« Un vino estremamente bergamasco» così Francesca Pagnoncelli, presidente del Consorzio di Tutela Moscato di Scanzo, definisce il rinomato passito a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), che sarà protagonista, da giovedì 5 a domenica 8 settembre, della «Festa del Moscato di Scanzo». Saranno quattro giorni ricchi di sapori, arte e folclore in cui scoprire tutto il mondo del vino scanzese.
Ma a cosa deve la sua «bergamaschità» una delle DOCG più piccole d’Italia e l’unica della bergamasca? «Innanzitutto, non molla mai – spiega Pagnoncelli – Il Moscato di Scanzo esiste dal 1200 e ha sempre resistito». Prodotto su un territorio di soli 31 ettari, il famoso passito ha rischiato più volte di scomparire. «L’ultimo periodo più difficile è stato a inizio Novecento, per le conseguenze della Prima guerra mondiale, tra le quali la scarsità di manodopera e la povertà, per le malattie della vite e per la poca produzione», racconta la presidente. È stato proprio in un momento così difficile che è emersa un’altra caratteristica tutta bergamasca del vitigno Moscato di Scanzo: « È una pianta molto forte, molto “cocciuta”: non teme l’aridità né le malattie – prosegue Francesca Pagnoncelli – Anche in questi ultimi due anni, in cui le condizioni climatiche sono state complicate e altri vitigni hanno subito diversi “malanni”, l’uva del Moscato, molto selvatica, si è presentata quasi refrattaria ad ammalarsi».
Un dna bergamasco che ha dato origine a un “gioiello” enologico, rimasto però nascosto per lungo tempo. «Nel 1982 – precisa ancora la presidente – è nata l’Associazione Produttori Moscato di Scanzo: erano in 5 e ognuno faceva qualche centinaio di bottiglia. Veniva venduto o regalato agli amici o ai pochi appassionati che volevano venire a Scanzo per assaggiarlo». Ancora oggi la ricchezza del Moscato di Scanzo è data proprio dai suoi piccoli produttori: «ognuno offre la sua impronta e interpretazione a questo vino. Non si troveranno mai Moscati uguali », garantisce Pagnoncelli. Proprio da quella piccola Associazione di produttori locali, nel 1993 è nato il Consorzio di Tutela Moscato di Scanzo. I primi obiettivi del gruppo si sono concretizzati nel 2002 con l’ottenimento della denominazione «Moscato di Scanzo Doc» e poi nel 2009 con la prima e unica DOCG di Bergamo e la quinta della Regione Lombardia.
«Amo definire il Moscato di Scanzo “il vino che non c’è” per la sua produzione limitata – commenta la presidente – È difficile trovarlo fuori Bergamo e per questo è importante la sua valorizzazione, divulgazione e promozione». E quale migliore occasione se non la festa del «Moscato di Scanzo», che quest’anno ospiterà per la prima volta un convegno sull’enoturismo. «Durante il weekend – informa Angela Vitali, assessore alla Cultura di Scanzorosciate – ci saranno ben 33 casette dove scoprire gli altri sapori scanzesi: miele, conserve, confetture, ma anche salumi, formaggi e olio».
«Nell’area “Ristoro km0” – conclude Vitali – i ristoratori valorizzeranno i prodotti locali, utilizzando, per esempio, i vinaccioli dell’uva nella farina per la pizza».
Camminate e menù ad hoc per scoprire il territorio
Le occasioni per gustare il pregiato passito non si limitano alla «Festa del Moscato di Scanzo». Dopo il successo degli scorsi anni, la Strada del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi ha messo a punto un ricco calendario di iniziative negli altri fine settimana settembrini. Tre saranno le camminate guidate lungo gli itinerari della «Strada del Moscato» per conoscere il patrimonio enogastronomico, naturale e artistico del territorio e godere dei suoi prodotti. La prima, domenica 15 settembre, consentirà di fare «Quattro passi nella storia: dal borgo di Scanzo al Monte Bastia». Sarà un’occasione per conoscere le origini della cittadina: da quelle romane - con il castro romano trasformato da luogo militare in residenza civile - a quelle longobarde, arrivando fino all’epoca gotica con la caratteristica chiesa di San Pietro Apostolo. La mattinata si concluderà con la salita sul Monte Bastia e la degustazione presso la cantina Biava.
La domenica successiva, si potranno invece percorrere «I sentieri dell’olio e del vino nella conca di Tribulina», alla scoperta della frazione, tra opere artistiche e bellezza naturalistica. L’azienda agricola Il Castelletto, sede dell’unico frantoio della provincia di Bergamo, aprirà le sue porte per la una degustazione d’eccellenza. Per chiudere al meglio, il 29 settembre, storia e natura si incontreranno nella camminata lungo il Montecchio e tra le vie del borgo di Rosciate, a cui seguirà un assaggio presso la cantina Magri Sereno.
Oltre alle escursioni, per il settembre del Moscato di Scanzo, ogni weekend ristoranti e agriturismi di Scanzorosciate proporranno menù creati ad hoc, con il pregiato passito protagonista di prelibate ricette.
Presente anche L’Eco café
Sabato 7 settembre, dalle 15 a mezzanotte, e domenica 8 settembre, dalle 12 alle 23.30, in via degli Orti troverete anche la redazione mobile de L’Eco café. Allo stand, come da tradizione, potrete sfogliare il quotidiano e gustare una tazzina di buon Caffè Poli. Troverete anche un’autrice di Eppen, che seguirà live la manifestazione e sarà pronta a raccogliere storie e curiosità legate all’iniziativa e al paese.
A Scanzorosciate ci saranno anche le nuove offerte di abbonamento: allo stand de L’Eco café sarà possibile sottoscrivere a soli 55 euro un abbonamento bimestrale (6 giorni a settimana) all’edizione cartacea de L’Eco di Bergamo, oppure un abbonamento semestrale all’edizione digitale del quotidiano, oppure ancora tredici numeri della rivista Orobie. Ci sarà anche seconda promozione: 100 euro per chi si abbona per quattro mesi all’edizione cartacea de L’Eco di Bergamo (6 giorni a settimana), oppure a un anno di edizione digitale, oppure ancora a venticinque numeri di Orobie. In omaggio, uno o due biglietti per il parco divertimenti Leolandia di Capriate San Gervasio.