«S e il Teatro non ci fosse stato, lo avrei inventato io per sopravvivere». Le parole dell’attore e del regista teatrale Mario Scaccia, scomparso a Roma nel gennaio 2011, ci permettono di capire la forza e l’essenza del teatro, un’arte che abbatte la distanza tra spettatori e interpreti e che è capace di portare sul palco molteplici verità del nostro tempo. In tempi difficili per il mondo della cultura, sostenere il teatro significa investire nella crescita della comunità e dell’individuo. La riapertura del Teatro Verdi di Bonate Sopra e il conseguente lancio di una stagione teatrale di grande respiro e qualità – promossa dal Comune di Bonate Sopra e dal Centro di Produzione Teatrale Gli Incamminati e in collaborazione con deSidera e UTIM – è quindi una notizia che ha riempito di felicità tutti gli appassionati di teatro, ma non solo.
«Con questa riapertura, da un lato – spiega il sindaco di Bonate Sopra Matteo Rossi – vogliamo la vitalità del nostro paese, dove tanti giovani e molte nuove famiglie ci hanno chiesto di aumentare le occasioni di aggregazione. Dall’altro vorremmo che questo teatro diventasse un laboratorio culturale per un territorio ampio, quello dell’Isola bergamasca, che può fare della cultura uno strumento per attrarre energie, risorse e competenze. Infine, il taglio dell’impegno civile che caratterizzerà molte proposte, è il segno della volontà di contribuire ad una maggior consapevolezza e partecipazione della cittadinanza, presupposto fondamentale per ogni democrazia. Con la cultura si cresce, si mangia, e si rende più bello il nostro territorio per tutte e tutti».
La rassegna si aprirà ufficialmente giovedì 30 gennaio alle 21 con «Wannsee» di Ronzinante Teatro (ingresso gratuito con prenotazione consigliata). In occasione del Giorno della Memoria, lo spettacolo parte da una data e da un episodio ben preciso: Berlino, martedì 20 gennaio 1942, mezzogiorno. Nel salone di una grande villa affacciata sul Wannsee sta per avere inizio una riunione in cui parteciperanno Ufficiali SS e funzionari di alto livello di alcuni Ministeri, della Cancelleria del Reich e della Cancelleria del Partito Nazional-Socialista. L’incontro non durerà neppure due ore e saranno illustrate «le misure organizzative, tecniche e materiali per una soluzione definitiva del problema ebraico in Europa». Un momento di riflessione profondo che commuoverà tutti i presenti.
Sabato 8 febbraio alle 21, in occasione invece del Giorno del Ricordo, andrà in scena «Urla dalle Foibe. Quante pagine di storia ancora ignoriamo?» di Pandemonium Teatro (ingresso gratuito con prenotazione consigliata. La lettura permetterà di dare voce ai sopravvissuti e ai figli degli scomparsi, con testimonianze tratte dal libro del professor Rumici: «Infoibati (1943-1945) i nomi, i luoghi, i testimoni, i documenti».
«Il sindaco pescatore»
Il primo grande nome della nuova rassegna sarà ospite sabato 22 febbraio alle 21. Il noto attore Ettore Bassi, sul palco con dieci ragazzi del luogo, darà infatti vita alla storia di un «eroe normale», un uomo, Angelo Vassallo, che ha sacrificato con la sua vita l’impegno di difendere e migliorare il suo territorio e le sue persone. Amato dai suoi concittadini, ambientalista convinto, Vassallo – conosciuto da tutti come il «sindaco pescatore» è stato barbaramente ucciso la sera del 5 settembre 2010 per mano di più assassini. A distanza di 14 anni dall’omicidio, nel novembre scorso, sono stati identificati e arrestati quattro presunti responsabili: l’ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il figlio del boss nonché collaboratore di giustizia Romolo Ridosso del clan di Scafati Loreto-Ridosso, l’imprenditore Giuseppe Cipriano e l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi.
