Qualche anno fa, partecipai ad un convegno per “addetti ai lavori” dedicato al teatro. Tra i relatori, era presente una docente universitaria, visionaria figura di riferimento nell’ambito dell’organizzazione teatrale. Venne invitata ad esprimere un parere riguardo al futuro artistico del linguaggio teatrale e la sua risposta fu talmente provocatoria da spiazzare il pubblico presente, composto perlopiù da attori e registi di prosa. «Se volete organizzare un buon festival, concentratevi meno sulla parola. Il futuro del teatro è nel circo contemporaneo», disse.
L’intento non era quello di offuscare le altre categorie artistiche, bensì di puntare il focus su alcune peculiarità del circo che risultano più soddisfacenti alla richiesta attuale. La prima è senza dubbio la sua orizzontalità: il circo è un’arte in grado di veicolare messaggi attraverso poetica leggerezza. Non ha età ed è per questo un genere di spettacolo largamente inclusivo.
«Il gruppo organizzativo di Up To You, composto solo da giovani, ci teneva a portare al Lazzaretto uno spettacolo che avesse un linguaggio “altro”. Il circo contemporaneo non trova spesso ospitalità nelle programmazioni cittadine, anche perché servono condizioni tecniche precise. Il contesto ci è sembrato un’occasione adatta per questa proposta», spiega Francesca Albanese che, insieme a Silvia Baldini e Laura Valli, è direttrice artistica di «Qui e Ora Residenza teatrale», motrice del progetto «Up To You».
Facciamo un passo indietro: della differenza tra circo tradizionale e contemporaneo avevamo già chiacchierato in passato con due interpreti. Quando si pensa a questo modo di fare spettacolo, la mente va spesso alla prima, originaria, forma. Ma negli ultimi trent’anni è stato il circo moderno a farsi molta più strada. Invece che sugli animali e sulle compagnie famigliari, la versione contemporanea è incentrata sulle discipline acrobatiche e sulla musica dal vivo.
«Quando il comune di Bergamo ha proposto una data estiva di “Up to You” al Lazzaretto, abbiamo scelto tra la rosa di spettacoli che avevano partecipato al nostro bando quello che avesse un linguaggio performativo più coerente con le tematiche a noi care. Pur senza portare contenuti politici espliciti, questo spettacolo è in grado di ribadire una rivendicazione del femminile attraverso azioni concrete», dice Albanese.
Non è difficile cogliere quale sia il punto di forza di quest’arte. Il circo contemporaneo si basa sullo stupore, prediligendo il linguaggio del corpo e sonoro rispetto a quello della parola, elementi caratteristici di una levità consapevole che può essere pilota di tematiche importanti.
Come nel caso dello spettacolo in programma al Lazzaretto: «”INO” siamo noi – raccontano le interpreti femminili – con addosso vari strati di convenzioni sociali, un po’ come tutte. Strati che ci danno fastidio, che non ci lasciano libere di muoverci. Allora ci afferriamo per i vestiti, ci tiriamo, ci svestiamo. E ci rendiamo presto conto che sono più pesanti da portare addosso le pressioni sociali che il peso dei nostri corpi. Ci afferriamo, ci portiamo, ci supportiamo. Semplicemente perché è quello che ci piace fare, insieme».
Una premessa che spazza via ulteriori stereotipi, come quello che associa le battaglie contro la discriminazione a contesti accademici selettivi, o ad accese proteste. Le ragazze di Ino Kollektiv descrivono i diritti attraverso un preciso modo di comunicare: «Caro Pubblico, è importante che sappiate che vi vogliamo bene. Se vi pestiamo, vi facciamo la linguaccia, se vi rubiamo un vestito, ricordate: vi vogliamo bene. Ed è per questo che facciamo ciò che facciamo. Lo spettacolo lo facciamo noi, ma è “con” e “per” voi. Ecco perché veniamo a provocarvi, per sentirvi più vicino».
La Compagnia
«Siamo sette donne di sei nazionalità differenti, parliamo sei lingue diverse e ciascuna di noi apporta al gruppo l’universo personale che la caratterizza. L’unione di queste differenze crea una complessità che è preziosa», spiegano le interpreti e creatrici Alba Ramió i Güell, Chloé Lacire, Eva Luna Fraini, Lavinia Gilardoni, Noémie Olphand, Raphaëlle Rancher, Rebecca Vereijken.
La Cie L è una giovane compagnia francese con sede legale nella Regione Sud (Sud Provence-Alpes-Côte d’Azur) e supporta attualmente tre progetti artistici: «La Marelle», spettacolo di circo e letteratura, Hopscotch - Circus Company, duo di hula hoop e verticali e Ino Kollektiv.
Quest’ultimo è nato dalla volontà del gruppo di riunirsi attorno alla pratica del «mano a mano» – disciplina acrobatica che non prevede l’uso di attrezzi ma solo delle mani, appunto – divertendosi a scambiarsi i ruoli con la certezza di poter sempre contare sulla forza del collettivo. L’idea si è concretizzata circa quattro anni fa con l’obiettivo di creare il primo spettacolo.
A giugno 2019, il collettivo ha dato alla luce una prima versione di «Ino» in occasione del Festival CIRCADA di Sevilla, in Spagna. Il collettivo ha poi proseguito la tournée partecipando a festival in Francia, Italia, Spagna, Germania, Belgio e Costa d’Avorio.
«Up To You»
«Il palinsesto di “Up To You” quest’anno ha scelto di prendere posizioni forti verso tematiche interculturali, contro omofobia, portando uno sguardo sensibile sui diritti delle minoranze e verso situazioni di cui si parla ancora troppo poco, soprattutto nel mainstream», ribadisce Francesca Albanese, ricordando inoltre che la performance è accessibile a persone sorde e con disabilità uditive.
Il progetto, realizzato da «Qui e Ora Residenza Teatrale», è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, in collaborazione con Bergamo per i Giovani e Dominio Pubblico. Si tratta di un percorso di formazione rivolto a ragazze e ragazzi under 25, incentrato anche sulla creazione di un festival di teatro contemporaneo con direzione artistica partecipata e attiva nell’ambito delle arti performative (ne abbiamo parlato qua).
Così i giovani passano dall’essere semplici spettatori a produttori consapevoli di cultura, protagonisti di un progetto creativo da presentare a tutta la comunità. Obiettivo principale è la realizzazione di un percorso di formazione che alleni all’ascolto reciproco e stimoli il pensiero critico, il senso di responsabilità e la cura del bene comune. Il progetto punta a fare emergere nella collettività lo sguardo dei giovani, che è essenziale per avere una prospettiva diversa, una lente di ingrandimento capace di dare una visione del mondo più fresca e originale.
Per questa ragione, in occasione della data al Lazzaretto, è previsto un prezzo speciale per il giovane pubblico Under 25 (biglietti disponibili qui).