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L’attesa del salto delle Cascate del Serio raccontata da L’Eco café

Articolo. Come ogni anno la comunità bergamasca si ritrova ad attendere insieme l’apertura in notturna delle Cascate del Serio. Sabato 13 luglio, dalle 22 alle 22.30, ha avuto luogo lo spettacolo, ma le emozioni si sentivano già nel primo pomeriggio. Ecco il nostro racconto

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Apertura delle cascate

Le Cascate del Serio da sempre fanno da sfondo alle escursioni lungo i sentieri dell’Alta Val Seriana, anche nei giorni in cui non sono aperte. Quante volte, camminando, siamo passati proprio lì vicino e, indicando la sorgente, abbiamo esclamato: «Ecco, lì è dove partono le Cascate del Serio!?». Ammirare i loro tre salti è un evento che si ripete solo poche volte all’anno e sabato sera era proprio una di quelle rare occasioni. Ma com’era il clima d’attesa in quelle ore?

Alle 14.45, si presenta ai tavolini de L’Eco cafè un signore. Indossa una cintura in cuoio con due stambecchi sulla fibbia, in spalla invece un borsello, sempre in cuoio e con dei motivi floreali. «Sono qui, mi hanno detto di raccontare qualcosa» esordisce con un sorriso vispo, senza però dire chi sia, forse dandolo per scontato. Del resto, non è un personaggio qualunque a Valbondione, lo si intuisce subito. Dopo poco si siede: «Mi chiamo Modesto Rodari – scandisce – ho aperto le Cascate del Serio per 30 anni. Sono stato il guardiano storico della Diga del Barbellino, nella buona e nella cattiva sorte». Ora tutto è più chiaro: il suo fare divertito e canzonatorio, la sua fretta di dover andare «perché ho tanto da fare», lo sguardo acceso.

«Alla fine degli anni ’60, il sindaco di allora, Lorenzo Riccardi, riuscì a strappare all’Enel l’apertura delle Cascate: una volta all’anno e per due ore – continua – Era una cascata talmente enorme che tutta la gente della valle si fermava ad aspettare la piena. Molti si accampavano! Era talmente enorme – ripete – che allagavamo tutte le macchine parcheggiate vicino ai dossi e l’ingegnere ci tirò le orecchie ». Modesto ricorda la prima apertura come «una vera e propria rivoluzione in paese, che attirava migliaia di persone».

In trent’anni di servizio, gli aneddoti sono molti: «Mi ricordo quel ragazzo che, all’apertura della cascata, andò sotto il primo salto, che era di 170 metri, e si mise a fotografarlo dal getto, trovandosi tutta l’acqua sulla testa. Mi avvisarono dopo un quarto d’ora: “frena Modesto, frena: c’è sotto una persona!”, ma ormai pensavo fosse troppo tardi. Invece il giovane si era infilato nel roccione fra il primo e il secondo salto e la gente lo vedeva! Era ancora vivo! Allora io chiusi e rallentai la potenza della cascata e il ragazzo venne recuperato e salvato». Tanti sarebbero gli altri ricordi da condividere, ma Modesto è di fretta, forse la passata responsabilità risuona anche a distanza di anni, soprattutto sabato, a poche ore dall’apertura in notturna delle Cascate.

Lo storico guardiano lascia così la parola al sindaco di Valbondione, Walter Semperboni, arrivato anche lui tra i tavoli de L’Eco café. «Le nostre sono le cascate più alte d’Italia. Oltre a loro, nel nostro territorio abbiamo tanti rifugi e montagne: per questo, abbiamo deciso di aprire un nuovo infopoint con Promoserio ». Ad affiancarlo infatti proprio il Delegato al Turismo, Thomas Conti, che rivela: «Vivo a Bergamo, ma sono tornato a Valbondione perché vorrei che il paese continuasse a fare eventi come quello di oggi, il più importante dell’anno». Ad unire i due neo eletti, il passato e il presente di un’iniziativa storica per Valbondione e il senso di gratitudine per tutti coloro che partecipano ogni anno all’evento e lo rendono possibile, come le varie Associazioni del Comune e il Comprensorio Sciistico fra Valbondione e Colere.

Dopo qualche sorso di caffè, è il sindaco a condurmi allo stand dell’Associazione culturale cinese di Bergamo, scesa in piazza sabato per ricordare il gemellaggio fra le Cascate del Serio e quelle di Jiulong in Cina, firmato nel 2020 in occasione del cinquantesimo anniversario delle relazioni bilaterali tra Cina e Italia. «Siamo qui per fare conoscere la nostra cultura e anche tutte le persone cinesi che abitano in questo bel posto» esclama Weyan, una delle volontarie dell’Associazione. Alle sue spalle, una ragazza è intenta a preparare l’acqua colorata per dipingere i ventagli, alla sua sinistra invece un’altra giovane sta predisponendo gli “YangHao”, i pennelli per le prove di scrittura in programma nel pomeriggio. Tutto è pronto per dilettare i visitatori. Di lì a poco aumentano i giovani e le famiglie con bambini diretti verso le Cascate: ad accompagnare la loro salita, il suono del “Guzheng”, la tipica arpa cinese nella quale l’assenza delle note FA e SI determina la tipica melodia orientale, come spiega una giovane musicista.

Concluse anche le danze della Terra del Dragone, arriva davvero il momento di salire per lo spettacolo delle Cascate in notturna. Gli ultimi escursionisti camminano veloci verso la meta. «Nei giorni scorsi la pioggia ha aumentato il livello dell’acqua nella diga e quindi le cascate sono già un po’ aperte» avvisa la guida del soccorso alpino, mentre ci avviciniamo al sito naturalistico, «quando però verranno aperte, il getto sarà ancora più grande e spettacolare!».

Su l’aria è decisamente più fresca, come confermano le coperte in cui è arrotolata la maggior parte della gente arrivata poco prima. Nell’attesa, alcuni ragazzi intonano un canto, mentre altri invece si godono il panorama in silenzio. «È la prima volta che sono qui, non vedo l’ora!», rivela un giovane, in compagnia degli amici. Qualcuno viene da Milano. Alle 21.45 cominciano a suonare le sirene: «vuol dire che tra poco aprono le cascate!» dice una signora.

E in effetti, dopo un conto alla rovescia urlato da un gruppetto di presenti, alle 22 precise le Cascate del Serio aprono ufficialmente. Si alzano i cellulari per immortalare il momento: qualcuno videochiama a casa puntando la telecamera sullo spettacolo. L’atmosfera vaporosa e unica, illuminata dai riflettori della Croce Blu di Gromo, lascia tutti senza parole.

Nel silenzio, piano piano, la gente comincia poi a scendere, buttando l’occhio su quella meraviglia bergamasca a cui aveva appena assistito. Si crea così una fila ordinata di piccole lucine che illuminano il sentiero verso casa. Qualcuno chiacchiera e scherza, qualcuno è concentrato sui sassi da evitare. Un cagnolino sembra perso, ma poi viene ritrovato dai proprietari. Anche quest’anno, le Cascate del Serio in notturna hanno riunito la comunità bergamasca.

(Tutte le foto sono di Federica Pirola)

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