Lo spettacolo si rivela così prezioso per coltivare la memoria di un grande amministratore, promuovendo una cultura della legalità politica che deve essere un faro per tutto il Paese. Per approfondire i sentimenti che ruotano attorno alla storia di Angelo Vassallo, abbiamo intervistato Ettore Bassi.
LA: In scena troviamo una storia carica di significato, quella del sindaco pescatore Angelo Vassallo. Ti ricordi come hai reagito alla notizia della scomparsa?
EB: Ero a casa, a Roma. Dal televisore arrivò la notizia dell’uccisione di questo sindaco di un piccolo paese del Cilento. Quella vicenda mi colpì immediatamente con un senso di malinconia, di solitudine e di dolore, come se fosse qualcosa che mi riguardasse da vicino. Mi sono sentito vicino a questo uomo, che si è trovato falciato in una terra che probabilmente l’ha tradito, che lo ha fatto sentire solo e che lo ha abbandonato.
LA: E dopo due anni e mezzo da quella giornata hai incontrato Dario Vassallo, il fratello di Angelo Vassallo e Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore.
EB: Dario aveva appena scritto il libro da cui è tratto lo spettacolo. Lo incontrai per caso, non per quel motivo. Non sapevo chi fosse Dario, semplicemente avevo accompagnato una delle mie figlie a una festicciola di compleanno di un suo compagno di asilo. E il papà di questo amico, proprietario di casa, era proprio Dario. Ci siamo seduti in giardino e abbiamo iniziato a chiacchierare. Lui, poco dopo, ha iniziato a parlare della storia del fratello. È entrato in casa, ha recuperato l’unica copia del libro che gli era rimasta e me l’ha regalata. Io ho letto il libro e, dopo tre giorni, sono tornato da lui dicendogli: «io voglio portare questa storia in teatro». È nato tutto così, come se in qualche modo questa vicenda già mi riguardasse. È stato un processo impulsivo e naturale allo stesso tempo.
LA: Da anni porti lo spettacolo nei teatri di tutta Italia. Mai come in questi anni abbiamo bisogno di esempi come la vita di Vassallo.
EB: Portando questa storia in teatro, ho voluto accendere un faro su più aspetti. Innanzitutto, sono convinto che questo evento non dovesse essere dimenticato e che quindi il sindaco non dovesse essere lasciato nuovamente solo. Volevo che la storia di Angelo entrasse nella coscienza della gente, con il suo senso di responsabilità, il suo messaggio e la sua eredità. Poi c’è stato il desiderio di raccontare che, nonostante tutto, esiste una politica possibile, bella, per la gente. Una politica semplice che è indispensabile per tutti noi e per la bellezza di questo mondo. Noi siamo abituati a un senso di politica disgustoso, che è quello che vediamo praticato dai nostri politici più famosi e questo ci allontana dalla politica. Ma la politica vera è quella di chi tutti i giorni di adopera concretamente per le piccole cose. Angelo, in un passaggio del testo che viene poi letto durante lo spettacolo, ha sempre sostenuto che è «dalle piccole cose che nascono le grandi». Il quotidiano è il campo attraverso cui ognuno può fare la propria parte.
LA: Lo spettacolo «Il sindaco pescatore» ha aperto, davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’Assemblea Nazionale ANCI 2023.
EB: Quello che mi ha dato più orgoglio, quel giorno, è stato mostrare lo spettacolo a migliaia di sindaci. Il mio intento era quello di omaggiarli, con una storia che celebra il sacrificio di tutte quelle persone che ogni giorno combattono nell’anonimato per portare avanti un ideale di politica fatta per bene. La storia di Angelo Vassallo riguarda tutti i sindaci d’Italia: volevo far penetrare in loro il messaggio e la storia di Angelo.
LA: Dalle tue parole, si percepisce una grande emozione a ripercorrere sul palco la storia di Angelo Vassallo.
