Una maschera può avere infinite forme e sembianze, può essere espressione di diverse emozioni: paurosa, allegra, malinconica; ma una sola caratteristica hanno in comune tutte le maschere del mondo: la staticità. Quello che caratterizza la maschera è infatti l’impossibilità di cambiare espressione, ma non sono sicura che questo valga per le creazioni della compagnia tedesca di cui vi parlo. Inizio subito con il dichiarare che Familie Flöz è indimenticabile. Non lo dico solo per la sua rinomata capacità di mescolare maschere, danza, clownerie, acrobazia e drammaturgia, che già basterebbero a far vivere un’esperienza teatrale piuttosto rara di questi tempi; ciò che rende la compagnia una “perla” è la poetica con cui la commistione avviene.
Un crogiolo contemporaneo di antiche arti popolari magistralmente maneggiate, che non hanno bisogno di parola per comunicare e che esaltano le emozioni attraverso l’uso delle grandi maschere emotivamente mutevoli. Familie Flöz è capace di creare incanto facendo ridere di gusto con malinconia, tenerezza e profondità.
Lo spettacolo «Teatro Delusio», in scena domani 21 dicembre al Teatro Donizetti, è uno sguardo sul mondo che riproduce. Creato da Paco González, Björn Leese, Hajo Schüler e Michael Vogel, e sul palcoscenico Sebastian Kautz, Daniel Matheus e Dana Schmidt, lo spettacolo è puro metateatro, ovvero una rappresentazione del teatro nel teatro. Attraverso maschere dal potere inquietante, trasformazioni fulminee e una poesia tipicamente “Flöz”, la compagnia conduce il pubblico in un universo ricco di misteriosa comicità. Con l’ausilio di costumi raffinati, luci e suoni ben concepiti, i tre attori daranno vita a ventinove personaggi.
«Teatro Delusio» si svolge sul palco e dietro le quinte, mescolando generi teatrali che vanno dall’opulenta opera a duelli di spada selvaggi, da intrighi freddamente lucidi a scene d’amore appassionate. I tecnici di scena, Bob, Bernd e Ivan, rappresentano figure instancabili che lottano per realizzare i propri sogni dietro le quinte, separati dal mondo scintillante del palcoscenico solo dal sipario. Le loro vite all’ombra della ribalta si intrecciano in modi unici con il mondo luminoso dell’apparenza, portando alla ribalta storie di felicità, riconoscimento e il controllo sul teatro.
Non decisamente una compagnia emergente, Familie Flöz, già acclamati a Bergamo nel 2010 per lo spettacolo «Hotel Paradiso», sono apprezzati dal pubblico di tutte le età e hanno conquistato la critica internazionale. Con un linguaggio fisico e maschere originali, la compagnia si lega alla migliore tradizione della clownerie e del mimo. Fondata sulla terra fertile della «Folkwang-Hochschule» di Essen, l’unico istituto di formazione statale per il teatro di espressione corporea in Germania, Familie Flöz ha tracciato una straordinaria storia di successi internazionali nel mondo del teatro di figura.
L’avventura inizia nel 1994 con la prima rappresentazione dell’opera teatrale «Über Tage», seguita l’anno successivo dalla versione ridotta «Flöz & söhne». Nel 1996, presso la miniera dismessa «Hannover» a Bochum, Familie Flöz presenta la pièce «Familie flöz kommt über Tage», un omaggio alla cultura del lavoro e dell’industria mineraria della regione della Ruhr. Questa opera, accolta con entusiasmo da stampa e pubblico, ispirerà il nome del gruppo, con «Flöz» che fa riferimento a uno strato geologico contenente preziose materie prime. Il percorso di Familie Flöz prosegue nel 1998 con il secondo spettacolo, «Ristorante immortale». Nel 2001, durante il debutto al festival «Fringe» di Edimburgo, il gruppo assume ufficialmente il nome di «Flöz Production», successivamente trasformato nell’attuale Familie Flöz.
La pièce «Teatro Delusio», presentata per la prima volta nel 2004 all’Arena di Berlino, riscuote un grande successo internazionale, seguita nel 2006 da due nuove produzioni: «Infinita» e «Hotel Paradiso». La compagnia continua a ampliare il suo repertorio con opere come «Garage d’Or» nel 2010 e «Haydi!» nel 2014. La compagnia ha portato le sue opere teatrali in tournée in trentaquattro paesi diversi, consolidando la sua fama internazionale. Nel 2013, Familie Flöz inaugura lo «Studio Flöz» a Berlino, un nuovo luogo dedicato alla produzione e creazione di teatro fisico, evidenziando il loro impegno continuo verso l’innovazione e la magia teatrale.
Il gruppo si distingue per un approccio unico al teatro, fondato sull’uso dei mezzi che precedono il linguaggio parlato. Considera il corpo come il primo veicolo di espressione: ogni conflitto si manifesta innanzitutto nel linguaggio corporeo. Questa filosofia è alla base di ogni situazione drammatica nelle loro produzioni. La peculiarità di Familie Flöz risiede nel fatto che tutte le loro pièce teatrali derivano da un processo creativo-collettivo, coinvolgendo tutti gli interpreti anche come autori di figure e situazioni. Durante svariate improvvisazioni, il gruppo identifica un tema, raccoglie materiale drammatico e lo discute approfonditamente prima di tradurlo nell’esperienza scenica attraverso l’uso delle maschere.
Riguardo al processo creativo la compagnia dichiara: «Analogamente a un testo teatrale, una maschera non è solo una forma, ma trasporta con sé anche un contenuto. Il processo di sviluppo di una maschera è cruciale per il risultato finale e coinvolge sperimentazioni in scena, culminando nella simbiosi tra attore e maschera. Il paradosso, che nasconde un viso animato dietro una forma statica, diventa una sfida significativa per gli attori e offre allo spettatore la possibilità di diventarne, in una certa misura, anche il creatore attraverso l’immaginazione. La maschera, oltre a creare figure viventi sul palco, prende vita anche nell’immaginazione dello spettatore. La capacità di celare un volto animato dietro una forma fissa rappresenta una sfida intrigante per gli attori e, allo stesso tempo, coinvolge attivamente il pubblico, che diventa, in parte, il co-creatore di questa forma d’arte».
La recettività nei confronti delle reazioni degli spettatori è un altro aspetto distintivo di Familie Flöz. Con uno sguardo critico costantemente rivolto al proprio lavoro, le produzioni del gruppo vengono spesso modificate nel corso del tempo. Questo processo dinamico consente alle loro opere di evolversi, raggiungendo la massima pienezza e intensità nel corso delle rappresentazioni, confermando la dedizione della compagnia alla perfezione artistica e all’interazione con il pubblico.