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Cosa facciamo stasera? A m’ và a teàter!

Articolo. Sul palcoscenico del teatro di Chignolo d’Isola in programma ogni sabato, da febbraio a marzo, nove commedie in dialetto bergamasco. Le interviste ad alcuni personaggi delle Compagnie in scena, e a tre giovanissimi attori

Lettura 6 min.

Quando si pensa al teatro solitamente il pensiero va subito ai grandi nomi di attrici e attori, alle opere teatrali che hanno fatto il giro dell’Italia e del mondo, che hanno segnato momenti importanti della storia. Ma l’arte e la recitazione è possibile scoprirla e apprezzarla anche nei teatri di paese che, in tempi in cui lo spazio per la cultura è sempre più ristretto, sono un baluardo di resistenza e testimonianza dell’impegno delle comunità locali nel portare avanti le tradizioni di un tempo, riadattandole agli interessi più moderni.

Una forma di arte è il teatro dialettale che attraverso il dialetto bergamasco fa vivere al pubblico momenti di allegria, proponendo una varietà di spettacoli divertenti e coinvolgenti per tutte le età, conservando la capacità far riflettere al termine di ogni commedia. Dal comico al brillante, passando per il surreale e il grottesco, ogni serata offre un’esperienza unica che trasporta il pubblico in un universo di risate e riflessioni, grazie alla straordinaria qualità degli artisti e delle performance.

La venticinquesima rassegna teatrale dell’Isola Bergamasca, promossa da PromoIsola ha alzato il sipario a gennaio con i primi spettacoli e proseguirà con altri nove appuntamenti fino fine marzo. È un esempio lampante di come le commedie dialettali siano un evento a cui non si deve rinunciare sul territorio. Lo testimoniano anche le parole del presidente di PromoIsola, Silvano Ravasio: «Questa Rassegna è diventata un appuntamento annuale atteso e sempre molto partecipato, che la gente ormai ci sollecita – racconta –. Siamo partiti 25 anni fa con quattro spettacoli e ora gli appuntamenti sono triplicati. Oltre a dare la possibilità alle nostre Compagnie teatrali di portare in scena, di fronte a un grande pubblico, spettacoli a cui lavorano per mesi – sottolinea Ravasio – l’iniziativa ha lo scopo culturale di aiutare a non disperdere la conoscenza e diffusione del dialetto bergamasco».

Per scoprire tutti gli appuntamenti in calendario abbiamo pensato di dare voce alle storie di chi il teatro lo fa perché è la sua passione sin da quando era piccolo, e chi ha avuto la possibilità di incontrarlo fin dalla più tenera età accorgendosi subito dei benefici che apporta alla propria vita.

Gli spettacoli di febbraio

Prima della lista è una commedia brillante dal titolo «Colpa de i cansosèi e de l’amùr» e inscenata dalla Compagnia Don Michele Signorelli di Predore che salirà sul palco del teatro comunale di Chignolo d’Isola sabato 1 febbraio, e a seguire sabato 8 febbraio sarà la volta dello spettacolo «I sogna i piramidi, m’è scapà il murùs» di Camillo Viticci e della Compagnia I S’cécc dela Selva di Zandobbio. Gli ultimi due sabati del mese vedranno sul palco, prima, la Compagnia Ol Tacapagn di Almenno San Salvatore con la commedia «Te set pròpe scèt del tò pare» il 15 febbraio e poi il 22 febbraio con «Sólcc e amùr i è sempèr gran dulur» realizzato dalla Compagnia Teatrale I Brinacc di Sedrina.

