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Festival Danza Estate: movimenti di libertà e bellezza per «scoprire» i «Paesaggi Invisibili»

Articolo. Dal 16 giugno al 1 luglio, in diversi luoghi di Bergamo, torna la kermesse dedicata alla danza che ogni anno ospita grandi nomi, debutti, anteprime e coproduzioni. Fra gli altri: compagnia Abbondanza/Bertoni, Ofir Yudilevitch, Aakash Odedra Company, Aina Alegre, Alessandro Sciarroni, Camilla Monga ed Emanuele Maniscalco

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Don’t be afraid of turning the page di Alessandro Sciarroni (© Alessandro Sciarroni)

Una delle belle qualità di Festival Danza Estate – oltre ovviamente a proporre ogni anno un calendario di spettacoli con nomi di alto livello ed emergenti assai interessanti – è quella di suggerire ad ogni edizione uno spunto di riflessione, che va a titolare l’intera manifestazione e racchiude un significato oltre ogni singolo spettacolo. Per la 34^ edizione, dal 16 giugno al 1 luglio, il titolo scelto è «Paesaggi Invisibili». Un sigillo che lancia al pubblico un’idea, una visione, da concretizzare partecipando al Festival. Con 17 nomi di artisti e compagnie nazionali e internazionali (di cui 5 prime nazionali e 2 coproduzioni FDE) e diversi progetti speciali ed eventi collaterali di avvicinamento e coinvolgimento del pubblico.

«Paesaggi Invisibili»

Flavia Vecchiarelli, che di FDE è la Direttrice artistica ormai da qualche anno, lo spiega così: «In questa 34^ edizione di FDE Festival Danza Estate invitiamo i nostri spettatori e le nostre spettatrici a un training speciale: allenare lo sguardo a scoprire ciò che resta nascosto, i Paesaggi invisibili. I paesaggi che vogliamo raccontare sono gli spazi che accolgono le comunità, territori da scoprire, ma a volte anche luoghi insidiosi che affrontano e propongono sfide, che racchiudono segreti e immaginari nei quali convivono i corpi, i gesti e le transizioni della danza. Sono paesaggi che vogliamo condividere con il nostro pubblico sensibilizzandolo al processo creativo e invitandolo a farne parte, che mettono al centro il ruolo della danza e dello spettacolo dal vivo come strumenti di arricchimento individuale e di rafforzamento del senso di comunità. La ricerca delle proposte più interessanti della danza italiana, con qualche esplorazione fuori confine, è affiancata a partire da quest’anno da un maggiore sforzo nel proporre un festival che risponda alle necessità e ai temi attuali, come l’accessibilità e la sostenibilità ambientale. Un festival che non smette di indagare il suo ruolo sul territorio locale e nazionale e che esplora in diversi modi il rapporto con la contemporaneità».

Una spiegazione chiara, che però secondo chi scrive lascia un quid di volontariamente inespresso, affidandolo al pubblico, senza il quale non esiste spettacolo (di danza o di altro) e, com’è ovvio, nemmeno qualsiasi tipo di accadimento che possa essere definito umano. Insomma, cosa è un «paesaggio invisibile» Vecchiarelli lo spiega bene, ma perché un «paesaggio» è «invisibile» o diventa «invisibile» è ciò che rimane non detto, o meglio solo accennato fra le righe qui sopra. Si possono dare tante risposte a una domanda così, ne propongo una che mi sembra abbia a che fare col nostro essere umani nel mondo: un «paesaggio» è «invisibile» quando esiste (perché «invisibilità» non significa «inesistenza») ma non è «abitato» da dei corpi, i nostri, con i quali agiamo in esso. Dunque una scuola, terminato l’anno di studi, diventa un «paesaggio invisibile», una piazza vuota (quante bellissime piazze svuotate dalla mancanza di un senso di comunità abbiamo nel nostro Paese?) anche. E tutti i luoghi della cultura, durante il lockdown dovuto alla pandemia, si sono trasformati in «paesaggi invisibili» – alcuni poi lo sono rimasti, e sono spariti del tutto, ma questa è un’altra (brutta) storia che in molti ormai conoscono bene.

Quindi un «paesaggio invisibile» non è più tale quando lo «abitiamo». Come persone, come cittadini, come pubblico, come artisti. Ognuno con il proprio corpo, codificato nei gesti abitudinari di una vita quotidiana di lavoro o di studio. E allora cosa c’è di meglio della danza per «abitare» questi luoghi? La danza che non solo «abita» gli spazi (gli artisti, il pubblico) ma attraverso la performance propone al pubblico dei modi liberi, vividi e fecondi di significato per decodificare il proprio corpo, farlo uscire dal palinsesto quotidiano delle nostre azioni ripetute (e quando realmente gravide di significato e non di inerzia?): ad esempio liberare le nostre schiene leggermente ingobbite da troppe ore davanti al computer, le nostre articolazioni disordinate dai gesti seriali in una fabbrica, i saluti non più convenzionali ma didascalici etc. In altre parole, che potrebbero sembrare retoriche e scontate ma non lo sono: la danza è movimento in libertà. La danza di Festival Danza Estate è movimento in libertà e bellezza. Dove «scoprire» i «Paesaggi Invisibili».

