“La storia di deSidera è una storia di fiducia: la nostra piccola fiducia di operatori teatrali e la grande fiducia della gente che da vent’anni ci accompagna e ci sostiene”. Una storia che continua da 18 anni e che anche in questo 2020 gli organizzatori hanno continuato a voler scrivere, portando il teatro sempre in luoghi insoliti e suggestivi come il castello di Cavernago, Palazzo Visconti a Brignano Gera d’Adda e proponendo molti altri appuntamenti tra città e provincia: dal Lazzaretto, a Treviglio, in Valle Imagna.
“Ad oggi quest’edizione è stata un successo – spiega Chiara Bettinelli, organizzatrice del festival insieme ai direttori artistici Luca Doninelli e Gabriele Allevi – abbiamo avuto praticamente tutti i posti esauriti. Non è stato semplice organizzare tutto e lavorare a questo progetto ai tempi del Covid ha richiesto una buona dose di coraggio, ma non potevamo non farlo, ci tenevamo moltissimo. A fronte delle complessità poi il pubblico ha risposto con una grande affezione: la gente ha voglia di uscire di casa, di partecipare a eventi culturali e di poterlo fare in sicurezza. Così dopo ogni serata sono arrivate tante e-mail e telefonate di ringraziamento, mentre prima degli appuntamenti chi non poteva venire lo segnalava: un grande segno di rispetto nei confronti dell’evento che abbiamo organizzato e nei confronti degli altri”.
Ma la rassegna non è ancora finita. Nel cartellone di deSidera infatti ci sono ancora numerosi spettacoli, la maggior parte dei quali già esauriti, a partire da “Il dio di Roserio” di Giovanni Testori, in programma questa sera al Teatro Nuovo di Treviglio: una storia di ciclismo, miseria e di un miraggio, quello del boom economico degli anni Sessanta.
In calendario anche “Giobbe – Storia di un uomo semplice”, che andrà in scena il 3 settembre al Santuario della Cornabusa a Cepino e l’“Odissea” in programma a Terno d’Isola il 4 settembre, mentre il 10 protagonista de “Il mio Guareschi” è Giacomo Poretti, un terzo del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Posti ancora disponibili invece per “Settanta volte sette” in programma l’11 settembre al Teatro Nuovo di Treviglio, uno spettacolo sul perdono e sulle sue possibilità nelle relazioni umane, la cui drammaturgia è firmata da Controcanto collettivo, una realtà che porta sul palcoscenico il tema della giustizia riparativa. Tutto esaurito invece per “Gimondi, una vita a pedali” di Paolo Aresi in programma il 18 settembre a Costa di Mezzate e per “Gesù figlio dell’uomo” in doppia replica il 25 e 26 settembre a Gromlongo.
“Prenotazioni aperte invece per il “Don Chisciotte” di Marco Zoppello, uno spettacolo di livello altissimo che è stato presentato al prestigioso Festival di Avignone in Francia e che è adatto adulti e giovani – continua Chiara Bettinelli – In scena vediamo l’eroe di Cervantes e i suoi mulini a vento in chiave comica, con le maschere e la gestualità della commedia dell’arte”.
Il grande classico è presentato attraverso un espediente narrativo: sul patibolo ci sono “gli attori Giulio Pasquati, Padovano, in arte Pantalone, e Girolamo Salimberi, Fiorentino, in arte Piombino, accusati di eresia. L’unica speranza per i due attori è l’arrivo dei rinforzi, ovvero i colleghi della compagnia dei Gelosi, corsi dal duca di Mantova per pregarlo di intervenire nella spinosa vicenda. Non resta altro da fare che cercar di prendere tempo nell’unico modo che i due commedianti conoscano: recitando una Commedia. Ma non esistono commedie per due soli attori e i nostri sono costretti a ripescare il racconto di un marinaio conosciuto su di una nave spagnola, poco dopo la battaglia di Lepanto: un tal Miguel de Cervantes”.
Il gran finale del festival, previsto per il 22 e 23 ottobre rispettivamente all’Auditorium di Piazza della Libertà a Bergamo e all’Auditorium Cuminetti di Albino, è dedicato a Benvenuto Cuminetti, docente di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Bergamo e storico Direttore artistico del Teatro Donizetti.
Grande conoscitore del drammaturgo francese Paul Claudel, l’accademico bergamasco avrebbe voluto portarne in scena uno dei drammi più riusciti: “Partage de Midi”. Una storia d’amore impossibile scritta nel 1905 e ambientata a bordo di un transatlantico in viaggio dalla Francia all’Oriente e poi in Cina, che vede protagonisti il diplomatico Mesa e la bella Ysè. Uno spettacolo di Paolo Bignamini e Gabriele Allevi, che è un grande omaggio a Benvenuto Cuminetti nel ventesimo anniversario della sua scomparsa.