È Gianluca Zanchi, 31anni, a raccontarci la sua esperienza con il teatro cominciata in una delle compagnie più longeve, I Brinacc di Sedrina. «A Sedrina c’è da quarantacinque anni una compagnia dialettale teatrale. Io sono stato chiamato nel 2014 dal regista, quando avevo 21 anni, perché serviva una figura giovane in sostituzione ad un attore – racconta Gianluca –. Ho accettato l’incarico perché nonostante fosse una piccola parte pensavo che sarebbe stato un trampolino di lancio, visto che fino a quel momento avevo vissuto il teatro solo in veste di spettatore». Nel 2016 la compagnia si è ingrandita, ed è diventata quella odierna. «Il mio primo personaggio è stato il gobbo e poi quando il regista ha notato che mi immedesimavo sempre di più nella parte, ed ero spontaneo, mi ha assegnato una parte più impegnativa – prosegue –. Mi hanno sempre ispirato le trame in dialetto bergamasco, a sfondo comico, che sono quelle che fanno più ridere ma conservano una morale di fondo». In un paese come Sedrina sono in tanti a conoscere il dialetto e, infatti, Gianluca lo sapeva fin da piccolo: «Tra i miei coetanei è abbastanza comune ma tra i giovani un po’ meno. È una tradizione che invito a non far morire». In quanto a timidezza nel salire sul palco, confessa, «sì, le prime volte ne ho avuta però con l’aiuto del regista ho imparato a non irrigidirmi troppo e calarmi nel personaggio. Ad oggi posso dire che è una bella esperienza sia a livello sociale che di aggregazione».

La testimonianza dei giovanissimi

Il primo di marzo toccherà alla Compagnia Atipica Teatrale di Brignano Gera d’Adda con «Uno per tutte» (adattamento di Sabrina Centemero) e il sabato 8 marzo alla Compagnia Amici del Teatro di Bottanuco che propone «Palo luce 22», di Antonello Esposito.

Ci raccontano di più i due giovanissimi attori Irene e Filippo, che fanno parte della stessa Compagnia di Bottanuco. Irene ha 16 anni e invece Filippo compirà tra poco i 18. Entrambi hanno cominciato molto giovani a recitare. «Ero in seconda superiore e avevo tra i quattordici e i quindici anni quando sono salita sul palco la prima volta. Ero una ragazza piuttosto timida e introversa e avevo deciso di fare qualcosa che potesse aiutare a sbloccarmi – racconta Irene – Antonello, il regista, mi ha chiesto se volessi recitare la parte della nipote, e ho accettato. Anche se non faccio le battute in dialetto lo capisco, e da un lato mi piacerebbe imparare a parlarlo».

Nella commedia del regista Esposito, Irene ha il ruolo della “servetta” – ci racconta, svelando qualche dettaglio sulla trama: «l’ambientazione è una casa in cui c’è un conte piuttosto buffo nei modi di fare e che si innamora di una ragazza, che è però una ex prostituta, accompagnata da un Santo protettore che si finge suo zio, intrattenendo all’insaputa del conte un giro d’affari piuttosto losco. Il mio ruolo sarà proprio quello di riportare a galla la verità e smascherare un personaggio cattivo». Quando le viene chiesto in che cosa il teatro l’ha aiutata maggiormente, risponde così: «direi a prendere confidenza con me stessa e anche ad instaurare relazioni con persone nuove, che man mano che inizi a conoscere ti accorgi di quanto sia bello».

Anche Filippo ha cominciato con il teatro quando aveva più o meno la stessa età di Irene, tra i 13 e i 14 anni, e anche lui recita la sua parte in italiano nonostante il dialetto bergamasco lo capisca: «Me lo aveva proposto Antonello, e un po’ anche mio papà, perché anche lui recitava nella stessa Compagnia – dice Filippo che ha già avuto modo di sperimentare i benefici che ha avuto su di lui il teatro –: mi ha aiutato nel parlare in pubblico, ad esempio a scuola. E mi ha trasmesso più fiducia in me stesso anche se le prime volte sul palco – confessa – non mi piacevo molto perché sembravo un po’ fuori passo». In «Palo Luce 22» reciterà in un ruolo importante, come figlio di un muratore, che ospita tre senzatetto.

