È una domenica di un po’ di anni fa (a una signora non si chiede quanti!) e Maria Antonietta indossa una gonna di tulle con un bellissimo nastro rosa. Gliel’hanno confezionata i genitori, apposta per i giorni di festa. Luigino, invece, per andare a messa si mette il papillon – chissà mai che faccia colpo sulla ragazza che gli piace… E Mario Perico? Ha abbandonato le bretelle per mettere una cintura, e finalmente si sente grande.
Bruna Rinaldi, Assessore alla Cultura di Villa d’Almè, mi racconta dei nonni e delle nonne del paese come se fossero suoi parenti stretti. Non ha mai conosciuto né i nonni materni né quelli paterni, tantomeno i bisnonni, ma ha sempre creduto che il racconto di una persona anziana ci aiuti a modellare il nostro presente. E a guardare al futuro con fiducia.
Nel mese di maggio del 2022, ai bambini e ai ragazzi di Villa d’Almè viene consegnato un questionario. All’interno, una serie di domande molto semplici – «Qual era il tuo giocattolo preferito?», «Com’era la tua casa?», «Ricordi ancora il tuo primo amore?» – che i ragazzi hanno rivolto ai residenti del paese nati dal 1920 al 1970. «Avevo voglia di raccogliere tutte quelle testimonianze di nonni e bisnonni che sentivo che si andavano perdendo, complice il periodo del Covid appena trascorso – racconta Bruna – Insieme alla nostra bibliotecaria, Erika Marcassa, ho pensato di formulare questo questionario e raccogliere le risposte che ci sono arrivate in un libro».
Il libro
«Ieri, oggi, domani» è un libro che fa sorridere. Perché le risposte di tutti gli intervistati, raggruppate in base al loro decennio di nascita, sono schiette, spoglie di qualsivoglia ricamo, pure di quello che oggi forse chiameremmo «politicamente corretto». «Ho conosciuto mio marito fuori casa mia, si è fermato con la moto, mi ha guardato e poi mi ha chiesto di andare a mangiare un gelato», prima rivelazione. «Di mio marito, mi piaceva che era bello, un marinaio in divisa», seconda.
Ci sono i personaggi per cui i nonni e i bisnonni di Villa d’Almè confessano di nutrire grande ammirazione: da Papa Giovanni XXIII, «perché era bergamasco ed è stato proclamato Santo» e gli eroi del Risorgimento, «perché hanno dato la vita per creare l’Italia» a Raffaella Carrà e Mike Bongiorno. E poi la domanda – difficile – sulla differenza tra crescere allora e crescere adesso. «È meglio crescere adesso perché è tutto più comodo e si fanno meno sacrifici» ci dicono i nati tra il 1920 e il 1930. «Allora eravamo semplici, sinceri e senza problemi, mentre adesso la vita è più complicata» ribattono i nati nel dopoguerra.
Lo spettacolo
Mentre «Ieri, oggi, domani» viene diffuso tra i cittadini di Villa d’Almè e spedito persino al Presidente Mattarella, si fa strada tra i promotori del progetto l’idea di trasformare il libro in una drammaturgia. Erika Marcassa, la bibliotecaria, comincia a sondare l’interesse tra i frequentatori della biblioteca. «Abbiamo trovato una serie di nonni interessati, oltre ad alcuni adolescenti e affidato la regia all’educatrice teatrale Swewa Schneider – racconta Bruna Rinaldi – In prima battuta, anche Debora Lazzarini della Cooperativa Aeper ha contribuito alla realizzazione della performance».
Del successo dello spettacolo – andato in scena per la prima volta il 10 dicembre 2022 e ora di ritorno in Sala Consiliare domenica 5 marzo alle 16 (ingresso gratuito) – Bruna Rinaldi parla poco. Preferisce soffermarsi sulle prove («non me ne sono persa una!») che hanno visto Patrizia Arrigoni, Gaetano Balicco, Giuseppe Donghi, Maurizia Donghi, Carmen Pozzi, Luigino Rota, Piera Rota e Maria Antonietta Torrisi trasformarsi in veri e propri attori. «Il copione è ben strutturato, ma mentre siamo alle prove c’è sempre qualcuno che aggiunge qualcosa di nuovo, un ricordo, una fiaba, un’immagine – racconta l’Assessore – C’era questo fiume Gaggio, ad esempio, dove all’epoca i ragazzi giocavano e bevevano anche l’acqua. C’era un rito prima di bere, una filastrocca che tutti raccontavano… Alla fine l’abbiamo inserita nello spettacolo e tutti faranno il gesto di bere».
Agli attori anziani si sono affiancati anche alcuni adolescenti, che sul palco si trovano a chiedere ai nonni come festeggiassero il compleanno, dove fossero andati in viaggio di nozze, quale fosse il loro piatto preferito. Compito dei più giovani, racconta Bruna, è stato anche quello di realizzare una colonna sonora di tutti i suoni del paese di Villa d’Almè, compreso anche il rumore delle macchine del linificio del paese. «E poi, ci sono le favole: c’è un momento dello spettacolo in cui viene raccontata una favola che parla del diavolo. Sarà tutto buio e gli adolescenti illumineranno il palco con le torce dei cellulari. Si sente il rumore delle catene, che nella favola annunciano il diavolo: è veramente suggestivo».
Il coro
Quando si sale sul palco di un teatro, di solito, si indossa una maschera. Si diventa qualcun altro, qualcos’altro, si accede a uno spazio diverso, lo spazio della rappresentazione. Mentre Bruna Rinaldi racconta commossa quello che è stato il progetto «Ieri, oggi, domani», l’impressione che ne ho è che quella maschera in realtà, col teatro sia caduta.
«I protagonisti dello spettacolo si sono conosciuti, hanno fatto gruppo, nonni e nipoti si sono ritrovati e riscoperti». Carmen Pozzi, poetessa del gruppo, ha persino scritto qualche verso, ispirato alla bellezza del ritrovarsi insieme, durante le prove e sul palco. «Sono al tavolo e scrivo per un gruppo che racconta il suo passato, non so quasi nulla di loro ma mi commuove lo stare insieme. È la magia del teatro, è la nostalgia del gioco. Mi aggiusto gli occhiali e vedo i loro volti belli, coronati da capelli color d’argento. Ho toccato le mani e il cuore di ognuno di loro, ho sentito calore, ho sentito il tempo rifiorire, ho sentito profumo di viole».
Mentre l’Assessore legge i versi di Carmen al telefono mi sembra quasi di vederlo, quel coro di nonni e bisnonni. Sarà che un po’ ci rivedo mia nonna, che sarebbe stata un’ottima attrice. Sarà che penso a quante storie che potremmo raccontare se solo affidassimo il microfono a tutti quegli anziani che popolano la nostra città, le case di riposo, le nostre case.
«Domenica regaleremo una pergamena a tutti i partecipanti al progetto, come ringraziamento per la dedizione e la costante presenza nella realizzazione del lavoro teatrale – conclude Bruna Rinaldi – A tutti gli spettatori, inoltre, verrà regalato il libro a cui si ispira la performance».
E poi? Qualcuno degli attori scalpita già. Si chiede cosa farà dopo lo spettacolo, che in questi giorni sta facendo tappa tra le classi della scuola primaria del paese. «Erika Marcassa mi diceva che c’è già molta gente che vorrebbe aderire al prossimo progetto che abbiamo in mente, ci sono richieste sia da parte di giovani che di anziani». Nome e contenuto della prossima iniziativa sono ancora top secret. Nel frattempo, l’invito è per domenica 5 marzo alle 16 in Sala Consiliare. Con i nonni-attori di Villa D’Almè.