EB: Mi sorprendo ogni volta di quanto questo spettacolo mi conduca verso emozioni che non sbiadiscono. Ancor più quando, da un mese a questa parte, è uscita la notizia dell’arresto del colonnello dei Carabinieri Cagnazzo, che era quello poi indicato nel libro e quindi di cui io parlo nello spettacolo da dieci anni a questa parte. Quando passo in quel punto del testo, oggi provo un’emozione, ti posso dire ancora più forte di prima perché passo in un punto che adesso è una ferita che sanguina. Non è per me banale passarci anche dopo oltre 170 repliche.
LA: A Bergamo sarai in scena al Teatro Verdi di Bonate Sopra. Ma conosci Bergamo? Hai qualche legame con la nostra terra?
ET: Associo la vostra città ai miei primi tre anni di vita perché ho vissuto a Bergamo da bambino per tre anni, dagli 0 ai 3 anni. Questa cosa non la sa nessuno credo. Mi ricordo delle passeggiate con la nonna che veniva a trovarci a Bergamo Alta, camminando tenendole la mano. Ho un ricordo molto tenero. Poi sono tornato con curiosità molti anni dopo e la trovo una cittadina splendida, dove la cultura è importante. Sono venuto a teatro anche a recitare. A Bergamo torno sempre molto volentieri.
Gli altri appuntamenti in calendario
Dopo lo spettacolo «Il sindaco pescatore», la rassegna proseguirà domenica 23 alle 16 con «Moztri!», un appuntamento di Teatro ragazzi a cura di Luna e GNAC e un inno all’infanzia. Poetico, comico e originale, lo spettacolo coinvolgerà i bambini e commuoverà gli adulti per la sua forza e per le sue riflessioni legate alle aspettative che abbiamo verso i bambini e verso i reali desideri dei più piccoli. Con disegni dal vivo e ombre, si racconterà la storia di Tobia, un bimbo di poche parole, che ama stare solo, disegnare mostri e che non riesce molto a concentrarsi. Un piccolo che però è pieno di risorse e che, attraverso i suoi disegni, ci apre le porte del suo mondo interiore.
A marzo la programmazione proporrà sabato 22 marzo alle 21 con «La stanza del padre» (ingresso gratuito con prenotazione consigliata) di Marco Giugliano. «In una stanza d’ospedale – si legge nella nota di sala – una luce blu soffusa illumina un letto, si intravede la sagoma di un corpo coperto da un lenzuolo, accanto un’asta sostiene una flebo, il bip di una scatola di metallo, scandisce il tempo e ritma i battiti del cuore. Seduto sopra una poltroncina, poco distante dal letto, un giovane uomo dall’aspetto stanco, dialoga con la sua mente».
Sabato 29 marco, alle, 21, il regista Gabriele Vacis porterà sul palco di Bonate Sopra «Novecento» (ingresso 15 euro) di Alessandro Baricco, spettacolo che ha debuttato nel 1994 ad Asti per un attore, Eugenio Allegri, e per un regista, Gabriele Vacis appunto. Trent’anni dopo il debutto del monologo e a due anni dalla scomparsa di Allegri, torna così in scena la lettura corale di «Novecento» con nuovi ricordi e racconti che questo spettacolo che ha fatto la storia del teatro italiano.
La rassegna si chiuderà sabato 12 aprile alle 21 con un concerto d’arpa a lume di candela (ingresso gratuito con prenotazione consigliata) con la musicista Michela La Fauci. Avvolti dal velluto delle poltrone del teatro, il concerto immergerà il pubblico in una magica atmosfera, illuminata da centinaia di candele e “riscaldata” dalle più belle melodie della musica moderna.
Info e prevendite
Per informazioni sulla rassegna è possibile contattare la segreteria del Teatro via mail o telefonicamente, il martedì o giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30, allo 035.4996133. La prevendita degli spettacoli a pagamento è disponibile sul sito di Vivaticket. I biglietti potranno essere acquistati anche alla biglietteria del teatro a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Per gli spettacoli gratuiti è richiesta la prenotazione sul sito di Eventbrite.