Dall’unione tra intento di valorizzazione sociale e territoriale e creatività artistica e culturale nascono progetti come “Tracce sul filo”, rassegna organizzata dall’associazione di promozione sociale Visioni Teatrali. La spinta che muove l’associazione è assolutamente chiara, come spiega Daniela Ferranti, una delle fondatrici dell’associazione (regista, drammaturga e attrice): “Visioni Teatrali opera nel campo della formazione artistica, in primo luogo nel linguaggio teatrale, cercando di creare uno ‘spazio pensato’ dove si possano incontrare e intrecciare i diversi modi di fare cultura ed educare alla bellezza dell’Arte, con uno sguardo rivolto a tutte le fasce d’età”.
L’associazione nasce a maggio 2018 a Gorle e in questo breve periodo di attività si è dimostrata una realtà dalle tante idee e dalle molteplici realizzazioni: dai corsi di formazione e seminari alle serate con bagni di gong, dai laboratori teatrali e di educazione alla teatralità nelle scuole alla produzione di spettacoli per bambini e adulti. Sulla scia di questa prolifica attività, nel 2019 l’associazione si è poi cimentata nell’organizzazione di una vera e propria rassegna, “Tracce sul filo”.
“La prima edizione ha visto una grande partecipazione di pubblico; dopo l’anno di arresto forzato abbiamo deciso, con grande entusiasmo, di proporre la seconda edizione, di cui siamo ormai a metà, e che include, tra le altre, alcune nuove produzioni della nostra associazione”, racconta Ferranti. “Vogliamo che sia anche un segnale per provare a ‘ricominciare’ con la proposta di attività culturali, proprio per cercare di ricostruire quel tessuto di relazioni attraverso l’incontro, reso così difficile da questo periodo”.
L’edizione 2021 di “Tracce sul filo” è partita a fine estate, con sei eventi programmati da agosto a marzo 2022, molti a ingresso gratuito, più compagnie coinvolte, nuove produzioni presentate. Una proposta articolata e complessa, resa possibile anche grazie alla collaborazione con il Comune di Gorle, la Provincia di Bergamo, Fondazione MIA, al sostegno delle Fondazione della Comunità Bergamasca e al patrocinio del Comune di Bergamo.
“In generale, come associazione, tendiamo a fare un’opera di promozione del territorio e di valorizzazione di lavori di pregio, oltre che proporre nostre sperimentazioni. Quest’anno abbiamo voluto provare ad allargare la proposta e fare qualcosa di più, con l’aiuto di chi ci ha sostenuto, che vogliamo ringraziare. È stato un anno davvero interessante e finora la risposta è stata estremamente positiva. È evidente che le persone hanno voglia di tornare a vivere un senso di partecipazione”, dichiara ancora Ferranti.
Da agosto ad oggi, quindi, in scena si sono susseguiti la compagnia Teatro d’Acqua Dolce, con lo spettacolo “Assenze”, e la compagnia Teatro Daccapo, con “Un sogno nel castello”, mentre a settembre l’associazione ha portato in scena una propria produzione, “Il diavolo in valle – Simone Pianetti tra storia e racconto”. Il 30 ottobre è stata la volta di uno dei progetti di punta della rassegna, “In-visibili luoghi”: produzione anch’essa di Visioni Teatrali, è un viaggio itinerante in alcuni luoghi di via Arena, in Città Alta. Gli attori-ciceroni guidavano gruppi di 15 persone in vari luoghi, in modo scaglionato, tra cui la Domus, che la famiglia Angelini ha gentilmente aperto per la visita, e la casa natale di Paolina Secco Suardo, aperta per l’occasione dalle suore delle Poverelle, proprietarie dell’immobile. Grazie a un attento lavoro drammaturgico, i partecipanti hanno scoperto curiosità su personaggi eminenti della storia bergamasca e sulla vita cittadina, avendo accesso a spazi solitamente chiusi o nascosti. I tre gruppi si riunivano poi al Museo donizettiano e proseguivano con una visita teatralizzata nella Sala Locatelli del museo, in un percorso nella vita di Donizetti.
“È stata una sorta di viaggio nella storia, dall’epoca romana passando per il Medioevo fino all’800, per dare vita in modo drammaturgico a luoghi che magari percorriamo o vediamo spesso ma che non conosciamo davvero, e che sono ricchissimi di storie, anche molto antiche”, spiega Ferranti. “La possiamo considerare un’esperienza ben riuscita: circa 50 artisti coinvolti, un’altissima partecipazione e una disponibilità meravigliosa da parte delle persone che hanno contribuito in vario modo all’organizzazione, senza cui niente sarebbe stato realizzabile. Infatti se ci riusciremo vorremmo riproporre il progetto, in futuro”.
Per chi non avesse avuto modo di prendere parte alla rassegna finora, o volesse continuare a seguirla, l’edizione 2021 di “Tracce sul filo” riserva ancora due spettacoli. Il primo, dal titolo “Lucia, dove sei?... Santa pazienza!” andrà in scena l’11 dicembre alle 16:00 al Cineteatro San Sisto di Colognola (ingresso 8 euro adulti, 4 euro bambini fino a 10 anni con prenotazione obbligatoria: tel. 3496681874 oppure mail: [email protected]). Un lavoro per famiglie dedicato alla santa più amata del nostro territorio. “È uno spettacolo in cui il teatro incontra la musica. Abbiamo voluto ripercorrere alcuni temi e spunti della nostra tradizione, riportandoli alla nostra epoca, immaginando tre anziane e buffe prozie di Lucia che si chiedono dove la loro nipotina sparisca la notte tra il 12 e il 13 dicembre… C’è molto divertimento, ma anche molta magia”.
A marzo, invece, appuntamento con il teatro di ricerca. Da una lunga esperienza laboratoriale della coreografa Nadia Pellegrini con un gruppo di donne è nato “Piazza Bolero”, un progetto di danza urbana, che andrà in scena sabato 26 marzo in due repliche, alle 16:00 e alle 18:00, in Piazza Fabrizio De André, all’ex centrale Daste e Spalenga (ingresso libero).
“Abbiamo pensato di scegliere una piazza come luogo rappresentativo in cui far insinuare la danza nella quotidianità della città e delle persone che la abitano”, commenta Ferranti. “Il lavoro ripercorre ‘Le città invisibili’ di Calvino sulla musica del Bolero di Ravel, giocando sulle prospettive molteplici che seguono il ritmo ossessivo della musica. Una parte importante dell’esperienza sarà, ovviamente, il pubblico: la piazza è una dimensione pubblica, e sarà interessante vedere in che modo i partecipanti, ma anche i passanti, reagiranno a queste sollecitazioni artistiche”. “Piazza Bolero”, non a caso, è lo spettacolo finale della seconda edizione di “Tracce sul filo”, un progetto che interseca arti e altre dimensioni, richiamando lo spirito collaborativo e partecipativo non solo della rassegna, ma anche di Visioni Teatrali.
“Il filo rosso della rassegna, per noi, è principalmente la voglia di proporre progetti di qualità, rivolti a tutti, e creare momenti di scambio e di relazione. Infatti ci spinge soprattutto l’interesse a collaborare con varie altre realtà del territorio. Come associazione di promozione sociale, vogliamo creare delle occasioni, sia per gli spettatori sia per gli artisti. Abbiamo avuto conferma da tante persone e realtà su questo progetto e nell’associazione c’è già un bel fermento per pensare al futuro, a una possibile terza edizione. Finora è stata una scommessa, speriamo di poter continuare”.