Il Programma

Per capirlo basta dare uno sguardo al programma. Dopo l’anteprima dello scorso 7 maggio al Teatro Sociale con «Monjour», nuovo spettacolo di un nome fondamentale in questo ambito come Silvia Gribaudi, FDE inizia il 16 giugno con un quartetto di spettacoli in quattro giorni consecutivi (ad ogni link la scheda con tutte le informazioni sullo spettacolo nell’Agenda di Eppen): «Erectus – Pithecanthropus» della compagnia Abbondanza/Bertoni; «Genoma Scenico» di Nicola Galli; «Alcune coreografie» di Jacopo Jenna; e «Playground» (performance in prima nazionale) che mostrerà al pubblico il lavoro svolto dalla compagnia Opera Bianco nell’ambito del progetto «Paesaggio#1: Playground Bergamo», che coinvolgerà bambini e anziani nella creazione della performance.

Lunedì pausa e martedì via alla sezione «Germogli: spazio alla creatività emergente», al Chiostro del Carmine con i lavori di quattro artisti under 35 scelti dalla direzione artistica e da una giuria di spettatori di FDE tramite il bando «This Must be The Space»: «Domino» di Tommaso Serratore; «Gli amanti» di Adriano Bolognino; «Primo movimento» di Michela Priuli; e «Never stop scrolling baby» del Collettivo Vitamina.

Venerdì 24 FDE continua con «Gravitas» di Ofir Yudilevitch e la proiezione del film «Si c’etait de l’amour (If it were love)» di Patric Chiha, mentre domenica 25 sarà la volta della sezione «Kids» con «Little Murmur» , coreografia della Aakash Odedra Company dedicata a bambini e ragazzi a partire dai 7 anni. La domenica si chiuderà con «IMA» , nuova creazione coreografica di Sofia Nappi. Martedì 28 giugno Aina Alegre sbarca per la prima volta in Italia con «Fandango et autres cadences» , a seguire il Leone d’Oro alla carriera per la Danza 2019 Alessandro Sciarroni proporrà «Don’t be afraid of turning the page» . Qui e Ora Residenza Teatrale e il giovane danzatore Lorenzo De Simone saranno in scena mercoledì 29 giugno con «Vertigine della lista» ; il giorno dopo, giovedì 30 giugno, il duo Ginevra Panzetti/Enrico Ticconi saranno i protagonisti di «Ara! Ara!» .

La chiusura di FDE è affidata a un debutto, «Conversazioni sull’attimo» di Camilla Monga e del jazzista Emanuele Maniscalco, uno spettacolo con musica dal vivo. Il progetto è sostenuto da Bando Abitante (Cango Virgilio Sieni) e coprodotto da Festival Danza Estate e Armunia: Monga nella realizzazione ha collaborato con l’artista Meris Angioletti durante la residenza artistica «TAD RESIDENCY» del 2021.

Progetti collaterali

Abbiamo già citato il progetto «Paesaggio#1: Playground Bergamo» , ma ad FDE 2022 torna anche «TAD Residency» , grazie alla collaborazione con Teatro Tascabile di Bergamo e Contemporary Locus. Si tratta di un progetto di residenza che dal 2017 coinvolge in una forma di convivenza per una settimana al Monastero del Carmine artisti di danza, teatro e arti visive. Nella serata del 1 luglio verranno annunciati gli artisti di «TAD 2022», che si svolgerà dal 2 al 9 luglio 2022.

In programma vi saranno anche progetti per la comunità come «Creature – Laboratorio Over60» e «Collezione Dance Well» a cura di Immaginare Orlando e Accademia Carrara, in collaborazione con Festival Danza Estate e il sostegno di Fondazione della Comunità Bergamasca; e «Blooom» in collaborazione con Tantemani-Patronato San Vincenzo, oltre a diverse iniziative dedicate a inclusione, abbattimento delle disuguaglianze e sostenibilità ambientale (trovate tutto, biglietti e info compresi, sul sito del Festival, link qui sotto).

Organizzato da 23/C ART con il sostegno di MiC Ministero della Cultura, del Comune di Bergamo e con il contributo di Fondazione ASM, Festival Danza Estate 2022 si presenta sempre di più come un organismo pensante e performativo, che mescola arte, visioni del mondo e uno stretto contatto con la contemporaneità. Ora non resta altro che lasciare al pubblico la possibilità di svelare i «Paesaggi Invisibili» del nostro tempo.

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