Vent’anni di teatro non sono pochi. Vent’anni di teatro che aiuti a «guardare le stelle», a cercare una risposta alle domande fondamentali dell’essere umano, con parole di verità profonda, dentro e oltre la fede, non sono pochi davvero. Il Festival «Teatro deSidera» quest’anno compie vent’anni, cioè venti edizioni, dal 2003 a oggi: per portare sul territorio bergamasco tantissimo teatro di qualità, drammatico, comico, sorprendente, e fare scoprire al pubblico la bellezza del territorio della provincia di Bergamo.
Quest’anno sarà un’edizione in grande stile, inizierà il 23 giugno da Malpaga, per concludersi il 24 settembre a Colzate. In mezzo una cinquantina di date, tra cui lo spin-off dedicato alla Città di Bergamo «La poesia della Città», quattro spettacoli a Dossena in occasione dell’apertura del ponte tibetano e della ristrutturazione delle miniere (una mini-rassegna denominata « Una miniera di Teatro »), e in aggiunta la rassegna per bambini « Sguardi all’insù ».
« Tutto il programma di quest’anno è composto da amici: giovani o antichi amici del Festival, a cui ho chiesto di partecipare – spiega Gabriele Allevi, uno dei tre direttori artistici di «deSidera» (gli altri due sono Luca Doninelli e Giacomo Poretti), nonché nome “storico” della rassegna – Il primo amico che voglio citare è Giacomo Poretti, che viene quasi a chiudere il festival con il rifacimento del suo primo spettacolo da solista. Ad aprire il festival Tindaro Granata, un nuovo amico, che leggerà alcune novelle boccaccesche. E poi un gradito ritorno: Lucilla Giagnoni e Antonella Ruggiero, che proporranno un lungo percorso sulla figura materna, tra musica e recitazione». Ma non è finita: «a Gorle ci sarà Debora Zuin, in una villa bellissima dove non siamo mai stati. E poi Laura Curino, Gioele Dix, che farà una cosa mai fatta in giro: una serata sul tema dell’età, con una riflessione su come l’età conti fino a un certo punto. Sono felice di portare a Santa Giulia, ma anche nelle miniere di Dossena, “Fontamara”, il capolavoro di Silone eseguito dal Teatro Stabile dell’Abruzzo. Sarà una lettura corale. Al Santuario della Madonna di Sombreno, dove c’è un gruppo ligneo della Pietà straordinario, Arianna Scommegna porterà “Mater Strangosciàs” di Testori. Ci sarà anche un concerto dedicato a Lucio Dalla, in due tappe in due ville meravigliose, e la musica sarà la protagonista anche in “Almost Blue” ( di cui trovate qui un approfondimento, ndr)».
Vent’anni di Festival sono anche vent’anni di soddisfazioni: «La più grande di questi venti anni, riassuntiva di tutte le numerose soddisfazioni – continua Allevi – è la gioia dell’incontro. In questi due decenni abbiamo avuto l’enorme fortuna di incontrare personalmente tanti artisti geniali, tante persone delle istituzioni sensibili ed entusiaste del loro compito per il bene comune, tanti compagni di viaggio nel lavoro oscuro e prezioso dell’organizzazione, tanti mecenati che hanno condiviso la missione del Festival “deSidera”: aiutarci ed aiutare ad alzare lo sguardo verso le stelle in cerca di un senso delle cose che c’è anche dentro i momenti più bui».
Cosa significa però questo «alzare lo sguardo verso le stelle»? Significa indagare il sacro, quel tanto che c’è di “separato” dalla nostra esperienza umana e che, volenti o no, la determina. E cosa significa allora fare teatro che in diversi modi sia sacro in un’epoca apparentemente de-sacralizzata? Alla domanda risponde Luca Doninelli: «Il nostro tempo non è de-sacralizzato. Al contrario. Il nostro tempo è caratterizzato dalla moltiplicazione dei riti e delle cerimonie, dalla vita quotidiana ai media. Viviamo in una delle epoche meno ironiche e dissacratorie della storia. La nostra è l’epoca degli “yes men!”. La libertà di pensiero è al lumicino e il coraggio intellettuale non gode di buona salute: bisogna stare nei ranghi, altro che dissacrazione. In America hanno messo al bando perfino la fiaba di Cenerentola perché il Principe la bacia senza il suo consenso. Perciò non si tratta di riproporre l’idea del sacro inteso come rituale, anzi: abbiamo bisogno di cose profane (per questo lo scorso anno titolammo “Cantata Profana” uno dei nostri spettacoli sperimentali). E di tanta ironia».
Perché del sacro si può ridere, anzi si deve: «Si può ridere del Sacro, io l’ho fatto con lo spettacolo “Fare un’anima” (in calendario quest’anno, ndr) cercando di indagare questo mistero, l’importante è non diventare offensivi», sottolinea Giacomo Poretti. Negli anni per deSidera l’idea di sacro si è evoluta, diventando più calibrata e lucida. Doninelli «val la pena ricordare sempre – e su questo si concentra l’impegno di “deSidera” – che la parola “sacro” fa riferimento all’esperienza di una presenza-Altra che non si riduce alla presenza di un potere da blandire, ma a qualcosa a cui non sappiamo dare un nome. Ci sono leggi non scritte, stampate nella carne e nel sangue, e il Teatro, fin dalle sue origini, ci parla di questo. Perciò non è esatto parlare di “teatro sacro”. Il Teatro è sempre sacro, e lo è specialmente quando affronta temi profani, e la dissacrazione può far parte di quest’opera. Possiamo dire, al massimo che esiste un “teatro sacro” ad uso sacro e un “teatro sacro” a uso profano. Shakespeare, Ibsen, Cechov, Oscar Wilde, Pirandello, Beckett, Bernhard, Testori sono autori sacri. Il Teatro è sacro per la forza di verità della parola, non per gli argomenti che tocca».
