Chi non ha un ricordo legato alla baracca, quel piccolo teatrino fatto di assi di legno e ferro, dal quale spuntano i pupazzi con il corpo di stoffa, maneggiati dal burattinaio? Bergamo è la patria di quest’arte e ne custodisce storia e tradizione grazie anche a enti, associazioni e privati che si prodigano per mantenerne viva la magia. Così, per il secondo anno consecutivo, Foto Ottica Carminati ha scelto di omaggiare le comunità dei due paesi in cui ha sede (Almenno San Salvatore e Calusco d’Adda) con due spettacoli di burattini inseriti nella rassegna «Borghi e Burattini», organizzata da Fondazione Benedetto Ravasio.
Il primo dei due appuntamenti si terrà domenica 10 luglio alle ore 16.30 presso Piazzale Mercato ad Almenno San Salvatore. Si tratta di una tradizione di vecchia data quella promossa dalla famiglia Carminati, che vuole regalare al territorio di cui fa parte degli eventi culturali. Dopo aver promosso incontri per adulti, letture e mostre, recente è la scelta di concentrarsi sui più piccoli: «L’idea è quella di regalare una mezza giornata di gioia a tutta la comunità. I burattini sono un modo per raggiungere i bambini, ma anche intere famiglie, i nonni. La nostra terra è particolarmente affezionata a questa tradizione culturale, tutti hanno almeno un ricordo legato ai burattini e nella quasi totalità dei casi si tratta di aneddoti positivi», spiega Marco Carminati, titolare dell’attività.
L’intento è quello di sensibilizzare su un tema molto importante come quello della vista, chiarisce l’imprenditore: «Abbiamo scelto di concentrarci sui bambini perché riteniamo che, oltre al voler regalare uno spettacolo, omaggiando emozioni, vogliamo anche lanciare un messaggio legato al benessere visivo». Messaggio non trascurabile: «I bambini, molto a contatto con gli strumenti digitali, sono i più esposti ad eventuali danni all’occhio sul lungo periodo. I dati in nostro possesso non sono confortanti: secondo le previsioni, entro il 2050 più del 50% della popolazione dell’Europa occidentale avrà problemi di miopia», spiega Carminati.
Un evento che si pone come esempio e promozione della collaborazione positiva tra amministrazioni ed esercenti: «Ritengo fondamentale che un’attività imprenditoriale come la nostra sappia essere legata al proprio territorio. Si tratta di un dare e ricevere – continua Carminati – è giusto restituire qualcosa al luogo da cui l’impresa trae risorse per la propria produttività, nel nostro caso abbiamo scelto di farlo attraverso la cultura. Ciò è reso possibile anche grazie ai legami di partecipazione e collaborazione con le amministrazioni locali».
Lo spettacolo
«Safari» è una produzione di Teatro Medico Ipnotico. I burattinai e i realizzatori di scene e costui sono gli stessi fondatori della compagnia: Patrizio Dall’Argine e Veronica Ambrosini. Ad assisterli Andrea Alberici e le musiche sono a cura di Luca Maini.
La vicenda racconta del capocomico Lomé, che per poter sopravvivere è ancora alle prese con il problema di rendere attuale il suo teatrino di burattini. Inventa allora un format: il «fotosafari» e organizza un casting. Tra i candidati la giovane Violetta presenta il progetto più convincente: vorrebbe portare equilibrio all’eccesso di «domestico» dei nostri tempi e per farlo pensa di fotografare il «selvatico» che si cela nel bosco. Il problema maggiore è vincere la sua paura di non essere all’altezza del compito. Ci riuscirà? Magari con l’aiuto degli Spiriti del bosco incantato.
La compagnia
Il Teatro Medico Ipnotico è compagnia di Teatro d’Arte di Burattini a base famigliare. Patrizio Dall’Argine si occupa dei soggetti, dei testi, dell’intaglio delle teste e della pittura delle scene. Veronica Ambrosini si occupa dell’ideazione e della confezione dei costumi dei burattini, della costruzione di pupazzi, dell’amministrazione del sito web e dell’organizzazione. Le figlie Virginia e Thea collaborano in diversi spettacoli come assistenti di baracca.
Per la compagnia modenese la ricerca estetica parte sempre dal Burattino che si muove nel suo spazio autonomo e trasportabile, un teatro in scala chiamato baracca. Nella baracca medico-ipnotica il rapporto figura-fondo, oltre ad essere progettato con canoni decorativi, spesso è motivo di una ricerca estetica che tende a far diventare il fondo, i dettagli e l’atmosfera; i veri protagonisti della scena. Questo attraverso l’uso delle luci e del suono, ma anche del buio e del silenzio.
La rassegna
«Borghi e Burattini» da ventisette anni, grazie a una programmazione attenta al Teatro Classico dei Burattini e alle nuove espressioni del Teatro di Figura, in città e nella provincia di Bergamo, conferma l’affetto e la familiarità dei bergamaschi con questa forma di Teatro.
Ad organizzare la rassegna, la realtà custode della tradizione burattinaia bergamasca: la Fondazione Benedetto Ravasio. Costituita nel 1993 dalla famiglia Ravasio e da alcuni esperti del settore con l’intento di mantenere viva l’eredità artistica di Benedetto e Giuseppina, la Fondazione si occupa della salvaguardia e della valorizzazione del Teatro di Figura, in particolare del teatro classico dei burattini bergamaschi. Il Museo del Burattino, aperto il 5 luglio 2019 per volere della Fondazione e in virtù della convenzione ultradecennale sottoscritta con Provincia di Bergamo, nasce dall’urgenza di preservare dall’oblio e dalla dispersione un patrimonio di oggetti, di saperi e di storie che ha necessità di essere non soltanto conservato, ma anche riscoperto, valorizzato e rinnovato.
La rassegna, è iniziata giovedì 16 giugno Biblioteca Tiraboschi e si concluderà sabato 24 settembre a Calusco d’Adda con «Gioppino a Venezia in cerca di fortuna». Il cartellone ospita ben 22 spettacoli proposti in 18 Comuni. I titoli proposti in programmazione, mirano alla promozione del repertorio drammaturgico classico d’ambito lombardo e offrono occasioni di riscoperta delle storie tradizionali, tra le più amate e apprezzate.