deSidera quest’anno compie 18 anni, siamo maggiorenni. Nata dall’idea di un sempre illuminato Benvenuto Cuminetti (di cui quest’anno cadono i 20 anni dalla scomparsa), la rassegna ha sempre vissuto in stretto contatto con il territorio di Bergamo e della sua provincia, di cui ha percepito e riflesso gli umori, le fatiche e anche le gioie.
La situazione in cui ci troviamo a lavorare in questi mesi è sorprendentemente faticosa: resta indelebile nella nostra mente l’immagine dei camion militari che portano i defunti covid lontano da Bergamo per la cremazione. Programmare una rassegna di teatro su un territorio flagellato da morti e ferito dalle difficoltà economiche non rende facile il nostro lavoro di progettazione e di organizzazione, per deSidera ma anche per qualsiasi altra iniziativa culturale. A questo si aggiunge l’incertezza assoluta a cui tutto il nostro settore fino a ieri è stato vincolato che non ci ha permesso di capire se quanto abbiamo pensato nell’autunno 2019 e nei primi mesi del 2020 possa trovare effettivamente uno sbocco realizzativo.
Ancora più complessa la situazione di molti attori e compagnie, nostri abituali e insostituibili compagni di lavoro, giovani e meno giovani, che sono in una condizione di grande fragilità economica. deSidera in più, oltre alle compagnie che coinvolge nel cartellone, riesce a dare lavoro, a nove persone che, a vario titolo e con diverse competenze, sono impegnate con noi per i mesi estivi. Vorremmo poter dire a tutti, compagnie e collaboratori, che noi ci siamo e che daremo una mano. Siamo certi, certissimi, che il nostro lavoro è, oggi ancor di più, necessario come “l’acqua per i pesci” (rubando le parole a quel genio del teatro che fu Paolo Grassi). E da qui vogliamo partire, dalla necessità. Luca Doninelli, nostro co-Direttore artistico, ha recentemente sottolineato commentando una bellissima poesia di Caproni “Senza la bellezza che passa non c’è più aria, non ci sono barche, non c’è più lavoro, non c’è più dignità. Che la bellezza renda più reale la realtà, più vero il vero (o lo renda finalmente vero) questo è il grande mistero della poesia”.
Livorno quando lei passava
D’aria e di barche odorava
Finalmente la realtà sa di realtà.
Il teatro dà corpo a una poesia di questo tipo, necessaria per vivere e per capire questo mondo in cui siamo immersi. Ora!
Il teatro è un luogo della mente e della città, che catalizza interessi, dialoghi, incontri. In cui la gente sente il bisogno di incontrarsi per ascoltare storie, musica, per partecipare di un rito che si realizza in luoghi di bellezza, quei luoghi del cuore dei bergamaschi in cui deSidera ama portare spettacoli e spettatori. Siamo certi che da qui si possa e si debba ripartire.
Per tutti questi motivi noi siamo pronti. Pronti a ripartire, pronti a dialogare con tutti i comuni che lo vorranno e trovare la soluzione migliore per garantire al pubblico tutta la sicurezza necessaria, pronti anche a ridurre deSidera a poche date, a concentrarle nel tempo, a trovare nuove location (magari meno suggestive ma più sicure), soprattutto pronti a tornare a incontrare il nostro pubblico, in sicurezza, e a poter dire ai nostri spettatori: tutto bene? e pronti ad ascoltare le loro risposte e a raccogliere le loro storie.
Incontrando telefonicamente in queste settimane amministratori, parroci e volontari abbiamo ascoltato tante storie di fatica e di dolore. Con nostra grande sorpresa abbiamo anche però trovato un forte desiderio di ricominciare, di ripartire non per dimenticare, ma per rilanciare puntando sulla vita, come in una partita a scacchi con la morte. Una partita che siamo sicuri di poter vincere e che non vediamo l’ora di poter tornare a giocare, guardando alle stelle.
Gabriele Allevi, Luca Doninelli e Chiara Bettinelli si occupano rispettivamente della direzione artistica i primi due) e dell’organizzazione generale di deSidera Teatro, rassegna teatrale estiva che da 18 anni valorizza le bellezze del nostro territorio attraverso lo spettacolo dal vivo, coinvolgendo compagnie teatrali e singoli artisti provenienti da tutta Italia.