e i suoi famigliari andavano così a lavorare il terreno, compatto e argilloso, e partivano prestissimo, quando c’era ancora buio e soprattutto fresco, altrimenti «i buoi per lo sforzo e il caldo aprivano la bocca e cacciavano fuori la lingua. Messaggio inconfondibile per lasciarsi riposare». In quelle mattine, «il momento più bello era quando vedevo mia madre con il pentolino che ci portava la colazione: caffellatte e polenta. Qualche volta anche con il pane. Seduti sull’aratro parlavamo delle difficoltà che avevamo incontrato».
Dopo qualche altra chiacchiera sul passato e il presente di una passione ancora viva, Virgilio ci ha affidato i fogli delle sue memorie – attimi di una vita ormai lontana – e ci ha salutato con occhi vispi per andare a vedere da vicino i macchinari esposti in Fiera. Dopo di lui, allo stand della redazione si sono fermati a bere un caffè tanti altri visitatori: chi per sfogliare L’Eco e chi semplicemente per raccontarsi un po’, come Virgilio.
La «Fiera Agricola della Pianura Bergamasca» d’altronde è da 41 anni un evento aperto a tutti: nonni e nipoti, studenti e imprenditori. Ad attirare il gran numero di persone, non solo le macchine agricole portate dagli oltre cento espositori da tutto il Nord Italia, su cui si arrampicavano e saltellavano i bimbi, ma anche i mercati agricoli di Coldiretti e Confagricoltura, i laboratori didattici, i convegni sulle innovazioni del settore e gli ottanta capi di bestiame che hanno sfilato per la mostra della Razza Frisona, Spring Show 2024. Una fiera dunque «a misura di famiglia».
«Siamo molto contenti e soddisfatti dei numeri raggiunti. Nonostante il tempo, hanno partecipato molte famiglie, gli espositori hanno venduto i loro prodotti e anche la cucina del punto ristoro ha lavorato alla grande» afferma Flavia Fattori, responsabile marketing dell’evento e figlia di Giuseppe, l’ideatore della manifestazione. «Un successo poi la mostra della Razza Frisona, anche grazie alle migliorie che abbiamo studiato nell’ultimo anno» aggiunge Flavia, ricordando i vincitori dello Spring Show 2024: i fratelli Tiraboschi, Giuseppe e Giampaolo, da Milano; l’azienda agricola S. Margherita di Luigi Micheli di Ghisalba; e la Società Agricola di Donini Ettore e Riccardo di Pradazzo (Cremona).
I numeri raggiunti sono il risultato di un format che da anni unisce la tradizione all’innovazione, mostrando le diverse sfumature di un settore in continua evoluzione. Come sempre, la Fiera ha permesso agli addetti ai lavori (e non solo) di confrontarsi e conoscersi, mettendo a disposizione le proprie esperienze sul campo. I bimbi, invece, hanno partecipato numerosi alle diverse attività didattiche in programma: c’erano il laboratorio di panificazione e quello dedicato alle piante officinali, un macchinario per sgranare il mais e uno stand dove poter realizzare un acchiappasogni con i fili di lana di pecora.
Ma non solo: la Fiera ha permesso alla generazione del signor Virgilio di incontrarsi con quella dei giovani studenti e imprenditori del settore. Tra loro, c’era Alessia, 20 anni, che – intenta a dare acqua tiepida alle vacche (no, non si chiamano «mucche») – ci ha raccontato il suo percorso: «Alle superiori ho fatto uno stage in un’azienda agricola. Mi ha aperto un mondo che non mi aspettavo e quindi ho deciso di approfondirlo con gli studi all’Università. È molto più di quanto si pensi». La giovane ci ha poi presentato gli animali che stava accudendo, di cui conosceva perfettamente il carattere: «Lei è la più timida – ha indicato una giovenca a chiazze marroni – quella invece è più vivace e si chiama Isidora, quest’altra ha avuto quattro vitellini…». Così Alessia ha mostrato una passione cresciuta con il tempo.