Tra i giovanissimi attori delle varie Compagnie dell’Isola c’è anche Katia, della Compagnia La Meridiana di Mapello, che per puro caso ha fatto ingresso nel mondo del teatro. «Ho cominciato quando avevo 6/7 anni (adesso ne ha 15, ndr), interpretando la parte della bambina che sapeva parlare il dialetto. Io son cresciuta con i miei nonni e quindi lo avevo imparato e lo sapevo anche parlare. Quindi ho detto: perché no, proviamo! – ricorda, ed era stato un successo, perché quel teatro dialettale, ispirato al film L’Albero degli zoccoli è stato riportato in scena oltre venti volte –. Devo dire che all’inizio l’avevo presa più come un gioco, e avendo cominciato così piccola mi è venuto tutto molto naturale. Quest’anno interpreto il ruolo della “finanzina”».

«Ma la spesa… chi èla» e «Matrimòne con sorpresa»

A marzo si prosegue con un appuntamento in calendario sabato 15 con la Compagnia Teatrale Caro Teatro di Palosco che porta sul palco la commedia brillante di Stefano Palmucci «Ma la spesa… chi èla» (adattamento e traduzione in bergamasco di Mario Martina).

«La mia esperienza è facile da raccontare – dice Paolo Colombo, 41 anni, coordinatore della Compagnia Padre Cesare Albisetti di Terno d’Isola vengo da una famiglia che ha sempre amato il teatro, la passione è stata tramandata, da mia nonna a mia mamma, con cui tuttora recito, e che è la regista. Ho iniziato dall’età di 13 anni, ed è stato amore a prima vista. Del gruppo restiamo in quattro o cinque storici che hanno cominciato con me, vent’anni fa». Negli anni sono arrivate anche tante soddisfazioni e la Compagnia è diventata un punto di riferimento per il pubblico: «Stiamo girando molto nella Bergamasca, e siamo andati in scena anche in provincia di Lecco e di Milano». L’appuntamento con loro è fissato in calendario per sabato 22 marzo con la commedia brillante dal titolo «Matrimòne con sorpresa». «È da un po’ di anni che abbiamo deciso di intraprendere una strada diversa per cui abbiamo optato su commedie divertenti, idonee al nostro dialetto ma che lasciassero un messaggio – prosegue Paolo –. Quella di quest’anno è una commedia spassosa, dove l’ambientazione è la classica famiglia bergamasca. C’è la mamma, la sorella e la nonna, e sono tutti preoccupati perché il figlio non ha è ancora riuscito a trovar moglie». Paolo avrà proprio il ruolo dell’attore protagonista, che al momento di convogliare a nozze, riserverà a tutti una divertente sorpresa.

Ultimo appuntamento con la rassegna teatrale dell’Isola sarà sabato 29 marzo con la Compagnia del Mercato di Terno d’Isola che porta in scena la commedia brillante di Daniele Nutini «Te me farèset ü piasér» di cui fa parte l’attore Rodolfo Ricciardi, 35 anni: «Io ho iniziato con il teatro nel 2021, e mi sono avvicinato al teatro quando mi son trasferito a Terno dove ho conosciuto Renzo e lì ho cominciato prima come assistente dietro le quinte, occupandomi delle luci – racconta – Dopo qualche mese un attore ha lasciato la Compagnia e sono subentrato io. La priva volta ho inscenato la parte dell’italiano e mi ero divertito molto. Al momento sono l’attore più giovane».

Info e prenotazioni

La rassegna è organizzata da PromoIsola in collaborazione con il Comune di Chignolo d’Isola e il sostegno di Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, Centro Commerciale Continente di Mapello e Banca di Credito Cooperativo – Cassa Rurale di Treviglio.

Tutti gli spettacoli della rassegna vanno in scena al teatro comunale di Chignolo d’Isola in via Picasso, alle ore 20.30, con costo d’ingresso di 6 euro. La prenotazione non è necessaria. Per informazioni contattare il 334 1711234.

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