Per il secondo anno lo spettacolo di punta del festival “Shakespeare is now” curato da Teatro Ex-Drogheria sarà allestito sul grande palco di Lazzaretto Estate 2021. Prodotto da Fondazione Teatro della Toscana e presentato per la prima volta a Bergamo, ha debuttato nel 2015 e da allora ha proseguito con tournée in Italia e in Europa.
Sarà, dicono i diretti interessati, una delle ultime repliche, che lascerà poi spazio alle più recenti produzioni della compagnia mantovana: “Abbiamo raggiunto le centocinquanta date, è un lavoro che è stato molto amato in tutta Italia, e che riprendiamo sempre volentieri quando ci chiedono uno spettacolo un po’ più leggero rispetto agli ultimi, più complessi anche dal punto di vista dell’allestimento. Insomma uno spettacolo che facciamo ancora con estrema gioia”, racconta il suo autore e regista, il drammaturgo Gabriele Di Luca.
L’ambientazione è un bar abitato da personaggi strani: “Questo bar, oltre che un luogo concreto, è anche un luogo simbolico: una sorta di limbo, di purgatorio, un luogo di passaggio dal quale entrano ed escono storie”, spiega Gabriele. A tutti sarà capitato di sedersi ad un tavolino e perdersi osservando le persone attorno, dalla città metropolitana al più piccolo paesino di provincia: il bar è luogo trasversale, trait d’union tra vincitori e vinti, ma anche sede di dibattito o di analisi sociologica. Al bar ci vanno tutti. In qualche mondo si potrebbe descrivere come il luogo più autentico in cui si manifesta la società, quasi allegorico. Secondo Di Luca: “è un habitat perché è un posto particolare. È un interno, certamente, ma è anche un esterno, dal bar entrano ed escono continuamente storie. È contenitore di segreti, di pettegolezzi, di fatti realmente accaduti, di leggende metropolitane”.
Gli attori in scena Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi, (con la voce fuori campo di Alessandro Haber): sono stati diretti da Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti. Sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. “La sfida di ‘Animali da bar’ è ancora una volta scegliere di parlare degli ultimi, dei dimenticati, i perdenti, quelli che non ce la fanno, questo direi che è un tratto che contraddistingue da sempre la mia poetica di autore”, racconta Di Luca.
Sei personaggi portatori di altrettanti disagi, non così lontani dalla realtà, che sembrano essere l’incarnazione dei cliché quotidiani. Più precisamente cinque personaggi più uno, che non appare mai, perché vive al piano di sopra. Sono illusi e perdenti, ma ancora lottatori: “sono tutti animati da quella febbre verso la vita che ti spinge a lottare per realizzare i desideri, ma al tempo stesso sono degli emarginati, dei dimenticati dal mondo”. Anche la scenografia trasmette una sensazione di fallimento immobile, senza via di scampo, Gabriele ne spiega le scelte: “il bancone frantumato, ricorda quasi una nave incagliata in un fondale, generando un senso di attesa permanente in questo limbo dell’occidente bloccato; perché è importante ricordare che questo bar è anche il grande stomaco della rielaborazione di un occidente perduto”.
Tutto è merce, da commerciare o mercanteggiare, così anche la vita e la morte fanno il loro gioco, adeguandosi alle dinamiche del mercato. L’alcol diventa culla delle angosce e la notte un grande zoo in cui gli ultimi cercano di dipanare la matassa dell’esistenza. Gabriele Di Luca, ci svela l’acme, la sua frase culmine: “un personaggio sta parlando di un altro e dice: ‘sciacallo uscì di casa verso mezzanotte per cercare una carezza dimenticata per sbaglio in qualche angolo dell’universo’; ecco, questa carezza dimenticata racconta molto bene la tensione dei personaggi dentro al bar”.
Ma chi sono questi “animali”? Quali sono le loro storie? Una donna ucraina dal passato difficile che sta affittando il proprio utero ad una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, a casa subisce violenze domestiche dalla moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla grande guerra. Di Luca ne racconta la genesi: “Sono personaggi molto caratterizzati soprattutto perché nel mio modo di scrivere c’è questo processo di strutturazione al contrario, quindi destrutturazione. I personaggi partono sempre molto colorati, quasi esasperati nelle loro volontà perché nei loro vizi, nei loro modi eccentrici talvolta, ma per un meccanismo di sottrazione man mano che si va avanti con lo spettacolo gli vengono tolte queste caratteristiche”.
Spogliati dei loro costumi, delle maschere, il netto dell’opera arriva immediato al pubblico, dice Di Luca: “I personaggi sono esseri umani con dei nuclei fondanti molto vicini a noi, nei loro desideri di amore, riconciliazioni tra madri e figli, genitori, cuori infranti. Per un processo appunto di sottrazione, quello che resta alla fine sono soggetti realistici e quello che hanno in comune tra loro è di essere dimenticati dal mondo, di essere degli esclusi dalla sfera del successo e del benessere. Dei veri lottatori che per mancanza di mezzi o di volontà, o per scelte sbagliate, si sono ritrovati ad essere tutto ciò che la società non vuole vedere”.
Personaggi definiti simili a quelle erbacce infestanti e velenose che crescono imperterrite, senza che si riesca mai ad estirparle. Ma la riflessione si sviluppa sul contesto “se appoggiati al bancone troviamo gli ultimi brandelli di un occidente rabbioso e vendicativo, fatto di frustrazioni, retorica, falsa morale, psicofarmaci e decadenza, oltre la porta c’è il prepotente arrivo di un ‘oriente’ portatore di saggezze e valori ormai svuotati e consumati del loro senso originario e commercializzati come qualunque altra cosa”.
È possibile acquistare i biglietti in prevendita sul sito DICE di Lazzaretto Estate. Alla fine dello spettacolo ci sarà inoltre la premiazione del concorso di drammaturgia contemporanea “Shakespeare Is Now!” che quest’anno ha visto in gara più di cento testi teatrali inediti e che vedrà aggiudicarsi al primo classificato un premio in denaro di 500 euro.