D’altronde, senza quella «è un lavoro difficile da portare avanti» ha confermato Selena, una ragazza di 27 anni, seduta appoggiata al dorso di una delle sue vacche, Elsa. «Sono animali molto impegnativi – ci ha spiegato la giovane imprenditrice – Devi poi renderti conto che non hai il sabato, non hai le domeniche o le festività. Io ormai è una vita che lo faccio, da quando ero piccolina».
Una vera e propria occupazione per qualcuno, un hobby per qualcun altro: l’attività agricola attrae oggi diversi under 30 che, in occasione della Fiera, erano lì per lavare, tosare e pettinare i propri animali con la stessa cura. La «Fiera Agricola della Pianura Bergamasca» ha coinvolto tanti giovani, anche grazie alle iniziative come il Junior Show Treviglio, in collaborazione con A.R.A.L E e AGAFI, o il convegno «Giovani Impresa Day» di Coldiretti.
Dopo 41 anni, la Fiera continua ad essere al passo con i tempi, come ha dimostrato anche la sesta edizione del premio Agrinnova, il riconoscimento di BCC Treviglio dedicato a realtà imprenditoriali del settore agricolo impegnate nell’innovazione dei processi produttivi con una particolare attenzione e rilevanza al territorio. Due i vincitori, entrambi di Treviglio, premiati direttamente dal presidente di BCC Treviglio, Giovanni Grazioli. Sul podio, la Soc. Agr. Maestri Renato, Rosanna e Paolo – tipica azienda zootecnica a conduzione famigliare attiva da 20 anni, oggi con 130 vacche da latte e una buona quota di autoproduzione di alimenti – e l’Ente CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – noto per aver favorito da sempre la ricerca qualificata per lo sviluppo di una meccanica agraria più innovativa, tramite per esempio l’automazione dell’alimentazione bovina e delle macchine motrici ed operatrici. Dare valore alle realtà che mettono al centro l’innovazione continua ad essere «un segnale dell’importanza data al settore agricolo e alla tutela dell’ambiente – ha affermato Grazioli dopo le premiazioni – Questo ambito ci vede impegnati con una quota di credito assolutamente rilevante: abbiamo un ufficio specifico che si occupa di Agri Business e che impiega quasi il 20% dei soldi che la banca presta».
Alla «Fiera Agricola della Pianura Bergamasca», sostenibilità, tecnologia e digitalizzazione hanno così animato un territorio ricco di tradizione. Il pubblico ha potuto toccare con mano questa duplicità anche grazie al “Fuori Salone”, la novità di quest’anno che ha permesso di scoprire tre aziende locali d’eccellenza. Il 26 e il 27 aprile i visitatori hanno potuto conoscere da vicino il Caseificio Arrigoni di Pagazzano, leader nella produzione del Taleggio, e il Podere Montizzolo di Caravaggio, noto per i suoi salumi. Due occasioni per gustare la cultura del buon cibo, tramite prodotti a chilometro zero. Domenica 28 è stato invece il momento dell’Archivio Storico Sdf della SAME, l’azienda capofila nella macchinazione agricola per cui ancora oggi Treviglio è nota come la “città dei trattori”. «Ad ogni tappa erano presenti tra i 30 e i 50 visitatori» informa contenta Flavia Fattori.
Passata anche la 41esima edizione, ora, come sempre, lo sguardo è rivolto in avanti. Lo conferma il sindaco di Treviglio, Juri Imeri: «La Fiera Agricola cresce ogni anno e crescerà in futuro con il nostro polo fieristico: insieme faranno un passo avanti per promuovere ancor di più il territorio, perché questo appuntamento merita un’attenzione in più, vista la sua capacità di essere un riferimento anche per il business dell’intero settore».
Dalla «Fiera Agricola della Pianura Bergamasca» è tutto, per ora.