«Un parco verde, pieno di alberi, con una roggia a mo’ di confine.
Un gruppo numeroso, persone grandi e piccole accomunate dall’amore per il teatro. Corpi e voci che giocano, si intrecciano, si cercano e si trovano.
Un testo vivo, pulsante, leggero e importante.
E sei giorni per metterlo in scena.
Questo, in poche parole, è Idi di Luglio. Una settimana di laboratorio, di coro, di contaminazione.
Di laboratorio: perché in un laboratorio si gioca, si sperimenta, si crea.
Di coro: perché nel coro ogni “io” incontra altri “io”, e senza perdere la propria identità nasce un “noi” ancora più forte.
Di contaminazione: perché mescolare sapientemente età, linguaggi e modalità di lavoro è una strada che porta alla Bellezza».
Pandemonium Teatro
«Idi di Luglio» è la settimana estiva teatrale di Pandemonium Teatro che inizierà lunedì 11 luglio e si concluderà sabato 16. In quei giorni, un gruppo di persone dai 10 ai 25 anni lavorerà al Parco di Loreto per mettere in scena un testo teatrale. Lo spettacolo è pensato come un momento di grande festa e di celebrazione, a cui sarà invitato tutto il quartiere (e non solo). Il laboratorio teatrale si svolgerà ogni giorno dalle dalle 9.30 alle 17, tutti insieme, grandi e piccoli, senza alcuna distinzione.
I partecipanti vivranno una settimana a stretto contatto, dalla mattina al tardo pomeriggio, sempre tutti in scena, con un obiettivo comune, così da un “gruppo improbabile” si creerà una piccola collettività. Il senso dello spettacolo finale al parco è quello di formare una piccola e nuova comunità teatrante che si racconterà a un’altra, quella di Loreto, il quartiere in cui il Pandemonium Teatro ha casa. Un incontro tra realtà che parte dal desiderio – e dal bisogno – di raccontare: un atto semplice, ma necessario, che da sempre caratterizza il lavoro sul territorio del Pandemonium Teatro. L’intensità del lavoro, la possibilità di intessere relazioni alla pari con persone molto diverse da sé, sono obiettivi artisticamente “alti” che garantiscono un’intensità emotiva difficile da raccontare a parole.
«E quando si arriverà alla fine, quando l’ultima battuta dello spettacolo sarà stata pronunciata, quando i corpi sudati e intontiti dall’emozione si chineranno per prendere gli applausi... Sarà un momento indimenticabile, che rimarrà impresso a lungo nella memoria di chi l’ha vissuto», garantisce Pandemonium Teatro. Abbiamo intervistato Flavio Panteghini, attore e conduttore del progetto di laboratorio residenziale.
CD: Come è nata l’idea di un laboratorio con bambini e adulti insieme?
FP: Questa esperienza nasce da un esperimento svolto nell’estate del 2019 in cui proponemmo una settimana di teatro in periodo estivo dedicata a persone dai 10 ai 25 anni. Ci sono state altre sperimentazioni simili in Italia dalle quali abbiamo preso ispirazione. L’idea era proprio quella di provare a vedere cosa sarebbe successo mettendo insieme persone appartenenti ad una fascia d’età molto ampia per fare teatro insieme, cercando di contrastare la gerarchia che può verificarsi quando si mescolano età diverse. C’è una sorta di “potere” che potrebbero esercitare persone più grandi nei confronti dei bambini. La nostra intenzione è sempre quella di mettere tutti allo stesso livello, ponendo in risalto le peculiarità di ogni individuo. Valorizzare le differenze non solo riguardo all’età anagrafica: quando metti insieme un gruppo di individui sono molteplici i fattori che determinano le singolarità.
CD: Quali riflessioni avete fatto a seguito di quell’esperienza?
