A ricevere il primo premio, Angelo, il papà di Alessandro Crippa dell’omonima azienda agricola di Treviglio, insieme all’amico e collaboratore Pietro Gatti: sono loro i produttori del miglior salame bergamasco. «Ho cominciato 18 anni fa, seguendo un corso base dell’Associazione Norcini Bergamaschi di Calcinate - racconta il vincitore, mentre regge la cesta di salumi data in premio - Grazie a Gualtiero Borella, uno dei fondatori dell’Associazione, ho avuto la possibilità di imparare ed è lì che è nata la passione», ricorda, guardando lo stand dei norcini calcinatesi alle sue spalle. Lì, intanto, alcuni membri dell’Associazione si stavano preparando per mostrare al pubblico il processo di creazione dei gustosi salumi nostrani. «Ho aperto poi un mio laboratorio a casa e, insieme a Pietro, ci siamo messi in ballo! Oggi è tanta la soddisfazione» ammette Angelo, sorridente.
È durata più di due ore la valutazione da parte dei maestri assaggiatori dell’ ONAS (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Salumi) per decretare il miglior salame della 15° edizione del concorso, il cuore della Sagra di Ghisalba dedicata al celebre prodotto bergamasco. «È un giudizio molto oggettivo, al contrario di quanto si possa pensare - spiega Ugo Bonazza, maestro assaggiatore di salumi e delegato provinciale dell’ONAS - Abbiamo scelto non quello che ci piaceva di più, ma il più buono, cioè quello che rispettava tutti i criteri stabiliti dal disciplinare». Non solo quindi il gusto, ma anche l’aspetto visivo, gli aromi, i profumi e la loro persistenza, nonché la consistenza all’assaggio erano i criteri imprescindibili e da rispettare per i giudici dell’organizzazione. Dopo un attento esame di tutti i parametri necessari, gli esperti hanno potuto stabilire il miglior salame dell’anno, frutto di un lungo lavoro artigianale. Dopo Alessandro Crippa, si sono classificati al secondo posto la Società Agricola Agripig di Covo e la Macelleria Undici di Spirano.
«È importante però anche il parere della giuria popolare, perché poi, alla fine, deve piacere alla gente», precisa Stefano, uno dei dodici valutatori. Per questo, prima del verdetto finale, è arrivato il momento dell’assaggio anche per sei giudici popolari, armati di carta e penna per segnare le proprie valutazioni. Tra un morso e l’altro, i giurati sono stati raggiunti anche dal festante gruppo Arlecchino Bergamasco Folk, impegnato da oltre sessant’anni a trasmettere e celebrare la cultura popolare bergamasca. Vestiti con i costumi tipici delle località montane della provincia - con le stesse pezze colorate della famosa maschera della Commedia dell’Arte - i protagonisti del gruppo popolare hanno restituito al pubblico un patrimonio inesauribile di canti, balli e racconti di “una volta”.
Dopo il repertorio degli immancabili Giopì, Margì e Arlecchino, è arrivata la tanto attesa premiazione del miglior salame 2024. Scattate le foto di rito, Angelo e Pietro si sono allontanati soddisfatti, attraversando le vie del paese che si stavano affollando. La serata era solo agli inizi! Giovani, bambini e famiglie cominciavano infatti ad immergersi nel vivo della Sagra, tra le bancarelle di prodotti tipici - degli espositori hobbisti e di Campagna Amica -, i primi panini con il salame e il soundcheck del Bepi & the Prismas per il concerto in programma alle 21.
Un grande successo anche i giochi “di una volta” della ludoteca itinerante Ludobus Legnogiocando, che hanno attratto i più piccoli e non solo. A pochi passi dalle attrazioni in legno, si poteva poi sentire il rombo dei motori delle moto Ducati esposte. Poco più in là, c’erano invece le macchine d’epoca del gruppo Old Car Bergamo. Una Sagra, insomma, per tutti i gusti, di cui il sindaco di Ghisalba, Gianluigi Conti, ha ricordato le origini: «Era partita in forma dilettantistica più di 22 anni fa da alcuni amanti del salame nostrano e poi, con gli anni, ha preso un aspetto sempre più organizzato e professionale».
Proprio per questo, tra i partecipanti della Sagra, quest’anno si aggiravano anche i giudici dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia per valutare se l’iniziativa ghisalbese potesse essere considerata «Sagra di qualità», titolo riconosciuto dall’ UNPLI a quelle manifestazioni che vantano un passato legame con il territorio e che hanno come obiettivo la promozione e la creazione di sinergie con le attività economiche locali. E in effetti, la partecipazione numerosa all’evento e i negozi aperti per la notte bianca sembravano confermare l’ambito riconoscimento.
Dalle 21 in poi, le colonne de «La Rotonda» - la Chiesa di San Lorenzo che faceva da sfondo alla Sagra - si sono illuminate delle luci del concerto del Bepi & the Prismas, aperto con un “dolce” suono per attirare le persone: quello di una motosega. Dopo un incipit tutt’altro che comune, si sono susseguiti i successi della band rock bergamasca - come «Spète sèmper», «Bergamash», «Té ta sé mia lé» e tanti altri - intervallati dalle spiegazioni e dai commenti del frontman, rigorosamente in dialetto.
Insomma, alla fine della Sagra del Salame Nostrano di Ghisalba, viene proprio da chiedersi: «un bicchiere di vino (o di birra), con un panino (al salame): è forse questa davvero la felicità?»