«Segno di questa verità – conclude Allevi – è la bellezza di cui siamo circondati: della natura, del patrimonio artistico ed architettonico bergamasco, dell’arte e del teatro in particolare. Occorre spalancare gli occhi, concedere tempo, fidarsi l’un l’altro e cominciare e ricostruire una comunità di cui non possiamo fare a meno». E allora non rimane che scorrere il programma di «deSidera» 2022, fecondo e imprevedibile (perché «l’ultima parola è dell’imprevisto che, come dice Montale, è l’unica salvezza», ricorda Allevi), caratterizzato da un sottotitolo, «Che darà l’uomo in cambio di sé stesso?», quanto mai incuneato nel nostro presente. Un programma che mantiene ovviamente la solita predisposizione verso luoghi di particolare bellezza della nostra provincia, magari in specifiche occasioni religiose o tradizionali.
Il programma
Come già anticipato, l’avvio di «deSidera» è il 23 giugno, alle 21.15, con « Boccaccesco », quattro novelle dal Decameron di Giovanni Boccaccio con Tindaro Granata, il soprano Lisa Barletta e con la partecipazione straordinari del Corpo Musicale della città di Treviglio diretto dal Maestro Antonio Miraglia (lo spettacolo verrà replicato il 24, sempre alle 21.15, al Centro Civico Culturale di Treviglio). Sabato 25 giugno ci sarà l’anteprima de «La poesia della città» con «La linea d’ombra», nuova produzione di «deSidera» dal romanzo di Joseph Conrad per la drammaturgia di Luca Doninelli con Ferruccio Filipazzi e Fabio Zulli (alle 21.15 al Polaresco di Bergamo).
«La poesia della città» proseguirà poi lunedì 4 luglio al castello di Valverde con « Poetry fot the planet. Un inno al pianeta in forma di poetry slam »: protagonista un collettivo di poeti e poetesse e la partecipazione di Lorenzo Maragoni, campione mondiale 2022 di Poetry Slam, a condurre la serata (ingresso 5 €); il 22 luglio sarà la volta di « Diario di Accattone » con Sandro Lombardi presso il Chiostro del Carmine (replica il 23 luglio a Caravaggio) e il 27 agosto spazio alla « Cantata profana » nel cortile del Palazzo della Provincia di Bergamo (ingresso ad entrambe gli eventi 5 €).
Difficile raccontare in questo articolo tutti gli appuntamenti previsti, tuttavia ve ne segnaliamo alcuni. A partire da « Mater spiritualis et corporalis » con Lucilla Giagnoni e Antonella Ruggiero, che inaugura ufficialmente il Festival e anche la stagione di «Lazzaretto Estate 2022» (ingresso 15 € più diritti di prevendita). Alla Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto, invece, ci sarà un doppio appuntamento: il 28 giugno con Pino Petruzzelli e il progetto site specific « La via dell’arte a Santa Giulia » e il 28 luglio con « Fontamara » (che arriverà il 29 luglio a Dossena).
Lucio Dalla verrà omaggiato nel parco di Villa Moretti a Brembate il 2 luglio con « Dalla…com’è profondo Lucio » con Carlo Pastori (fisarmonica piano e voce), Walter Muto (chitarra e voce) e Carlo Lazzaroni (violino), replica il 27 agosto in Villa Sottocasa a Pedrengo. A Gorle, Villa Zavaritt apre per la prima volta i cancelli del suo parco il 5 luglio per « Bonjour tristesse » con Debora Zuin.
Venerdì 8 luglio «Giuseppe & Angelo. Gli inventori della buona morte» al Santuario di S. Anna di Grignano, a Brembate, con Bano Ferrari e Carlo Rossi. Il 9 luglio, a Trescore Balneario, Laura Curino ripropone per il ventennale uno spettacolo nato proprio per un’edizione di «deSidera»: « Santa Barbera ». A Gandino sabato 16 luglio, Luciano Bertoli porta « La Scelta » sulla figura di Maria. Domenica 17 luglio Jacob Olesen e Giovanna Mori a Mapello tornano a «deSidera» con « Oibò sono morto », vincitore de «I Teatri del Sacro 2009».
Luglio si conclude mercoledì 20 con Gioele Dix che presenta l’inedito « Ai nostri tempi (biblici). La grande età nel Grande Libro », mentre venerdì 29 a Cologno al Serio Matteo Bonanni racconterà di « Lo spirito di Stella » (replica il 23 settembre a Pontirolo Nuovo).
Info
«Teatro deSidera» continuerà anche nei mesi di agosto e settembre. A questo link trovate il programma completo, con tutte le informazioni necessarie (qui invece il libretto di questa edizione).
Per avere un assaggio dello spirito con cui «deSidera» affronterà il suo ventennale basta lasciare la parola a Giacomo Poretti, non presente in conferenza stampa perché impegnato sul set di un film: «è un onore per me essere co-direttore artistico di questa manifestazione, che arriva alla maggiore età, perché a teatro si diventa maggiorenni a vent’anni “Più un mese”. Io sono affezionatissimo a “deSidera”, e lo sono anche perché ho scoperto luoghi della bergamasca straordinari, dove non sarei mai andato probabilmente. Vi posso solo dire grazie di esistere!».