FP: L’esperimento precedente andò molto bene, quell’anno lavorammo a partire dal romanzo «Momo» di Michael Ende. Si tratta di un romanzo che tocca temi intensi ed è stato molto bello affrontarli con tante personalità ed esperienze diverse tra loro. Al di là dello spettacolo in sé, fu il clima di collaborazione creatosi a rendere il lavoro interessante, gioioso e intenso emotivamente per tutti i partecipanti. L’obiettivo è creare relazioni significative tra persone unite da un obiettivo comune: uno spettacolo realizzato e messo in scena in pochi giorni.
CD: Parliamo della prossima edizione, ci saranno delle novità rispetto alla scorsa?
FP: Quest’anno replicheremo un’esperienza simile a quella del 2019, ma nel quartiere dove Pandemonium Teatro risiede da diversi anni. Questo perché desideriamo vengano uniti diversi aspetti a noi cari: la vocazione per la pedagogia teatrale e la connessione con il territorio. «Idi di Luglio» si svolgerà quindi al parco del quartiere di Loreto – in caso di pioggia ci sposteremo in teatro, ma speriamo non sia necessario – sia durante il laboratorio, che per lo spettacolo finale.
CD: Su quale testo lavorerete?
FP: Non posso fare “spoiler” perché ne risentirebbe la genuinità del percorso, ma confermo che si tratterà di un romanzo adatto a ragazzi e adulti. È fondamentale nella fase di ricerca trovare dei testi che siano fruibili a tutti e crediamo che la narrativa per ragazzi sappia andare in questa direzione.
CD: Dal tuo punto di vista, ovvero di chi conduce il lavoro, cosa lascia questa esperienza?
FP: Ho un’immagine in testa che conservo con affetto dalla scorsa edizione: eravamo al parco Montecchio di Alzano Lombardo, terzultimo giorno di prove, tanta stanchezza, ma anche euforia, ci concedemmo un’ora di pausa e i partecipanti si sedettero spontaneamente in cerchio per chiacchierare tra loro. Certo può sembrare normale, ma vedere una bambina di 10 anni chiacchierare tranquillamente con una persona di 26, sentendosi entrambe alla pari, fu emozionante. Non è che non esistano le differenze – una ragazzina è diversa da una giovane donna – ma tutto sta nello scoprire le possibilità che ci sono nella relazione con chi non è come noi e anche lo scambio tra età diverse è un esercizio. Siamo portati a credere che nel rapporto tra adulto e bambino sia solo il più piccolo ad arricchirsi, ma non è così, anche il più grande scopre qualcosa di sé.
CD: Oltre al gap generazionale, quali sono le caratteristiche del laboratorio?
FP: Ciò che è insolito rispetto ai laboratori teatrali, generici ma anche di Pandemonium Teatro, è l’obiettivo finale. I percorsi non hanno quasi mai un fine performativo, talvolta può subentrare nella parte avanzata del programma, ma si preferisce lasciare spazio al lavoro di gruppo, allo studio delle emozioni attraverso giochi teatrali e improvvisazioni. Nel caso di «Idi di Luglio» invece dal primo giorno viene dato un copione, un testo, cambiando completamente la struttura del lavoro. Di fatto si tratta di sei giorni di tempo per mettere in scena un progetto che è uno spettacolo a tutti gli effetti, della durata di più di un’ora e che coinvolge tutti i partecipanti al laboratorio.
CD: Un carico positivamente intenso, emotivamente e fisicamente.
FP: Sì, ma non sarò solo a condurre il lavoro, ci sarà con me Walter Maconi, oltre a possibili collaboratori esterni alla compagnia, questo perché i partecipanti verranno divisi in gruppi per lavorare sulle scene. Ogni gruppo lavorerà in maniera autonoma, ma alla fine, tutti guarderanno il lavoro di tutti. Una tappa di condivisione e confronto fondamentale che ci porterà direttamente al momento dello spettacolo, in cui tutti saranno in scena. Di fatto è un lavoro collettivo, pensato in coralità, un’unione di forze finalizzata alla creazione, e avere poco tempo è un elemento fondamentale del processo creativo.